di Gianni Lannes
Si è transitati dall’euforia all’angoscia in una
società sempre più psicotica ed ansiogena. Non a caso il consumo di
psicofarmaci (dati Aifa) in Italia è alle stelle. Un belpaese che implode non è
cosciente della sua deriva, ma non tutto è perduto.
La fiducia reciproca si è ormai persa nelle
relazioni sociali con il predominio della diffidenza e del sospetto diffuso,
unitamente ad un cinismo dilagante che ridicolizza i buoni sentimenti ed i
progetti per il futuro. Una società allo sbando che vanta un’accozzaglia di
politicanti italidioti di infimo livello etico, morale ed intellettuale, non è più capace
di desiderare alcunché per il bene comune, se non la difesa delle proprie
posizioni di rendita, né potrà impegnarsi in progetti significativi per il suo
futuro. Gli italiani hanno smesso di sognare una vita migliore e si sono chiusi
in un’aridità che è l’anticamera possibile della decadenza collettiva.
Non ci sarà nessuna crescita sostenibile se non
riusciamo a fare culturalmente un passo oltre
il consumismo. Consumare significa fisicamente mettere dentro,
contribuire, invece, significa mettere
fuori. Allora si deve contribuire ad una produzione di valore economico, ma
soprattutto di quei valori come la bellezza, l’educazione che poi sono la
condizione della sostenibilità.
Il successo non è l’obiettivo finale della nostra azione;
al contrario, è la battaglia con noi stessi, con le nostre ansie, paure e conflitti
per raggiungere quello che per gli antichi greci era l’areté, vale a dire la
massima virtù per assolvere il proprio compito.
Il valore consiste nella totale consapevolezza che la precarietà, in cui tutti siamo più o meno immersi è la parte essenziale della vita. Il modello di vita nel Rinascimento era non l’arricchimento materialistico, oggi trionfante, ma al contrario, il valore dell’opera ed il riconoscimento del coraggio dimostrato.
La società ha bisogno di creatività per progredire. Il presente non basta più. Ecco di chi si ha bisogno: i sognatori, gli idealisti,
i costruttori di speranza; quelli che
soffrono e combattono contro le ingiustizie subite, le incomprensioni, ma non si arrendono mai.
Sono insomma quelli per cui il sogno è l’inizio del progetto. Costoro sono la
speranza del futuro e di una civiltà migliore.