23.1.18

MONDI DAUNI


LA STELE RECUPERATA A LONDRA
 
Energie a perdere e tesori nascosti: un'altra musica per un viaggio nell'armonia di una civiltà ignorata. Qui c'è il futuro e talenti infiniti. Bentornati nell'antica Daunia, tanto cara a Diomede e Federico II di Svevia. Verso Sud: le parlate in questo microcosmo volano sulle vette della poesia. Borghi apparentemente "minori" nelle classificazioni correnti, ma in reatà umanamente maggiori. Questi luoghi inaspettati e poco esplorati che splendono di una bellezza primigenia, non vivono solo nella memoria dell’infanzia. Solo due parole: dolcezza e amore. Qui salire vuol dire arrancare nei tornanti, perché le strade a saliscendi sono lingue sbrindellate d’asfalto avariato dalle intemperie.

Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo. Nonostante l’arcinoto e conclamato rischio idrogeologico e sismico, le autorità hanno consentito la realizzazione speculativa di insediamenti industriali eolici nei crinali più incontaminati. Non è tutto: qui la rapina, anzi la spoliazione delle risorse a favore delle multinazionali è sfacciatamente dello Stato, ma in seconda battuta della Regione e in egual misura dell'ente Provincia. Infatti, almeno da mezzo secolo va in onda il furto "legalizzato" del gas dal sottosuolo. Oggi, secondo i dati ufficiali sono addirittura 125 i pozzi operativi, autorizzati dalla regione Puglia, sempre più baricentrica. Agli autoctoni vanno solo i danni, neanche l’elemosina delle royalties. Mentre Volturino nonostante le denunce è ancora crocifissa dalle antenne radiotelevisive abusive, a Lucera le ecomafie vogliono impiantare a tutti i costi discariche di rifiuti.


Basta inerpicarsi su Monte Sidone o Monte Cornacchia (la vetta più elevata della Puglia) fluttuando nei boschi per scrutare il Tavoliere (un antico mare), il Gargano (un'isola) e l'arcipelago delle Diomedee all’orizzonte. Alberona e Biccari sono incastonate in collina. In loco la bellezza naturale si contempla nella storia. A Roseto Valfortore dove il tempo convenzionale si è fermato, la gentilezza delle persone commuove il viandante. Qui resiste una buona qualità della vita.

Quei ricordi. Quando sono tornato dopo anni di peregrinazioni la vista del paesaggio e dei suoi colori morbidi mi ha tranquillizzato, instillandomi la sensazione che la mia anima si fondesse con l’aria circostante in uno stato di liberazione e pienezza.

Viaggiare vuol dire conoscere ed amare l’umanità. Comunque, per capire bisogna toccare con mano le condizioni difficili in cui versano oggi i Dauni, tra marginalità politica, regresso economico e rassegnazione sociale.  L'empatia emotiva è più intensa del previsto, e si rischia di restare ammaliati dalla malinconia dauna. Il sentimento imperante è la nostalgia per qualcosa di perduto, qualcosa che potrebbe assomigliare al mal d’Africa, ovvero un po’ di più della semplice nostalgia per un certo luogo, quanto piuttosto uno stato d’animo di sconvolgente empatia per luoghi e persone. Il desiderio è quello di tornare ad immergersi in paesaggi mozzafiato e ritrovare il filo di conversazioni sospese. Una nostalgia morbida ci rosicchia l’anima: impossibile cancellare dal cuore le immagini, i suoni, e il respiro dei Monti Dauni. Non si tratta di nostalgia per la terra in sé, quanto del desiderio di ritorno a valori positivi associati ai Mondi Dauni, persi nelle pieghe cruente della storia. La Daunia, sia chiaro, non è una colonia.


riferimenti:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/09/i-tesori-della-daunia.html