4.4.24

UN SUPERMERCATO CONAD SU UN TESORO ARCHEOLOGICO!

 

foto Silvia Camporesi


di Gianni Lannes

Asfalto e cemento armato su un'area archeologica appena venuta alla luce. Accade a Sarsina in Romagna, dove l'amministrazione comunale ha deciso di ricostruire una vecchia palestra ormai obsoleta e ha stretto un accordo con la società Conad, beneficiandola per realizzare sull'area anche un supermercato.

Al termine delle demolizioni del vecchio immobile, sono stati disposti dalla Soprintendenza degli scavi al fine di verificare la presenza nell'area di preesistenze archeologiche.

Proprio in quell'area, adiacente al foro romano, precedenti studi di autorevoli archeologi, tra i quali quelli del professor Jacopo Ortalli, avevano indicato «...con ogni probabilità l'esistenza del principale tempio della città, tempio che deve presupporre una fondazione di età repubblicana e una qualche ristrutturazione in età imperiale (...) la possibile collocazione dell'edificio di culto risulta inoltre pienamente coerente con la scelta del luogo, canonico in quanto sul lato breve settentrionale, il più nobile del foro, e in posizione dominante, di grande risalto scenografico. Notevole appare anche la sua diretta e consequenziale continuità topografica e funzionale con la preesistente area sacra di fase umbra testimoniata dal già ricordato deposito di bronzetti votivi».

I recenti scavi hanno messo in evidenza e certificato che quanto aveva ipotizzato il professor Ortalli corrisponde esattamente a quanto sta emergendo e gli imponenti rinvenimenti e la loro collocazione e forma testimoniano che ci troviamo di fronte al capitolium di Sarsina.

L'importanza di tale rinvenimento non ha uguali in tutta l'Italia settentrionale, eppure la portata dell'evento è stata tenuta finora nascosta, visto che l'amministrazione comunale e Conad non solo non hanno fatto sapere nulla, ma le notizie fatte filtrare alla stampa sono fuorvianti e tese a minimizzare entità e qualità di ciò che sta emergendo, con l'intento di nascondere la reale portata dei ritrovamenti.

Mentre, infatti, la popolazione di Sarsina è stata del tutto tenuta all'oscuro, le notizie fatte trapelare fanno riferimento a una piscina e ad altri resti di scarsa importanza e viene ribadito più volte come «le emergenze archeologiche parzialmente rinvenute nella prima campagna di scavi archeologici verranno rilevate e studiate completamente sia sotto il sedime del fabbricato che sotto l'area del parcheggio (adiacente), il tutto finalizzato poi alla realizzazione di una ricostruzione archeologica 3D in VR di quanto rilevato. Una volta completati i rilevamenti archeologici il terreno verrà ripristinato a copertura e protezione dei manufatti e quindi si procederà alla realizzazione del palazzetto dello sport come previsto dal progetto già autorizzato».

La città di Sarsina (Forlì-Cesena), nota per aver dato i natali a Tito Maccio Plauto, fondata dagli umbri nel IV secolo a.C. fu sottomessa nel 266 dai romani e divenuta municipio romano venne organizzata sul piano urbanistico e architettonico, sviluppandosi ulteriormente in età augustea; i commerci con la vicina città di Ravenna le consentirono un significativo livello di sviluppo. Nel corso del tempo, nell'area urbana sono state compiute numerose campagne di scavo che hanno documentato l'importanza assunta dalla cittadina in epoca romana e il ritrovamento di numerosi reperti hanno consentito la costituzione del pregevole ed importante Museo archeologico nazionale di Sarsina, indubbiamente uno dei più importanti dell'Italia settentrionale per la ricchezza e la varietà dei reperti contenuti.

Per quale motivo le attività di scavo paiono essersi concentrate e limitate ad un'area più ridotta possibile, escludendo gran parte del terreno dell'ex palestra non estentendosi all'intera superficie del terreno di proprietà comunale e fino alle quote adeguate a mettere in luce tutto ciò che può rinvenirsi nell'intorno dell'area?

In ogni caso l'intervento di edificazione di un supermercato alimentare Conad, unitamente ad una palestra, è a dir poco incompatibile con il sito archeologico individuato, vista la straordinaria qualità e importanza dei beni archeologici scoperti, che verrebbero rinterrati prima dell'attuazione dell'intervento edificatorio.

L'area in questione, data l'importanza dei beni archeologici in essa presenti, costituisce già di per sé un bene demaniale ai sensi dell'articolo 53 del decreto legislativo numero 42 del 2004 ed essendo come tale inalienabile, ai sensi del comma 1, lettera a) dell'articolo 54 del medesimo decreto, che ciò impedisca la cessione, anche per soli 30 anni, di diritti edificatori sull'area medesima.

Il ritrovamento del capitolium sarsinate può rappresentare, attraverso un accurato progetto di valorizzazione, l'occasione di rilancio della Sarsina romana e umbra e del suo pregevolissimo museo nazionale.

Riferimenti:


https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/02/un-supermercato-conad-su-un-tempio.html#more

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