31.7.23

ITALIA COLONIZZATA!

Kissinger & Meloni (28 luglio 2023)

di Gianni Lannes

Foto che rivelano più di ogni discorso il livello di subordinazione e sottomissione, in un Belpaese senza memoria storica, privo di anticorpi culturali, con un'opposizione politica inesistente e inconsistente. Ecco il buco nero della tirannia globale con una Meloni che si genuflette negli States a Kissinger (mandante degli omicidi di Allende e Moro) e Biden. Cosa ha provato il primo ministro tricolore nello stringere la mano a un criminale di fama mondiale? Parola di Giorgia Meloni che se ne vanta pure rivelando lo spirito malsano dei tempi correnti: “Ringrazio Kissinger per il prezioso tempo che mi ha dedicato, è stato un privilegio e un onore dialogare con lui sui temi della contemporaneità”. Nel giardino d'Europa, nessuno ha pubblicamente manifestato almeno un sussulto di indignazione, per questo inchino all'esponente apicale di Trilateral & Bilderberg.


Kissinger & Meloni (28 luglio 2023)
 

il dittatore Pinochet e il macellaio Kissinger (giugno 1976)


Per non dimenticare, mai, il recente e torbido passato nostrano con cui non si sono fatti ancora i conti. Il 2 giugno 1992 fecero la festa alla Repubblica, però senza fanfare o sfilate militari: in quell'anno sono stati barbaramente trucidati i giudici Falcone e Borsellino con relative scorte di protezione. Mentre l'Italia migliore si indignava e scendeva in piazza, i soliti noti - per conto terzi - avviavano la svendita dello Stato tricolore con il beneplacito del governo telecomandato in carica. Prime vittime "annunciate", i patrimoni industriali e bancari più prestigiosi. Il nome dell'operazione era privatizzazione. Una formula magica ancora in atto, presentata alla collettività come unica cura per risanare la nostra economia e che, invece, nascondeva un affare dalle proporzioni incalcolabili, patti di sangue tra le famiglie più influenti del capitalismo, dinastie imprenditoriali, banche e signori della moneta truccata col signoraggio. Accordi e strategie politiche ben precise con un minimo comune denominatore: svuotare agli Stati della sovranità monetaria, considerati un inutile retaggio del passato e un odioso freno alla globalizzazione del mercato.



L'Italia è un'espressione geografica delle lobby, dell'impero multinazionale anglo-americano? E quanto viene deciso, anzi, ufficialmente sancito proprio il 2 giugno 1992, a bordo del regio yacht Britannia dei Windsor (che si trovava "per caso" a largo di Civitavecchia, nelle nostre acque territoriali), dai rappresentanti della Bzw (la ditta di brocheraggio della Barclay's), della Baring e Co, della S. G. Warburg e dai nostri dirigenti dell'Eni, dell'Agip, da Mario Draghi del Ministero del tesoro, da Riccardo Gallo dell'Iri, Giovanni Bazoli dell'Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop e da alti funzionari della Comit, delle Generali e della Società Autostrade.

Poche ore di discussione e l'affare prese corpo. All'eterodiretto governo italiano il compito di giustificare la filosofia dell'operazione (con una adeguata campagna-stampa di drammatizzazione dei dati del deficit pubblico). Anche la svalutazione della lira era stata soltanto un comodo lucro per le finanziarie di Wall Street. Calcolato in dollari, l'acquisto delle nostre imprese da privatizzare, è diventato infatti, per gli acquirenti stranieri, meno costoso del 30 per cento. La stessa lira si assestò allora sul valore politico di circa 1.000 lire a marco, esattamente come da richiesta (imposizione) internazionale. Ma non bisogna stupirsi. Il disegno di espansione delle grandi finanziarie anglo-americane, è noto e viene da lontano, favorito da Ciampi, Prodi e D'Alema (alla voce Trattato di Lisbona).

