3.12.18

DI MAIO E I DEBITI NON PAGATI



 Dalle stelle alle stalle fantasma, va in onda l'ennesima sceneggiata del movimento 5 leghe. Un’ombra a cinque zeri su Luigi Di Maio, pro tempore vice presidente del consiglio e ministro. Il primo settembre del 2010 l’Equitalia Polis spa di Napoli iscrive un’ipoteca legale nei confronti del padre Antonio Di Maio, per debiti fino a quel momento mai pagati. L’iscrizione alla Conservatoria di Santa Maria Capua a Vetere risale al 3 settembre 2010. Debiti pregressi, tanto che l’impresa edile di famiglia, Ardima (dal 2014 Ardima srl di proprietà per il 50% a Luigi Maio), dal 2006 è intestata come ditta individuale a Paolina Esposito, moglie di Antonio Di Maio, già docente di lettere e quindi dirigente scolastica. L’ipoteca sorge da un credito di Equitalia di ben 176.724, 59 euro. Una somma rilevante, ovviamente iscritta da prassi, per la somma doppia di 353.449,18 euro. 

Tre sono particelle di terreni, quelli di via Umberto a Mariglianella. Nel corso di otto anni, il debito non è stato mai pagato. In quel frangente Luigi Di Maio aveva 24 anni, e aveva lanciato da tre anni il meet up di Pomigliano. Proprio nel 2010, mentre il padre riceve l’iscrizione dell’ipoteca per quel corposo debito con il fisco, Luigi Di Maio si candida a consigliere comunale di Pomigliano, senza riuscire ad essere eletto. Su tale vicenda Luigi Di Maio ha fatto un cenno qualche giorno fa nella trasmissione di Giovanni Floris. Nel parlare di suoli il ras dei pentastelluti ha dichiarato: “Stiamo discutendo di proprietà che probabilmente finiranno all’asta”.

Sulla questione debiti con Equitalia, mai emersa finora nei dettagli, non c’è stata finora alcuna dichiarazione, ma solo il silenzio. Come mai dopo 8 anni, Equitalia, oggi Agenzia entrate riscossione, non ha mai eseguito il pignoramento degli immobili?
 

L’impresa oggetto di causa per lavoro nero appartiene per metà a Luigi Di Maio, come socio appunto al 50 per cento con la sorella. Il fatto è documentato nonché provato. In precedenza  l’impresa Ardima era intestata alla madre che come dipendente pubblico non poteva legalmente ricoprire quel ruolo. Il padre di Di Maio vanta un grosso debito economico con Equitalia. Non è che per eludere eventuali procedure esecutive ha intestato l’azienda alla propria consorte e poi a due figli? 

A proposito: il condono fiscale voluto dal governo giallo-verde verrà utilizzato dal padre del Di Maio?

Poi Di Maio aveva sempre detto di aver lavorato nel periodo estivo nell’azienda di famiglia. Ma come mai di questo lavoro estivo non vi è alcuna traccia formale? Solo delle busta paga da febbraio a maggio 2008?


Nell’ultima puntata delle Iene altre rivelazioni. Sono stati scoperti quattro fabbricati abusivi nei terreni di famiglia. In questo caso sempre Di Maio durante l’intervista delle Iene, fortemente imbarazzato, diceva di ricordare solo una stalla. Smentito in diretta. Infatti, dove Luigi Di Maio diceva esserci una stalla, vi è una piscina con locale per cene e feste. Tutto documentato con le stesse foto pubblicate da Di Maio sulla sua pagina Facebook negli anni precedenti. Insomma, una situazione che rischia di arrivare ben presto davanti la Procura della Repubblica per il reato di concorso in elusione fraudolenta.  


La grillaglia ha avvelenato il clima politico italiano. Migliaia di amministratori competenti, dei più svariati partiti, sono stati linciati a furor di popolo in base a banali dicerie o a semplici avvisi di garanzia. Su chiunque ricoprisse una carica o avesse una tessera, è stato gettato il velo putrido del sospetto. Ogni lavoro pubblico è stato trasformato, nell'immaginario collettivo, da cosa utile a mangiatoia immonda. E la grillaglia, urlando "Onestà!", ha fatto il pieno di voti, promettendo nullafacenza stipendiata e paralizzando l'Italia. Adesso la ruota comincia a girare. Se la grillaglia avesse letto di Robespierre e di Saint Just saprebbe qualcosa, ma ne dubito.


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