18.1.16

IL CORPO UMANO È VALORE O MERCE?


foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes

Le religioni non c’entrano niente, piuttosto è l’etica che non conta in un sistema mondiale in cui è imperante il paradigma economico. Il mercato ormai esercita una invasiva influenza su ogni aspetto della vita e della scienza, asservita da tempo al miglior offerente. L’esperienza delle madri surrogate, altra vendita d’uso del corpo femminile collegata al sesso e alla riproduzione, a differenza della prostituzione è però nuova nel panorama sociale. Essa, infatti, ha avuto origine dopo che, fu possibile ricorrere alla procreazione assistita, ovvero alla fecondazione artificiale come rimedio alla sterilità. La vendita temporanea di funzioni riproduttive con il sistema dell’utero in affitto, vale a dire la gestazione per altri, è stata resa possibile dalle tecniche di procreazione assistita. Attenzione: le applicazioni tecniche delle conoscenze acquisite in campo scientifico possono venire orientate verso il bene o verso il male, come nel caso dell’uso commerciale, ossia per ricavare profitto economico, di alcuni funzioni corporee dell’essere umano, soprattutto della donna.

Quanti sono i baby brokers che combinano in Europa, ma anche in Italia e in tutto il mondo, nascite su commissione? Già nei primi anni ’90 il fenomeno è stato definito da Andrew Kimbrell come una bioschiavitù della donna: «Una volta che le donne, allettate dall’onorario, firmano contratti per produrre bambini su commissione, esse sono inseminate artificialmente tante volte, quante sono necessarie per giungere alla gravidanza. Le madri sono poi poste in condizioni di servitù per 24 ore al giorno durante 270 giorni I contratti di surroga materna prevedono di sottoporre la futura partoriente a dosi massive di farmaci per la fertilità, a iniezioni di ormoni, ad amniocentesi, a un mucchio di prove genetiche e di test a discrezione dei clienti. I contratti prevedono spesso che la madre accetti di abortire il feto su richiesta, quando il cliente desidera interrompere il “servizio”» (The human body shop. The engineering and marketing of life, HarperCollins Religious, London 1993, pagina 100).
 
In Italia alla fine degli anni ’80 giunse all'onore della cronaca la vicenda di una madre sostitutiva di nazionalità algerina. Questo caso pervenne al tribunale di Monza come richiesta di due coniugi italiani, rivolta ad ottenere per via legale la “merce” pattuita (una bambina), poiché la donna che l’aveva partorita e che ne era in possesso non voleva più cederla. I coniugi italiani avevano versato 15 milioni per inseminare con lo sperma del marito una donna immigrata, con l’accordo che alla nascita del figlio questa sarebbe stato immediatamente consegnato alla coppia pagante. Ma la donna algerina non volle dargli seguito. Il tribunale stabilì che il figlio spetta di diritto alla madre che l’ha partorito; che il contratto era da considerarsi nullo, perché basato su un tipo di scambio illecito (Il Foro italiano, 1990, I, p. 298). La sentenza del tribunale italiano ha dato ragione alla madre gestante anziché a quella pagante, in nome dell’indisponibilità commerciale del corpo materno e del diritto del nascituro alla continuità del rapporto di filiazione, in base allo stretto rapporto che intercorre tra la vita intrauterina e quella successiva alla nascita.

Negli Stati Uniti d’America, invece, la Corte Suprema riconosce la liceità di questi accordi commerciali e la priorità dei diritti dei committenti. Eppure, l'aberrante pratica è contraria al principio universale che non è levito disporre del corpo altrui né delle sue funzioni. Nel belpaese con il cosiddetto DDL Cirinnà, si vuole consentire a chiunque, ovvero anche a coppie di maschi, di ordinare la nascita di un bimbo al fine di appropriarsene. Ma qual è il vero pericolo? La selezione della specie, già messa in pratica dal nazismo.

E qui riemerge l’eugenica di Francis Galton, preconizzata nel 1884 nel suo saggio Human Faculty, quale possibilità di migliorare la discendenza attraverso matrimoni selettivi. Oggi la procreazione assistita ha riesumato l’eugenica appunto, non solo per prevenire le malattie genetiche, ma per la possibilità di offrire sperma e ovuli di tipi umani selezionati in base a caratteristiche razziali, estetiche ed intellettuali ritenute desiderabili. Già in passato, addirittura da un centro per la procreazione assistita di Firenze, è stata proposta la vendita per corrispondenza, in base ad un mero catalogo. I bambini non sono merci, ma il sale della vità il futuro dell'umanità. 

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