La società Mont Pelerin, che per 12 anni ha dominato l'economia inglese, sir Leon Brittan, ex-commissario della Cee e vecchio esponente del governo della Thatcher, il club segreto dei Bilderberg (frequentato da Gianni Agnelli, da Kissinger, da Rothschild), i loro associati newyorkesi della Goldman Sachs, della Merrill Lynch, della Salomon Brothers, i loro sostenitori nel Fondo Monetario Internazionale, nell'Ocse, e così via. Personaggi, sigle e organizzazioni, che non spuntano a caso, fanno parte della storia. Sono la storia al peggio. Ricorrono in tutti gli importanti processi di trasformazione dell'economia mondiale. Tre di queste finanziarie, ad esempio, sono direttamente "interessate" alle nostre privatizzazioni. Collaborano, infatti, con il governo. Vediamo qualche dettaglio che le riguarda.

La Goldman Sachs (la prima di Wall Street, con sede "operativa" a Milano), è uno dei più influenti manipolatori del prezzo del petrolio e del valore della moneta. Il suo leader supremo, Robert Ruin, sarà il capo del consiglio di sicurezza nazionale del neo-presidente Clinton. La Salomon Brothers gestisce il greggio mondiale ed opera prevalentemente nel settore delle materie prime. Il suo nuovo presidente, Warren Buffett, è stato il principale azionista del Washington Post, della rete televisiva Abc e vantando forti interessi nella Wels Fargo Bank e nell'American Express.

La Merrill Lynch, infine, incaricata dall'Iri, il 9 ottobre 1993, di preparare la privatizzazione del Credito Italiano, ha occupato spesso le cronache per alcune operazioni di riciclaggio
del denaro sporco tra l'Italia, la costa orientale degli Stati Uniti e Lugano (la famosa "pizza connection", il processo alla famiglia mafiosa newyorkese dei Bonanno).

La magistratura italiana ha mai aperto indagini? Comunque a tale riunione sullo yacht reale "Britannia", di carattere evidentemente riservato per non dire occulto, ha partecipato anche il senatore Beniamino Andreatta, Ministro degli esteri e Ministro del bilancio.

Come riporta un articolo pubblicato il 15 aprile 2016 sul sito on line www.huffingtonpost.it e intitolato «Trilateral, la riunione a Roma con Maria Elena Boschi, Yoram Gutgeld e Andrea Guerra. Il road show dei renziani tra i potenti», «dopo 33 anni la prestigiosa e misteriosa Trilateral Commission, think tank fondato nel 1973 da David Rockfeller e Henry Kissinger, torna a riunirsi in Italia. Il battesimo tocca a lei, 1.21. Ministra Maria Elena Boschi, accompagnata da due pesi massimi del renzismo come Andrea Guerra (ex amministratore delegato di Luxottica e per un anno consigliere a palazzo Chigi) e Yoram Gutgeld, deputato Pd e commissario di governo per la spending review (a sua volta membro della Trilateral). A condurre l'incontro la presidente della Rai, Monica Maggioni, molto a suo agio». Si trattava della riunione annuale plenaria della Commissione trilaterale quest'anno organizzata a Roma dal 15 al 17 aprile con oltre 200 convenuti. Nell'hotel Waldorf Astoria della capitale italiana, come riporta l'articolo citato, «ci sono politici, accademici e uomini d'affari che arrivano da i tre continenti che compongono la Trilateral: Nord America, Europa e Asia. (...) Tra questi Jean Claude Trichet, ex presidente della Bce e presidente del gruppo europeo della Trilateral, il suo predecessore Mario Monti, Herman Van Rompuy, l'ex Ministro turco Ali Babacan, l'ex Ministro degli Esteri della Corea del Sud Han Sung-Joo, il russo Alexei Kudrin, i numeri uno di Intesa e Unicredit Carlo Messina e Giuseppe Vita. Per l'Italia, anche la deputata renzianissima Lia Quartapelle e Lapo Pistelli, ora all'Eni. Sabato sono attesi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che discuterà di Medio Oriente, ed Enrico Letta, nei panni di preside di Science Po a Parigi. Nella tre giorni, fino a domenica, i delegati vedranno Sergio Mattarella e Papa Francesco, discuteranno di Cina, del Medio Oriente dalle primavere arabe al duro inverno, della minaccia nucleare nordcoreana»; tra gli italiani sono stati invitati anche il Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Vincenzo Amendola, l'ex rettore della Bocconi Carlo Secchi, in qualità di presidente del gruppo italiano, Giuseppe Bono (amministratore delegato di Fincantieri), Enrico Cucchiani (ex amministratore delegato di Banca Intesa); l'ammiraglio Giampaolo Di Paola (già Ministro della difesa del Governo Monti), la direttrice di Aspenia Marta Dassù, John Elkann, Enrico Letta, Marco Tronchetti Provera, l'ex Ministro Federica Guidi e il presidente della Commissione affari esteri della Camera Fabrizio Cicchitto.

La Trilateral è una delle lobby di banchieri e petrolieri tra le più influenti al mondo che ha l'obiettivo di influire sulle scelte dei vari Governi nazionali.

Il gruppo Bilderberg (detto anche conferenza o club Bilderberg) emanazione diretta della NATO,  è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi; le discussioni che si svolgono durante queste conferenze non sono mai registrate o riportate all'esterno e pertanto questi incontri sono stati oggetto di critiche ed anche di varie teorie del complotto. Il gruppo Bilderberg è stato a lungo sospettato, da alcuni, di essere una società segreta di tipo massonico. Il gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954, quando il 29 maggio un gran numero di politici e uomini d'affari si riunì a Oosterbeek, in Olanda, all'hotel Bilderberg, da cui il nome di questa organizzazione. Da allora le riunioni sono state ripetute una o due volte all'anno. Un elenco parziale dei suoi membri è: Sofia di Grecia, Bernard Kouchner, David Rockefeller, Bernardo d'Olanda, Étienne Davignon (ex commissario europeo), Carlo d'Inghilterra, Juan Carlos di Spagna, Beatrice d'Olanda, Henry Kissinger. Numerosi partecipanti al gruppo Bilderberg sono Capi di Stato, Ministri del tesoro e altri politici dell'Unione europea, ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana. I partecipanti si distinguono in diverse categorie, ma principalmente in due: coloro che sono membri permanenti dell'organizzazione e coloro che possono essere invitati come spettatori o relatori. Tra i relatori ricorrenti ci sono alcuni giornalisti dell' “Economist”.

Nel maggio 2000, il gruppo Bilderberg è stato definito, durante una discussione al Parlamento europeo, quale "gruppo di riflessione politica di tendenze decisamente conservatrici"; l'ultimo incontro del 2010 ha avuto luogo dal 3 al 6 giugno a Sitges in Spagna e tra i partecipanti ci sarebbero stati alcuni esponenti italiani illustri quali Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, ex presidente dell'Eni; Fulvio Conti, numero uno dell'Enel; John Elkann, presidente della Fiat; Mario Monti, presidente dell'università Bocconi e, in passato, commissario della UE; Tommaso Padoa Schioppa, ex Ministro dell'economia; Gianfelice Rocca, presidente di Techint; Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.

Il Bilderberg opera nel segreto assoluto e per 50 anni non si è saputo nemmeno che esistesse. Solo di recente ha aperto un sito realizzato in grande economia e che dice di fatto pochissimo. Non si conoscono le sue finalità, i suoi membri, curiosamente, non vantano l'appartenenza al gruppo nei curricula vitae. Quando il club si riunisce in seduta plenaria ai giornalisti non è permesso avvicinarsi.

Tra i promotori del gruppo Bilderberg ci sono Bernhard van Lippe-Biesterfeld, presidente del Bilderberg fino a quando nel 1976 diede le dimissioni per lo scandalo di una tangente da 1,1 milioni di dollari dalla Lockheed Corporation per la vendita di aerei caccia all'aviazione olandese; Joseph Retinger, economista polacco, il quale fu tra i fondatori e segretario generale fino al 1952 dell'United european movement presieduto da Winston Churchill e finanziato dall'ACUE (American Committee for United Europe).

A numerosi membri è consentito di non apparire in alcun modo, nemmeno nei documenti interni. Arrivano, partecipano ma della loro presenza non rimane traccia. Ad esempio, secondo fonti ad avviso dell'interrogante credibili, nel 2008 i più alti esponenti del Governo statunitense parteciparono al summit che si svolse a Chantily, in Virginia; ma negli elenchi i loro nomi non appaiono. Così è molto probabile che molti altri personaggi abbiano partecipato al vertice in Spagna. Secondo liste informali ci sarebbero stati anche Mario Draghi, Domenico Siniscalco e Romano Prodi, che comunque sarebbero stati invitati; come aveva riferito l'inviato Charlie Skelton, l'ex segretario della Nato, Willy Claes, membro del Bilderberg negli anni '90, "ogni partecipante riceve un documento e si ritiene che i membri lo usino per determinare le politiche nelle rispettive aree di influenza". Le misure di sicurezza usate durante gli incontri sono state imponenti, e tutta la zona è stata presidiata. Alex Jones, impegnato a girare un documentario sul gruppo Bilderberg, è stato identificato e arrestato dalla polizia appena sbarcato all'aeroporto di Ottawa, rilasciato solo dopo interrogatorio. James Tucker sostiene che al meeting ci sia stata una forte frattura fra la compagine americana favorevole alla guerra in Iran e la fazione europea che invece era contraria alla soluzione militare.

