15.8.18

PUGLIA: LA RAPINA DEL GAS


foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes

Energia a perdere: trivelle autorizzate sulla terraferma con il beneplacito di Vendola prima e di Emiliano dopo. Numeri ufficiali nella sola Daunia: 125 pozzi produttivi su 12 concessioni di coltivazione che si protendono per ben 1.092, 88 chilometri quadrati, nonché 7 permessi di ricerca su altri 943,34 chilometri quadrati, ed infine una concessione di coltivazione per un giacimento marginale (altri 41,75 chilometri quadrati). A conti fatti il metano non dà una mano alla Daunia, dove è in atto dal 1969 un gigantesco furto di gas naturale estratto dal sottosuolo e dirottato altrove, incluse due centrali turbogas.

I malcapitati comuni della Capitanata hanno ricevuto meno delle briciole in soldoni, ma in compenso hanno incassato i danni ambientali - e le incalcolabili conseguenze sanitarie - provocati soprattutto dal cane a sei zampe. Ultima beffa: gli autoctoni pagano senza fiatare salate bollette del gas ai francesi di Edf.


 foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

L’Eni addirittura, come si legge in documento ufficiale presentato in Egitto, ha sperimentato segretamente in loco anche il fracking nella concessione dell’antica Tertiveri in agro di Biccari, mentre l’ente Provincia di Foggia ha autorizzato la stessa multinazionale ormai sotto il controllo straniero, ad inquinare impunemente le falde acquifere. Senza dire dei terremoti indotti in quest’area ad elevata pericolosità sismica e pericolosità idrogeologica, dove gli impianti industriali eolici hanno fanno tabula rasa del territorio. Appuntamento al prossimo disastro?






Riferimenti: