 |
| Sorgente Capodacqua (Capestrano) - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Bentornati in Abruzzo, dove nonostante i preziosi acquiferi di Maiella, Gran Sasso, Morrone, nonchè Velino e Sirente, in attesa della catastrofe umanitaria l'acqua scarseggia e viene razionata in 49 Comuni della provincia di Chieti e a Pescara. La causa non è solo la siccità (scarse precipitazioni), bensì l'incancrenita e notoria dispersione al 60 per cento della rete acquedottistica (dati Istat): 3.500 chilometri di condotte antidiluviane gestite da Aca in tre province. Da rilevare anche il dissesto idrogeologico indotto dall'uomo con massicce iniezioni di asfalto e cemento armato nel suolo anche in zone critiche e "aree protette" (sulla carta). E il governo Meloni che fa? Prosegue nella privatizzazione dell'oro blu e avvia la cessione - su scala europea - delle strategiche 4646 centrali idroelettriche posizionate sull'arco alpino. Ma non è tutto. C'è di peggio: approva il progetto dell'alta velocità da Roma a Pescara mediante traforo delle falde acquifere nel Monte Morrone, dove passano due faglie sismiche attive. Insomma, un disastro annunciato, peraltro con sperpero di denaro pubblico. Il problema? Non c'è alcun rispetto: la Natura viene predata continuamente.
Riferimenti:
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.