Alla riunione del 2006, nonché a quella svolta tra il 31 maggio ed il 3 giugno 2007 ad Istanbul (Turchia), hanno partecipato, tra gli altri, gli italiani: Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, John Elkann, vice presidente di Fiat SpA, Mario Monti, presidente dell'università Luigi Bocconi, Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell'economia, Paolo Scaroni, attuale amministratore delegato dell'Eni SpA, Giulio Tremonti, fra l'altro allora vice presidente della Camera dei deputati. All'appuntamento del 2010 «che si è tenuto dal 3 al 6 giugno nel sontuoso Hotel Dulces a Sitges, località turistica poco distante da Barcellona», riferisce che «i leader dei colossi editoriali erano numerosi e tutti molto influenti: cominciamo proprio da un italiano, l'amministratore delegato Telecom Franco Bernabè. Con lui, l'AD di Europe 1, il francese Alexandre Bompard, l'editore dell'austriaco Der Standard Oscar Bronner, il numero uno della Washington Post Company Donald Graham. E ancora, John Micklethwait, editore dell'Economist, Matthias Nass, delegato dalla propietà di Die Zeit, Denis Oliviennes a nome dell'azionariato de Le Nouvel Observateur, Martin Wolf, editore associato ed analista del Financial Times, oltre a Vendeline Bredow ed Edward McBride, corrispondenti dell'Economist ed unici due giornalisti ammessi, ma solo per una sorta di ufficio stampa del summit». Fra gli altri italiani - assente per impegni governativi l'altrimenti assiduo Giulio Tremonti - c'erano gli immancabili Romano Prodi, Tommaso Padoa Schioppa (quest'ultimo elencato fra gli ospiti ufficiali in veste di presidente di Notre Europe, aderente alla UE, ma in realtà reso ancor più influente dalla recente investitura al vertice della finanziaria d'affari sovranazionale Promontory); e poi John Elkan e il governatore di Bankitalia Mario Draghi, altro habitué dei Bilderberg.  A maggio del 2010, nel corso del Consiglio per le Relazioni Estere a Montreal, uno fra i "padri" di Bilderberg, Zbigniew Brzezinski, aveva messo in guardia i partner dai pericoli del "risveglio politico globale", autentico ostacolo per i fautori del governo mondiale».

Attraverso la promessa "di una rivoluzione postindustriale", alleata con "un'economia verde" (...) in realtà risulteranno paralizzate le economie una volta prospere e la popolazione mondiale diventerà povera al punto che la principale preoccupazione non sarà più quella di protestare contro la riunione di 200 elitari presso una località di villeggiatura di lusso, ma quella di come arrivare alla fine del mese. Altro scopo che può decisamente dirsi già a buon punto. Daniel Estulin è stato ancor più esplicito: «L'idea dietro ognuna di queste riunioni Bilderberg è di creare quello che loro stessi chiamano "L'aristocrazia del proposito", sul modo migliore per gestire il pianeta tra le élite dell'Europa e del Nord America». In altre parole, la creazione di una rete di enormi cartelli, più potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bisogni vitali del resto dell'umanità, ovviamente dal loro punto di vista privilegiato, per il bene di noi tutti, la classe inferiore o “The Great Unwashed”, come loro ci definiscono. Peraltro, la partecipazione di Mario Draghi ai vertici di Bilderberg, che spesso ha deciso la destabilizzazione dell'ordine monetario e delle finanze, era incompatibile con la carica di governatore della Banca d'Italia e poi di presidente della BCE.

