di Gianni Lannes
In Italia per l’Adriatico
e il Tirreno, dove i militari anglo-americani nel 1945-1946 hanno scaricato migliaia di ordigni chimici, vietati dal Protocollo di Ginevra del 1925, con gravissime conseguenze sanitarie ed ambientali, certificate dall'Icram nel 2003, non vi è alcuna attenzione istituzionale, né degli
europarlamentari nostrani né ovviamente dell’Unione
europea, tantomeno del governo eterodiretto dell'ineletto Renzi. Tuttavia, per altre gravi situazioni all'estero qualcosa si muove. L’interrogazione
europarlamentare E-000635-16 del 27 gennaio 2016 recita:
«In seguito
al disarmo e alla demilitarizzazione della Germania al termine della seconda
guerra mondiale, gli alleati hanno provveduto allo smaltimento degli agenti di
guerra chimica prevalentemente sversandoli nel Mar Baltico. Tra le sostanze
sversate vi sono agenti vescicanti quali l'iprite e composti dell'arsenico (ad
esempio l'adamsite), l'agente con azione ematica acido cianidrico (Zyklon B) e
agenti nervini (sarin e tabun). La Commissione di Helsinki riferisce che vi
sono almeno 50 000 tonnellate di munizioni chimiche sommerse nel Mar Baltico,
tra cui granate d'artiglieria, bombe aeree e contenitori con all'interno 15 000
tonnellate di agenti di guerra chimica. Inoltre, recenti ricerche condotte
nell'ambito del progetto CHEMSEA hanno individuato prove dell'esistenza di siti
di sversamento non ufficiali in due diversi luoghi. A causa di tali siti di
sversamento non ufficiali, del maggiore sfruttamento del Mar Baltico e
dell'imprevedibilità della corrosione e delle perdite, gli agenti di guerra
chimica sversati hanno già causato e continueranno a causare numerosi
incidenti.
Considerato
l'aumento del rischio che esseri umani, flora e fauna siano esposti a tali
agenti pericolosi e le relative conseguenze per l'UE, la Commissione è invitata
a rispondere alle seguenti domande:
1. Intende la Commissione intervenire per
circoscrivere la contaminazione del Mar Baltico causata dagli agenti di guerra
chimica?
2. Sarebbe possibile elaborare una proposta
legislativa che affronti la questione?».
«All'interno
della Commissione di Helsinki (HELCOM), l'organo direttivo della Convenzione
regionale sulla protezione dell'ambiente marino della zona del mar Baltico, è
stato istituito un gruppo di lavoro (cosiddetto «HELCOM Sumerged») che si
occupa delle munizioni chimiche scaricate in mare. L'UE è una delle parti
contraenti della convenzione di Helsinki e assumerà la presidenza di turno
dell'HELCOM dal 2016 al 2018. La Commissione sostiene le attività dell'HELCOM
in quest'ambito attraverso il programma INTERREG per la regione del mar Baltico
e la strategia dell'UE per la regione del mar Baltico (SUERMB), ove l'unità
«Hazards» coordina le attività di cooperazione nel Baltico per mitigare la
contaminazione storica nella regione e porvi rimedio. Ne è un esempio il
progetto CHEMSEA (Chemical Munitions Search and Assessment)(1), un progetto
faro della strategia SUERMB, che ha ricevuto finanziamenti dal programma
INTERREG per la regione del mar Baltico. Il progetto di follow-up DAIMON ha
beneficiato del finanziamento del nuovo programma INTERREG per la regione del
mar Baltico e ha chiesto la qualifica di programma faro. I servizi della
Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) sono inoltre
parti del partenariato ambientale per la dimensione settentrionale (NDEP). Per
i progetti riguardanti il mar Baltico, il NDEP collabora con l'HELCOM e lo
scopo del suo piano d'azione per il mar Baltico è quello di smaltire i punti
critici restanti. Per quanto riguarda la seconda domanda dell'onorevole
deputato, la Commissione non intende presentare una proposta legislativa.
Tuttavia, gli Stati membri hanno l'obbligo di conseguire un buono stato
ecologico dell'ambiente marino entro il 2020 nel rispetto della direttiva
quadro sulla strategia per l'ambiente marino(2)».
fonti:
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.