10.12.19

QUATTRO BAMBINI IN FUGA DALLA SIRIA SU UN TRENO MERCI

di Gianni Lannes

Non è il lussuoso Orient Express, ma l'odierno viaggio disperato dei figli dell'umanità. Scene d'altri tempi nella stagione del disamore e del razzismo che solcano il belpaese e scuotono la gelida Europa. Quattro fratellini dalle cinque alle dieci primavere d'età - Ashraf, Muslim, Mansour, Salem e la loro giovane mamma Najat di 32 anni, incinta di cinque mesi - nascosti in un treno merci affamati e quasi assiderati. L'Odissea verso l'Occidente è partita dall'Oriente: Siria, Turchia, Grecia, Bosnia, Serbia ed infine Italia. A Villa Opicina, il macchinista italiano ha udito il pianto inconfondibile di un bimbo e poi ha scorto due manine dalla fessura di un vagone e una testolina imbiancata dall'argilla. Quando la Polizia e i Vigili del fuoco aprono il vagone sigillato accarezzano sguardi impauriti, in quelle divise dell'ordine comunque aleggiano animi umani.

«Non credevamo ai nostri occhi, il cuore ci è balzato in gola quando abbiamo visto quelle manine e quelle testoline sporche affacciarsi. Siamo padri di famiglia e per quanto, soprattutto quest'anno, intercettiamo continuamente migranti in arrivo dalla rotta balcanica, non avremmo mai pensato di trovarci davanti a una scena così drammatica, d'altri tempi» racconta Luigi Perotti, assistente capo della Polfer di Trieste.

Magari non solo a Natale, ricordiamoci di essere tutti migranti sulla Terra, soprattutto quando ci imbattiamo nell'umanità dolente con un briciolo di anni nell'animo e tanta gioia di vivere, in fuga dalla nostra ininterrotta e sempre più intensiva guerra di sfruttamento.