Dal Messaggero dell'8 novembre 1997 - che a Palazzo Colonna in Roma si è svolta - nella massima segretezza - una cena a porte chiuse organizzata dal Bilderberg Club, un'associazione che raccoglie personalità di primo piano del mondo politico ed economico internazionale, tra cui anche Henry Kissinger e l'avvocato Gianni Agnelli; sempre a quanto riporta il menzionato quotidiano romano, hanno partecipato alla cena il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, il Ministro degli affari esteri Lamberto Dini e - ipotizza il Messaggero - il sottosegretario Piero Fassino.

I suddetti membri del Governo italiano sono stati membri del Bilderberg Club? Secondo molti osservatori il Bilderbergper il peso specifico che i suoi componenti hanno nell'economia dei rispettivi paesi così come in quella mondiale, influenza sino a condizionarle le scelte politiche dei singoli Stati minandone l'indipendenza e plagiando gli organismi internazionali; il "BILDERBERG" per esempio è stata addirittura la forza traente che dietro le quinte elaborò il Trattato di Roma (1957): prima tappa verso il Mercato Unico, un progetto già deciso allora nei suoi particolari, nell'interesse delle multinazionali.

In un incontro tenutosi dal gruppo Bilderberg in Grecia dal 22 al 25 aprile1993 e nel quale si è trattato - si ignora in quali termini - anche dell'Italia, ad acuire la curiosità sono i nomi dei due relatori al seminario sull'Italia tenuto dal Bilderberg. Uno è Renato Ruggiero, un membro del Consiglio d'Amministrazione della Fiat Spa. L'altro è Lord Eric Roll di Ipsden: un personaggio che - sconosciuto al pubblico - è tuttavia uno dei principali "decisori" dell'oligarchia finanziaria. Già direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale e membro del consiglio dei governatori della Banca d'Inghilterra, nonché socio fondatore della Kissinger Associates (il gruppo di consulenza geo-politica creato da Henry Kissinger), Lord Eric Roll è soprattutto dal 1974 il presidente della S. G. Walbrug: la più ramificata e influente banca d'affari anglosassone. Converrà ricordare che i più alti dirigenti della S. G. Warburg erano imbarcati sul "Britannia" quel 2 giugno '92 in cui, sullo yacht della regina Elisabetta, salirono col cappello in mano parecchi esponenti del mondo bancario e imprenditoriale italiano: per ricevere le direttive, al largo di Civitavecchia, ma su territorio britannico e al riparo da orecchie indiscrete, su come condurre le "privatizzazioni" in Italia. Peccato non poter sapere quello che hanno deciso per noi i padroni del vapore-Britannia, sappiamo invece (anche perché la discussione è stata aspra, sicché qualcosa ne è trapelato) cosa hanno deciso i signori del Bilderberg ai danni della Russia nelle loro giornate greche: di continuare ad appoggiare la cura di "liberalismo selvaggio" imposta a Mosca dal Fondo Monetario, che ha già prodotto un crollo del 20 per cento della produzione industriale, un'inflazione del 650% e la riduzione del 50 per cento dei salari russi. Nel sancire la politica mondiale da imporre alla Russia, questi fantocci non hanno ovviamente trascurato il loro tornaconto. A Vouliagmeni, il Bilderberg ha istituito un “alto consiglio dei 12”, composto di 12 suoi membri "di statura tale da aver accesso a qualunque governo", inteso ad assicurare che le repubbliche ex-sovietiche non possano ricevere finanziamenti dall'estero, se non come contropartita di "diritti di sfruttamento" delle loro materie prime (petrolio anzitutto): diritti che dovranno attribuire a basso prezzo alle multinazionali così ben rappresentate nel Bilderberg. Un diritto al saccheggio, poiché il potere di questo sodalizio oscuro è immenso e di esso fanno parte anche autorevolissimi esponenti italiani, chi siano (ai fini della tutela dell'indipendenza nazionale e degli autentici interessi italiani e delle conseguenti verifiche) i membri italiani del gruppo, quali analisi e soprattutto quali scelte esso abbia compiuto relativamente all'Italia?


Riferimenti:

https://www.governo.it/it/articolo/washington-il-presidente-meloni-incontra-henry-kissinger/23345

https://www.agi.it/politica/news/2023-07-28/incontro-meloni-kissinger-arlington-22430510/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=falcone

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=bilderberg

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ciampi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=prodi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=berlusconi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=1943

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=churchill

Gianni Lannes, Il grande  fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.






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