21.1.19

5.229 MINORI SCOMPARSI IN ITALIA NEL 2018: SALVINI E DI MAIO NON FIATANO!




di Gianni Lannes

Migliaia di “irreperibili”: bambini e ragazzi affidati alla custodia dello Stato italiano che svaniscono nel nulla. Non sono numeri ma esseri appena affacciati alla vita, eppure il dato ufficiale ministeriale appare comunque ampiamente sottostimato. Forse perché troppo indaffarati con un'altra campagna elettorale,  i ministri nonché vicepresidenti del consiglio, Salvini e Di Maio, pubblicamente interpellati, tacciono inspiegabilmente. Peraltro l’Italia non ha ratificato la convenzione europea sul traffico di organi umani (non entrata in vigore da noi), che

"invita i governi a rendere il prelievo illecito di organi da donatori viventi o deceduti infrazione penale".

Ma non si scandalizza anima viva di questo abominio. E una serie di documentate denunce dell’avvocato Carlo Palermo (già magistrato antimafia) sono state incredibilmente archiviate. 

foto Gilan©
 
Ricongiungimenti familiari dei piccoli migranti non accompagnati, o piuttosto gli indisturbati affari di alcune cliniche private sostenute da medici insospettabili? Perché l’autorità giudiziaria pur stimolata da tempo, non dà un’occhiata approfondita in certi retroscena sanitari? Singolare coincidenza: in Italia considerando gli ultimi 20 anni, diminuiscono i donatori spontanei di organi umani, ma al contempo aumentano i minori scomparsi. C’è forse una stretta correlazione tra questi fenomeni elusi dai politicanti, dai magistrati, dai mass media e dall’opinione pubblica? L'Italia già nel 1993 in seno al Parlamento europeo in base ad una documentata risoluzione approvata all'unamità anche dagli onorevoli nostrani, era stata accusata di essere il crocevia occidentale del commercio di parti umane, con conseguente morte dei piccoli malcapitati.




dichiarazioni parlamentari (25 febbraio 2009) del ministro Maroni

Il 25 febbraio 2009, l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, in un’infuocata seduta parlamentare, ebbe a dichiarare testualmente:

«Dai dati in possesso del commissario per le persone scomparse, a partire da 1974, data in cui è iniziata la rilevazione, i minori scomparsi nel nostro Paese, che risultano ancora da ricercare, sono ben 10.267, di cui 1.810 sono italiani e 8.457 stranieri. Per quanto riguarda solo il 2008, i minori stranieri scomparsi e ancora da rintracciare sono 1.008 rispetto ai 322 italiani. Oltre ai 1.008 stranieri, sono quindi scomparsi nel 2008 anche 322 minori italiani, per un totale di 1.330 minori. Questo dato, sommato a quelli dal 1974 in poi, fa la somma prima citata di 10.267, che sono quelli scomparsi e non rintracciati».





Il 30 gennaio 2009 il quotidiano La Stampa riportava la seguente notizia:

In Italia ci sono dei segnali sulla esistenza di un traffico di organi di bambini. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervenendo a Roma alla presentazione del rapporto umanitario 2009 dell’Unicef. «Abbiamo delle evidenze di traffici di questo tipo di minori presenti e rintracciati in Italia - ha infatti detto Maroni - e uno dei mezzi più efficaci che useremo per contrastarlo sarà l’attuazione di un accordo internazionale chiamato "Prud", che istituisce la banca dati nazionale e degli altri paesi europei del Dna. Con questi strumenti - ha concluso - potremmo contrastare meglio il fenomeno». Le «evidenze» del traffico di organi di minori in Italia si spiegano con l’analisi incrociata dei dati sui ragazzi extracomunitari scomparsi dopo esser arrivati a Lampedusa e le segnalazioni relative al traffico d’organi inviate dai paesi d’origine alla polizia italiana tramite Interpol, ha poi spiegato il ministro dell’Interno. La traccia del traffico d’organi, ha aggiunto, è rintracciabile «negli esposti provenienti da diversi paesi del mondo che nel corso degli anni, e anche nel 2008, sono stati portati all’attenzione della polizia italiana, che ha iniziato un’attività di indagine». Evidenze, inoltre, che «si incrociano con un dato che è assolutamente negativo e molto preoccupante e che riguarda i minori extracomunitari che spariscono ogni anno in Italia». Il titolare del Viminale cita il dato relativo al 2008: «Su 1.320 minori approdati a Lampedusa l’anno scorso, ovviamente portati da qualcuno, circa 400 sono spariti. Di loro non abbiamo più notizie. Incrociando questo dato con alcuni esposti sul traffico di organi, arrivati dai paesi d’origine di questi minori, possiamo ritenere che il fenomeno tocchi anche il nostro paese». Nel nostro paese «in questi ultimi anni -scriveva il Censis nel rapporto dello scorso anno sulla tratta di esseri umani a scopo di traffico di organi- sono state avviate alcune indagini della magistratura su casi di vendita di minori, presumibilmente legata al traffico illegale di organi, senza peraltro che le indagini giungessero a prove concrete». In uno dei casi più recenti, affermava il Censis, «il dott. Adelchi d’Ippolito della Procura di Roma ha aperto in Albania un’inchiesta su un presunto traffico di minori, che si sospetta fossero stati trasferiti illegalmente in Grecia e in Italia e sottoposti a trapianti illegali. Il traffico di minori sembrerebbe coinvolgere l’Italia non solo come paese di transito, ma anche come destinazione finale dove vengono eseguiti gli espianti. L’inchiesta è in fase di svolgimento e i magistrati inquirenti si attendono sviluppi significativi». È invece diverso, precisava però il Censis, il caso del commercio illegale di organi: «Ci sono diverse prove di trapianti ricevuti da cittadini italiani nel paese del donatore. Nella maggior parte dei casi si sono recati in India per ricevere un trapianto dato che, fino al 1994, in quel paese la vendita d’organi è stata legale». Quanto alla rete italiana, «i controlli previsti - avvertiva l’istituto di ricerca - parrebbero fornire garanzie sufficienti ad impedire l’ inserimento di un organo di provenienza illecita nel circuito legale dei centri trapianti della Sanità pubblica», ma «il quadro potrebbe essere diverso nel caso in cui si ipotizzi l’ esistenza di un percorso clandestino svolto in centri privati, non ufficiali, molto attrezzati e totalmente sconosciuti al Servizio sanitario nazionale».

