26.1.12

A SUD IL MOSE' ITALIANO

di Gianni Lannes


Quei contadini pugliesi che si convertirono all’ebraismo nel momento in cui scattarono le persecuzioni antisemite. Il giorno della memoria. rimossa ma non estinta. ‘Italya’ in ebraico vuol dire “isole delle meraviglie”. E ‘Negba’ nell’antico idioma significa “verso Sud”. Appunto: in direzione di una pagina memorabile del Mezzogiorno sconosciuta o quasi. Quei ‘cafoni’ del Gargano si convertono all’ebraismo proprio nel momento in cui entrano in vigore le persecuzioni antisemite. Essere ebrei poteva essere soltanto un destino non una scelta. E invece. Addirittura braccianti e artigiani, allo stremo per la fame osano, mettere al sicuro, sotto il naso dei nazisti, giovani ebrei fuggiti dalla Toscana e aiutano sfacciatamente quelli al confino.

25.1.12

AL SUPERMERCATO DEGLI AFFARI OSCURI

di Gianni Lannes


Benvenuti in Puglia, dove tre quarti del sistema lavorativo è caratterizzato dall’assenza della più elementare tutela giuridica; dove imperversa il lavoro nero, super sfruttato e precario, dove la disoccupazione raggiunge picchi vertiginosi e attecchiscono speculazioni e usura. L’importante è fare man bassa del denaro pubblico: è il caso degli 82 milioni di euro elargiti a pioggia nella regione senza alcun controllo rigoroso. Ecco Orta Nova in provincia di Foggia, beneficiata da una fetta sostanziosa di questa torta. Il pretesto formale? I “Programmi integrati di riqualificazione delle Periferie”. Sei anni fa la giunta Vendola ha indetto un bando regionale (deliberazione numero 870 del 19 giugno 2006, poi modificata con atto numero 1542 del 13 ottobre 2006). Nel Bollettino Ufficiale (numero 81 del 29 giugno 2006, da pagina 10788 in poi) è spiegato che «I PIRP sono finalizzati alla rigenerazione delle periferie urbane (…) includono la riqualificazione dell’ambiente costruito (attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici), la riorganizzazione dell’assetto urbanistico (attraverso il recupero e/o la realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie integrate alla residenza e alle altre attività di servizio), il miglioramento della qualità ambientale, la promozione dell’occupazione e dell’iniziativa imprenditoriale locale, il contrasto all’esclusione sociale (…) I PIRP sono elaborati con la partecipazione attiva degli abitanti, finalizzata a garantire interventi che rispondano ai loro bisogni, desideri e aspettative, a migliorarne la qualità della vita e la sicurezza (…)». Intenti nobili, non c’è che dire. Allora perché la giunta Vendola ha elargito ben due milioni di euro per finanziare una speculazione su terreni comunali? Due in particolare: il gruppo tedesco Rewe che controlla la catena dei supermercati “Penny Market” e l’impresa Festa Costruzioni Generali srl che ha costruito appartamenti privati beneficiando di suoli pubblici. 


23.1.12

SUD: DEPORTAZIONE INFINITA

Partigiani catturati.

di Gianni Lannes

I lager non sono un’invenzione dei nazisti: già 150 anni fa i Savoia, hanno massacrato in Piemonte e Lombardia migliaia di soldati borbonici, rei di non essersi sottomessi al loro dominio. Vi dice qualcosa Fenestrelle? In seguito, i savoiardi pensarono di estendere il trattamento all’intero   Mezzogiorno recalcitrante. Comunque “i meridionali dovrebbero essere deportati in un luogo disabitato e lontano migliaia di chilometri dall’Italia. In Patagonia, per esempio”. Non si tratta dell’ultima provocazione leghista delle rozze sanguisughe razziste Bossi e Borghezio. E’ una cosa seria ammantata ancora oggi dall’eterno segreto di Stato. Provate a fare richiesta di atti e documenti in materia al Ministero degli Esteri. Intenzioni e progetto portano la firma di un Presidente del Consiglio italiano: Luigi Federico Menabrea (che era nato nell’estremo Nord Italia, a Chambéry, oggi in territorio francese). Imperversa il 1868: l’Italia “unita” con la violenza, il saccheggio, l’inganno e il denaro dei massoni inglesi - certo non i Mille di Garibaldi - muove i suoi primi passi e deve affrontare il brigantaggio al Sud. Nemmeno la pena di morte senza processo (con la famigerata legge Pica) sembra dissuadere i briganti, vale a dire i partigiani dell’epoca che sempre più numerosi si riuniscono in bande. Così il governo italiano, avendo già sterminato interi paesi, compresi i neonati (ad esempio: a Casalduni e Pontelandolfo) decide di cambiare strategia: deportare i briganti e loro sostenitori dall’altra parte del globo terrestre, in modo da recidere affetti e rapporto con il territorio. Un progetto perseguito per oltre un decennio e che fallì solo per la ritrosia dei Paesi stranieri a cedere aree per impiantare mattatoi per meridionali italiani. 

