9.2.24

IL SOGNO DELLA PALESTINA LIBERA!

 


di Gianni Lannes

Gaza non esiste più, dopo i bombardamenti israeliani e lo sterminio in atto dei nativi palestinesi (compresi neonati e bambini), imprigionati dal 1948. Nel giro di tre mesi, questo antico territorio in riva al Mediterraneo è passato dalla più grande prigione mondiale a cielo sorvegliato, al più vasto cimitero profanato del globo terrestre.

Il sistema coloniale di Tel Aviv è stato sempre sostenuto da Washington e Londra, oggi anche da Roma grazie alla neofascista Meloni.

La razzializzazione della Terra, per cui alcune vite valgono più delle altre, ha consentito all'Europa di esportare la violenza altrove, in spazi extraeuropei, sfruttati ancora oggi a più non posso, come nel caso di Nigeria e Congo, ma non solo.

Tante storie umane ritornano con i corpi dei migranti che l'Occidente ha reso anonimi, addirittura fuorilegge e bestiali, poi con i palestinesi e i musulmani ridotti a subumani.

Nel mettere a nudo l'oscena violenza del Primo Mondo, viene svelata l'ipocrisia dei cosiddetti valori morali occidentali, messi alla prova dalla storia delle altre persone che he hanno subito la sua superbia: da Gaza al Sudafrica.

Quando una finta democrazia dipende strutturalmente dalla negazione evidente dei diritti e dalla negazione della libertà e della sovranità alle altre etnie e agli altri popoli, cadono tutte le finzioni contemporanee. 

In questa landa martoriata dalla barbarie del sionismo e del fondamentalismo ebraico, l'arte della sopravvivenza si è tradotta nella sopravvivenza delle arti: poesia, letteratura, musica, cinema, pensiero critico. Questa poetica diffusa resiste all'abominio totalitario della morte imposta dal macellaio Netanyahu e rende vivo ciò che Israele, nonché le voci istituzionali dell'Occidente pretendono che resti anonimo e senza voce. Allora, i sogni degli esseri umani vivono nella Palestina libera.

Riferimenti:

https://www.pellegrinieditore.it/israele-olocausto-finale/ 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/02/mamma-ce-un-carro-armato.html 

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