Il 31 gennaio di 9 anni fa il giornale Il Secolo XIX tornava sullo spinoso argomento:
Circa 400 bambini extracomunitari, su 1.302 approdati a Lampedusa lo scorso anno, sono spariti nel nulla. Secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni c’è il fondato sospetto che siano diventati carne da macello per i trafficanti di organi. Le prove? Nulla di concreto, per ora. Ma tracce di un commercio raccapricciante che riguarda anche l’Italia sarebbero state individuate dalle autorità «incrociando i dati sui minorenni scomparsi con alcuni esposti sul traffico di organi, arrivati dai Paesi d’origine di questi ragazzini» ha spiegato il ministro nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’Unicef, svoltasi ieri a Roma.

Reazioni immediate. L’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) ha smentito Maroni affermando che «ad oggi non esiste nessuna denuncia da parte delle autorità competenti, nei confronti dei Centri di trapianti del nostro Paese. Il presidente Vincenzo Passarelli ha anzi parlato «di miti, timori ancestrali, false notizie, illazioni senza conferme, falsità manifeste». La stessa sezione italiana di Save the Children, organizzazione internazionale per la difesa dei bambini, ha affermato di non avere riscontri rispetto ad un coinvolgimento dell’Italia nel traffico di organi. Tuttavia, il direttore Valerio Neri si è detto «drammaticamente preoccupato» dalle parole del ministro dal quale ora si aspetta «riscontri» documentati.

La denuncia non coglie invece di sorpresa il Censis che nel rapporto dello scorso anno sulla tratta di essere umani aveva già scritto di indagini avviate dalla procura di Roma su un presunto traffico di minori dall’Albania all’Italia per effettuare illegalmente espianti di organi. E l’Italia, sempre secondo il Censis, sarebbe coinvolta non solo come Paese di transito, ma anche come sede di espianti. Quella dei «bambini invisibili» è un’emergenza anche per i pediatri di famiglia della Fimp che ha sottolineato i rischi connessi «alla clandestinità dei minori extracomunitari».

L’allarme di Maroni ha subito messo in moto la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale. Il presidente Ignazio Marino (Pd) ha convocato «d’urgenza» il ministro, le cui parole «sono di una gravità inaudita - ha osservato il senatore - e vanno al più presto chiarite e approfondite». Perché, ha sottolineato Rosy Bindi (Pd), vicepresidente della Camera, «sarebbe irresponsabile, nei confronti dei malati e dei professionisti della salute, gettare sospetti sulla sicurezza e l’affidabilità della rete dei trapianti in Italia». L’audizione è prevista la prossima settimana.
Nel frattempo il ministero dell’Interno ha trovato una ragione di più per accelerare sull’istituzione della banca dati del dna, considerata da Maroni l’unico strumento efficace per contrastare il fenomeno. «Oggi - ha detto il ministro - gli strumenti a disposizione non ci consentono di accertare se effettivamente la scomparsa di questi minori sia da mettere in relazione a un traffico di organi. Saremo in grado di farlo appena il Parlamento approverà il trattato internazionale di Prum, già approvato dal Senato». Trattato che prevede appunto l’istituzione della banca dati.

I bambini vittime del traffico di organi sono almeno 60mila nel mondo, secondo Maria Burani Procaccini (Pdl), ex presidente della Commissione bicamerale infanzia. E «il ministro ha visto bene nel sottolineare questa grave emergenza che si chiama crimine». Sulla pelle dei minori, sempre secondo la Procaccini, si gioca un business di un miliardo e 200 milioni di euro. È in Asia e Sud America che il fenomeno raggiunge i livelli più preoccupanti. Con un dato complessivo, conferma l’Organizzazione mondiale della sanità, allarmante: si stima che almeno il 10% di tutti i trapianti di rene a livello mondiale sia stato frutto di un traffico illegale. Un fenomeno che negli ultimi anni sta però anche cambiando volto. Il traffico di organi, infatti, oggi segue anche un’altra via: quella della Rete. In Colombia e in India, in particolare, la compravendita di organi avviene attraverso internet.

Silenzio istituzionale che si traduce in omertà, non in Africa ma nell’opulenta Europa, anzi in Italia che in ogni caso nel 1991, con la legge 176, ha ratificato solo sulla carta la Convenzione sui diritti del fanciullo. L'inquilino di Palazzo Chigi che fa? E il capo dello Stato non spende neanche un laconico comunicato? 

Non si può far finta di non vedere, di non sapere. Un giorno dovremo rendere conto di questi morti innocenti.

Il Corriere della Sera, 25 marzo 1992
 






Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, LPE, Cosenza 2016.