Partigiani Meridionali.

20.1.12

100 MILIARDI DI EURO:
EVASIONE DI STATO ITALIANO

(foto web)

di Gianni Lannes


Affari a gonfie vele e puzzo di mafie dai colletti inamidati. Il Parlamento della casta neanche sfiora questo gioco di potere, pur di mantenere i privilegi. Ecco cosa accade quando il gioco d’azzardo è legalizzato dallo Stato ai concessionari. Avanti con la lista dei grandi evasori: la società Atlantis dell’onorevole Amedeo Laboccetta (An, poi Pdl) deve all’Erario ben 31,5 miliardi. Seguono: Cogetech (9,4 miliardi di euro), Snai (8,1 miliardi di euro), Lottomatica (7,7 miliardi di euro), Cirsa (7 miliardi di euro), Hbg (7 miliardi di euro), Codere (6,8 miliardi di euro), Sisal (4,5 miliardi di euro), Gmatica (3,1 miliardi di euro) e Gamenet (2,9 miliardi di euro).  A distanza di 6 anni le sanzioni non sono state ancora pagate, mentre lo Stato, o meglio, il governo Monti si accinge a fare il maxi sconto, nonostante un processo in corso. Il totale fa quasi 100 miliardi di euro, considerando che le cifre sono arrotondate per difetto e vanno calcolati gli interessi di mora e le sanzioni sul mancato prelevamento del Preu, il prelievo che i Monopoli dovevano esigere su ogni giocata delle slot machine. E senza tenere conto delle sanzioni che erano state richieste nei confronti dei vertici dell’amministrazione dei Monopoli e che potrebbero essere confermate. Cifre a nove zeri, basti pensare che al direttore Giorgio Tino è stato contestato un danno per 1,2 miliardi di euro. Dulcis in fundo: le sale Bingo gestite da compagni del Pd. Vero Bersani? Chissà se Prodi, Visco e compagnia bella rammentano il clamoroso inghippo e la relazione della Commissione Grandi.

PARLAMENTARI: 1000 EURO AL MESE
E ZERO PRIVILEGI

Camera dei Deputati.
di Gianni Lannes

Che ne dite di un referendum popolare per cancellare radicalmente i privilegi della casta? La politica è una missione al servizio della collettività. Allora, vuoi fare il politicante a Roma? Accontentati di un migliaio di euro al mese, altrimenti a casa. Niente di nuovo: lo ha già dettato la Costituzione. Lo stipendio equo per senatori e deputati italiani è 1.138 euro netti al mese. Lo hanno stabilito i costituenti con la legge 9 agosto 1948, numero 1102: «Determinazione dell’indennità spettante ai membri del Parlamento». Le firme sono tutte di uomini d’altri tempi e tempra. La prima è quella di Luigi Einaudi, la seconda è quella di Alcide De Gasperi, la terza è quella di Ezio Vanoni, ministro del Bilancio e delle Finanze, e la quarta quella di Giuseppe Pella, ministro del Tesoro. Timbro posto dal guardasigilli Giuseppe Grassi. 

