San Benedetto del Tronto - foto Capriotti |
di Gianni Lannes
Buchi neri e muri di gomma: a rimetterci la vita sono sempre gli ultimi e gli indifesi che sudano un pane amaro notte e giorno, lasciando improvvisamente e per sempre figli, mogli, sorelle e genitori. Cos'ha provocato il repentino affondamento di una moderna e nuova barca da pesca al largo di Pedaso (a 21 miglia da Porto San Giorgio) nell'Adriatico col mare calma piatta e la morte di tre lavoratori? Il solito gioco di guerra della Nato con un sottomarino militare che intercettando un cavo della rete a strascico ha trascinato sul fondo l'imbarcazione, oppure la collisione con una nave portacontainer diretta in Turchia? Delle due l'una. Nell'immediatezza dei fatti: un lancio giornalistico dell'Ansa, fa riferimento a un "forte botto". Cosa ha piegato il cavo d'acciaio di sostegno della rete da pesca a 21 metri dal verricello? E quei danni sulla poppa come si spiegano? Ragion di Stato o di Stati?
foto Gilan |
"Vogliamo verità e giustizia": ripete Lorena Annibali che nella tragedia ha perso il giovane fratello Francesco e gli fa eco sua cugina Giovanna. Povera gente: tre pescatori uccisi (Francesco Annibali, Luigi Luchetti e Ounis Gasmi) mentre erano al lavoro nel Mare Adriatico, a bordo del peschereccio Rita Evelin di San Benedetto del Tronto. Accadde alle ore 6:10 del 26 ottobre 2006, quando si attivò l'Epirb, ovvero la radio-boa che diede l'allarme satellitare Cospas-Sarsat.
foto Gilan |
L'unico sopravvissuto, il capobarca Nicola Guidi, nel 2012 è stato incredibilmente assolto dal Tribunale di Ascoli Piceno, nonostante le evidenti negligenze e le menzognere contraddizioni. Quaranta giorni dopo la tragedia "Misalvosoloio" Guidi - così tanto affranto dal dolore (sic!) chiese in premio - per abbandono nave - i soldi all'assicurazione. Basta rileggere con attenzione i rilievi emersi nell'inchiesta amministrativa e le risultanze dell'indagine penale. A tutt'oggi, il relitto giace a 76 metri di profondità; eppure, secondo il governo italiano, sarebbe stato recuperato. Non è vero.
foto Gilan |
La barca dal peso di appena 17 tonnellate non è mai stata portata a terra dal costosissimo pontone AD3 della subappaltatrice Ilma di Ancona, precettata (per conto del cliente Saipem) unitamente alla società Rana Diving di Marina di Ravenna. Eppure l'ordine del procuratore capo Piero Baschieri da Fermo, delegato all'allora capo di fregata Luigi Forner, a capo della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto era chiaro.
foto Gilan |
Il 23 settembre 2024 ho telefonato all'Ilma e il funzionario responsabile, Stefano Marchionne ha riferito testualmente: "A noi la barca risulta recuperata"; salvo dopo un'ora rettificare. "Siamo stati precettati: all'epoca eravamo subappaltatori per conto della società Rana che a sua volta stava lavorando per Saipem. Effettivamente il compito a noi assegnato è stato quello di individuare il relitto e recuperare le salme". La ditta Rana nel frattempo, pur interpellata telefonicamente si è eclissata e non fornisce chiarimenti. D'altro canto le autorità di ogni ordine e grado hanno eretto il solito muro di gomma: la locale Capitaneria portuale rimpalla il rilascio della documentazione al Tribunale di Ascoli Piceno che, a sua volta, pone un divieto di accesso all'archivio giudiziario per ragioni di sicurezza (amianto).
Logica domanda d'obbligo: ma se il luogo esatto d'inabissamento era già stato individuato dal peschereccio Luna Nuova di Bisceglie a mezzo del sonar e poi circoscritto dal 1° Nucleo Operatori subacquei della Guardia Costiera di S. Benedetto, nonché dai Vigili del Fuoco già il 26 ottobre 2006, che ragione c'era di scomodare un mezzo costosissimo come l'AD3 e non riportare alla luce del sole il Rita Evelin? Oltre alla perdita di tre vite umane anche la beffa, ovvero una truffa con denaro pubblico? In fine dei conti quanto è costata tale operazione? E per quale ragione a fine ottobre 2006 è stato impedito ad un gruppo di subacquei siciliani altamente specializzati e capaci di intervenire gratuitamente; diniego opposto anche ad una locale società di recuperi sottomarini? Cosa non si doveva scoprire e sapere?
A proposito: attraverso quali modalità esatte - dal fondo marino intrappolate nel motopesca - sono state portate sulla terraferma le tre vittime? La motobarca Rita Evelin è stata effettivamente ripescata per estrarre i cadaveri e poi ri-affondata? Una cosa è certa: un simile corpo di reato parla anche dopo 18 anni e più. La verità prima o poi viene a galla, basta cercarla.
foto Gilan |
foto Gilan |
foto Gilan |
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/11/giochi-di-guerra.html
https://www.lameridiana.it/nato-colpito-e-affondato.html
https://shop.nexusedizioni.it/products/bombe-a-mare
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=10286
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=rita
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ufo
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.