di
Gianni Lannes
È
tempo di un nuovo Rinascimento, di progresso etico, ma non di separare i bambini ed allontanarli tra loro. In
qualità di essere umano, genitore e padre, cittadino italiano e del
mondo, abitante e ospite di madre Terra, esigo in virtù dei diritti sanciti dalla Costituzione repubblicana italiana, che si torni quanto
prima, all'attività educativa e formativa a scuola, in aule sicure
che non cadono a pezzi, provviste dell'occorrente per la didattica, in
presenza fisica del corpo docente, senza lezioni a distanza, senza
separazioni delle classi già formate, senza distanziamento sociale,
senza mascherine al viso, braccialetti elettronici o altre forme di
ostacolo alla socialità e al contatto umano e fisico tra compagni e
compagne di classe, senza vincoli sanitari o ricatti di profilassi
coercitiva e discriminatoria, senza imposizioni o sottomissioni,
tutte misure lesive del principio del consenso libero e informato,
nonché del principio di proporzionalità, ma soprattutto della libertà. Gli insegnanti hanno fatto quello che hanno potuto in questa emegenza inventata a tavolino, per una falsa pandemia. Anche i genitori hanno fatto ciò che hanno potuto. I bambini e i ragazzi, però, hanno potuto di più: hanno sopportato l'impossibile. Più di tutto: è
impossibile vivere in una società dove non si può più
respirare, se non con la mascherina di Carnevale. Se la scuola è maestra di vita, allora la vita non si puo infilare dentro la scatoletta di un computer per tenerla in catene. Si può mai imprigionare il mare o il cielo?
foto Gilan |