25.6.24

SCHIAVISMO: MADE IN ITALY

 

Sfruttamento "made in Italy" - foto Gilan


di Gianni Lannes

Schiavi invisibili: usa e getta. Mi servi e ti uso. Però, se ti rompi vieni buttato via come un sacco di spazzatura. A proposito di attualità: Satnam Singh era un lavoratore indiano sfruttato a morte nell’agropontino italiano. È stato lasciato morire: un macchinario gli ha tranciato un braccio. Il padrone dell'azienda per cui il bracciante lavorava in nero invece di portarlo in ospedale lo ha sbattuto su un furgone e lo ha scaricato per strada insieme al braccio mozzato. Satnam è morto dopo due giorni di agonia. Al suo posto è già arrivato un altro schiavo dalla pelle scura: ingaggiato in nero a 2,5 euro l'ora dall'alba al tramonto per tenere i piedi il sistema dell'agroalimentare tricolore celebrato dal ministro Lollobrigida, cognato della Meloni. Ecco il fiore all'occhiello di questa filiera insanguinata con omicidi a chilometro zero.

Il lavoro in agricoltura è il caso più emblematico di disallineamento tra il piano legale e il piano reale. In Italia, come in molti paesi del mondo, la catena dell’approvvigionamento alimentare dipende ormai in maniera strutturale dall’importazione di merci e braccia dall’estero. Le caratteristiche dei flussi migratori contemporanei e quelle del settore agricolo interagiscono reciprocamente creando un terreno “fertile” per il ricorso massiccio al lavoro dei migranti e il loro impiego in condizioni subumane, quando non di vero e proprio sfruttamento schiavistico. Sullo sfruttamento della vulnerabilità dei lavoratori, specie migranti, si fondano i sistemi di intermediazione illegale della manodopera come il caporalato che trovano nelle ataviche debolezze del presidio istituzionale dei mercati locali del lavoro un terreno “fertile” sul quale innestarsi. Questo avvenimento rende ancora più urgente la necessità di mettere in atto finalmente misure strutturali adeguate in grado di contrastare l’irregolarità del lavoro, lo sfruttamento schiavistico, il caporalato e ogni forma di violenza. 

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2015/05/schiavi-ieri-e-oggi.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=lollobrigida 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=migranti

1 commento:

  1. Rosa Francavilla6/25/2024

    È triste e vero...al banco ortofrutta quante volte ci chiediamo chi ha coltivato, chi ha raccolto? ...a quale prezzo?...ma comunque senza troppi approfondimenti scegliamo il prodotto più conveniente. Legalizzare x riconoscere diritti e dignità

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