1.7.20

DIDATTICA GRULLINA!


Legge 41/2020


di Gianni Lannes

Grillina o grullina? Tutto e il contrario di tutto. Ecco l'ultima sparata in ordine temporale. Lucia Azzolina in audizione alla commissione Istruzione del Senato ha dichiarato alla lettera:

«Nessuno ha mai affermato che la didattica digitale possa o debba sostituire la didattica in presenza. La configurazione concettuale e concreta dell'attività a distanza rappresenta una sfida e al contempo un'opportunità, complementare alla didattica in presenza».

Invece, leggendo con attenzione il Decreto legge 8 aprile 22/2020 (convertito in legge 6 giugno 2020, numero 41) scopriamo che, di didattica a distanza si parla nell’articolo 2, comma 3 del quale, a quanto pare, molti non hanno letto neppure il titolo: “Misure urgenti per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021”. Si tratta, appunto, del prossimo anno scolastico. Al comma 3, è scritto testualmente: «In corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione …».

Dunque, l'Azzolina ha mentito. Insomma, una netta sterzata rispetto alle posizioni sostenute in un recentissimo passato, quando certo non aveva parlato di una sostituzione tout-court della didattica tradizionale con quella a distanza ma della seconda aveva tessuto sperticate lodi, arrivando anche ad ipotizzare la ripresa del prossimo anno a scolastico a distanza. L'Azzolina ha ricordato che «nel mese di settembre 2020, le attività didattiche riprenderanno in presenza e in sicurezza su tutto il territorio nazionale». Ma se il 31 luglio 2020 scade l'emergenza sanitaria, perché l'8 aprile sono state emanate tali misure di contenimento valide per il prossimo anno scolastico? Tutto pianificato come da copione eterodiretto?

Legge 41/2020


 A parte il fatto che non si comprende come la “DAD” possa diventare "obbligatoria" da un giorno all’altro, senza nessun tipo di contrattazione, senza stabilire con quali strumenti software e hardware, con quali connessioni, con quali finanziamenti, senza alcun approfondimento sugli aspetti legati alla privacy o sul fatto che molti alunni sono minorenni e così via.

Le menzogne, si sa, hanno le gambe corte. E per dirla con Gianni Rodari: "nel paese della bugia la verità è una malattia".




Riferimenti:






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