14.1.12

NATURA NOMADE: IL "FATTORE ULISSE"


Cosa spinge un individuo ad avventurarsi in luoghi sconosciuti, ad affrontare zone della Terra inesplorate? Qual è la molla che fa scattare il desiderio di lasciare tutto quanto di sicuro è intorno a noi per vivere un’esperienza ai limiti del possibile, per inseguire un sogno ritenuto irrealizzabile? Un gruppo di scienziati israeliani ha approfondito l’argomento. Hanno così  scoperto che in alcuni individui è presente una mutazione nel Dna che li predispone all’avventura e all’esplorazione e l’hanno battezzata “fattore Ulisse”. Ecco spiegato scientificamente perché ci sono esseri umani sedentari e altri invece votati all’avventura. Ma il viaggio non è solo esplorazione geografica, non è spostarsi fisicamente da un luogo all’altro: è anche e soprattutto un percorso interiore, una scoperta continua di se stessi a contatto con le meraviglie della natura.


13.1.12

CAMPANIA D'AMIANTO

Non solo fabbriche e raffinerie: anche ospedali, abitazioni, scuole, manicomi, carceri e caserme. Un’autentica polveriera con tanto di miccia innescata. «La Campania presenta una delle situazioni di maggior concentrazione del rischio amianto in Italia, condizione di primato negativo resa ancor più allarmante da una mancata attuazione di un piano per la prevenzione e la fuoriuscita dal pericolo. Programma che doveva essere varato almeno dal 1992 in base alla legge 257 del ’92, come da tempo si dovevano attrezzare le aziende sanitarie locali per seguire quelle migliaia di lavoratori esposti al pericoloso minerale». L’Osservatorio nazionale amianto non esagera. La sua denuncia è cruda, rivela il presidente dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni: «In Italia sono dislocate numerosissime imprese le cui lavorazioni implicano ancora oggi l’uso di materiali contenenti amianto, con conseguenti danni alla salute dei dipendenti e alla popolazione civile esposta». L’elenco delle aziende - secondo una ricognizione della Cgil - dove la presenza della fibra cancerogena supera il livello di guardia è corposo. Si parte dal comparto ferroviario: dalla famigerata Sofer (Breda-Menarini), all’Ansaldo, all’Avis, alla Firema, alla Sepsa, alle Ferrovie dello Stato, all’Isochimica di Elio Graziano. Ma coinvolti sono un po’ tutti i settori: il navalmeccanico (Italcantieri, Camed, aziende e aziendine dell’indotto portuale, compagnie di navigazione), il siderurgico (Ilva, Wagi, Partenofond), il petrolchimico (Q8), il cemento-amianto (Eternit, Nuova Sacelit, Tecnotubi). Soltanto a Napoli si va da numerosi edifici scolastici ad altrettanti nosocomi, dai quartieri popolari all’ex palazzone Sip nel bel mezzo della città. E il pericolo amianto non risparmia nemmeno l’ambito pubblico: dall’ex Atan (oggi Azienda napoletana mobilità) all’Actp. E pensare che la circolare 45 del Ministero della Sanità predisponeva già nel 1986 una rilevazione sempre a cura delle Regioni, di scuole e strutture sanitarie in cui vi fosse presenza del minerale letale. Invece non n’è fatto niente. Con i rischi facilmente comprensibili e, per sovrapprezzo, con le cifre dell’Istituto superiore di Sanità, che indicano la Campania come la regione più a rischio per il mesotelioma, l’incurabile patologia che colpisce la pleura e il peritoneo. Sono numerose le leggi e le circolari che in passato hanno stabilito anche in Italia direttive per la fuoriuscita dal rischio amianto.
 

6.1.12

MARCEGAGLIA & VENDOLA
UCCIDONO IL NERO DI TROIA

In Germania viene premiato mentre in Puglia il governatore Vendola ne decreta la morte a tavolino. Uno dei più antichi e prestigiosi vitigni italiani, nativo della Daunia, si aggiudica la medaglia d’oro al concorso internazionale Mundus Vini bio-fach 2012 di Norimberga, ma è insidiato in provincia di Foggia dal costruendo inceneritore assolutamente fuorilegge della società Eta, autorizzato in deroga alle normative italiane e comunitarie, prima da Fitto e infine da Vendola. In particolare, si tratta del Nero di Troia vinificato in bianco (“Blanc de Noir”), prodotto dalla cantina Duca D’Ascoli di Castelluccio dei Sauri.