6.7.23

CAMPI FLEGREI: BOMBA AD OROLOGERIA!

 


di Gianni Lannes

Un'altra tragedia imminente colpirà il Belpaese? In attesa di una preannunciata esplosione distruttiva. In Italia, ai Campi Flegrei, dove vivono circa un milione e mezzo di ignare persone, in mezzo a una miriade di case abusive, c'è un apparato vulcanico che rischia di eruttare e di provocare innumerevoli vittime umane e danni di grande entità, alla stregua del Vesuvio. Infatti, la rivista scientifica “Communications Earth & Environment” vi ha dedicato particolare attenzione. 



Lo studio è stato condotto da diversi ricercatori, in prevalenza italiani, ma l’autore principale è Christopher Kilburn, docente universitario di Scienze della Terra a Londra. Le conseguenze di un'eruzione potrebbero essere catastrofiche. E i piani di sicurezza per la popolazione? A dir poco discutibili, o meglio, inefficaci, datati e mai effettivamente collaudati dalla gente. Ecco cosa ha stabilito la Protezione civile:

«Già nella fase di “preallarme”, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa (es. seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) ricevendo un contributo economico da parte dello Stato. Alla dichiarazione di “allarme” invece tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni), così articolato: prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico; successive 48 ore per la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali; ultime 12 ore, come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di protezione civile».

Ma un'improvvisa eruzione in un un vasto territorio fortemente antropizzato, consente un esodo rallentato di masse umane terrorizzate? Parola ancora della Protezione civile: «Attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo e la fase operativa adottata è di “attenzione”. Data la complessità del sistema vulcanico flegreo, caratterizzato dalla compresenza di numerosi crateri, e l'assenza di eruzioni recenti, non è possibile prevedere con certezza quando, come e dove avverrà la prossima eruzione. Inoltre non è possibile escludere che la ripresa dell’attività eruttiva avvenga da più bocche contemporaneamente, né prevedere la durata dell’attività. Da uno studio probabilistico effettuato - che ha considerato gli ultimi 5 mila anni di attività dei Campi Flegrei - è emerso che, in caso di riattivazione del vulcano, si avrebbe circa il 95% di probabilità che si verifichi un’eruzione minore o uguale a quella di taglia media. Pertanto l’aggiornamento della pianificazione nazionale di protezione civile si basa su questa tipo di eruzione che prevede i seguenti fenomeni: formazione di una colonna eruttiva composta da gas e brandelli di lava incandescenti, alta fino a decine di chilometri; caduta di materiale vulcanico sia di grosse dimensioni nell’area più vicina alla bocca eruttiva, sia di ceneri e lapilli anche a diverse decine di chilometri di distanza, lungo la direzione del vento; scorrimento di flussi piroclastici (valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici) formati dal collasso della colonna eruttiva. Questi flussi hanno velocità e temperature elevate e possono scorrere per alcuni chilometri. In aggiunta, ai Campi Flegrei possono verificarsi particolari fenomeni esplosivi legati al coinvolgimento di acqua esterna, noti come esplosioni freatiche, in aree con intensa attività idrotermale (area Solfatara/Pisciarelli), o dove esistono attualmente significative disponibilità di acqua superficiale, quali ambienti lacustri (Agnano), laghi intra-craterici (Averno) e mare (Golfo di Pozzuoli)».

Come ricostruito dalla ricerca sopradetta, se i Campi Flegrei dovessero “riaccendersi”, andrebbero ad eruttare roccia fusa e gas vulcanici nella stratosfera, scatenando tsunami di ben 33,5 metri di altezza. Non andrebbe sottovalutato nemmeno il pennacchio di zolfo e cenere tossica. La rottura della crosta potrebbe infatti aprire una fessura, con il magma che dovrebbe essere sospinto verso l’alto e soprattutto nel punto giusto per dar vita al fenomeno catastrofico. Tra l’altro, c’è da fare una precisazione importante in questo caso. Tra gli elementi chimici più pericolosi che verrebbero messi in circolo c’è di sicuro il fluoro, capace di uccidere piante e provocare malattie negli animali. Nel corso del XX secolo, questo vulcano ha dato segni di agitazione e risveglio a cadenza decennale e c’è una spiegazione ben precisa per questo brontolio che non sembra terminare più. Tutto è probabilmente legato al gas vulcanico che penetra in profondità nella crosta (fino a 3 chilometri), venendo assorbito come se fosse una spugna. Ecco perché la crosta stessa si allunga, si deforma e tende persino a scivolare, causando terremoti con ipocentri superficiali. Il calore e la pressione sono in grado di sospingere le rocce oltre il limite critico del cosiddetto “degassamento”, aprendo una fessura che farebbe esplodere il magma sottostante. Al bando il catastrofismo, ma alla luce di simili fatti, è possibile fidarsi delle inaffidabili autorità tricolore?


Riferimenti:

https://www.nature.com/articles/s43247-023-00842-1

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-sismico-e-vulcanico-2/banche-dati?id=217

https://www.ov.ingv.it/index.php/cataloghi-sismici-vulcani-napoletani?category[0]=73&category_children=1&own=0

https://www.ov.ingv.it/

https://zenodo.org/record/6389920#.ZD0GCnbMJD8

http://terremoti.ingv.it/

https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-rischi/piano-nazionale-campi-flegrei/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vesuvio

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/02/campania-una-strage-annunciata.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/05/napoliterremoto-rasoterra.html

Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni mondo nuovo, Pescara, 2023.

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