BIOGRAFIA

28.3.23

FAGLIA SISMICA ALLA DIGA DI CAMPOTOSTO!

 

 



di Gianni Lannes

In attesa della prossima tragedia annunciata da tempo. A pagarne le conseguenze sarebbe il territorio del Vomano. Il secondo lago artificiale più grande d'Europa (1.400 ettari) nella zona più sismica del vecchio Continente. Il bacino di Campotosto, venti chilometri da Amatrice e quasi cinquanta dall'Aquila, e le sue tre dighe (Sella Pedicate, Rio Fucino e Poggio Cancelli) sono una vecchia conoscenza dei sismologi e degli ingegneri idraulici. Fu edificata negli anni Trenta del secolo scorso. Attorno a queste dighe si sono manifestati due terremoti che hanno seminato morte e distruzione: l'Aquila nel 2009 e il più recente nel 2016 ad Amatrice. Più la serie martellante di scosse fino ai giorni nostri. Un pericolo sottovalutato, nonostante sia evidenziata anche nella mappa nazionale dell'Ispra nel catalogo delle “faglie capaci” e nonostante il più recente allarme lanciato dal professor Sergio Bertolucci:

«Nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è l'effetto Vajont».

Lo aveva detto al Tg3, il 22 gennaio 2017, appunto il presidente della Commissione Grandi Rischi, aggiungendo che «se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione». Dopo le pressioni politiche Bertolucci ha innestato incredibilmente la marcia indietro. Tale esperto non è uno qualunque, ma uno scienziato: già direttore della Ricerca e del Calcolo Scientifico del CERN l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, è un fisico sperimentale noto a livello internazionale per i suoi risultati nel campo della Fisica delle Alte Energie, acceleratori di particelle, strumentazione, informatica, gestione di grandi programmi sperimentali e di infrastrutture di ricerca.

La Stampa, 10 novembre 2008


Esiste una faglia attiva “silente” che interessa i Monti della Laga, anzi prossima alla diga di Rio Fucino sul lago di Campotosto. “In caso di attivazione e quindi di terremoto - spiega uno studio del geologo della Provincia di Teramo, Alessandro Venieri - con il possibile collasso della diga si avrebbero ripercussioni a valle sui numerosi abitati presenti nel territorio teramano”. Una minaccia incombe sull’intera vallata del Vomano. Per faglia attiva e capace s’intende una frattura del terreno che mostra evidenze di movimento relativo tra le due masse rocciose da essa divise in tempi geologici recenti: una delle più famose faglie attive è senza dubbio quella di Sant’Andrea in California. Così, in ragione dell’ipotetico pericolo, in un quadro normativo nebuloso, che in data 5 luglio 2006 fu inviata dalla Provincia di Teramo, una lettera indirizzata sia alla Protezione Civile della Regione Abruzzo, che a quella nazionale, e per conoscenza all’INGV, al RID di Perugia, alla Prefettura di Teramo e all’ENEL di Montorio al Vomano, nella quale s’invitava a concertare future azioni e, almeno nella loro sfera di competenza, ad intraprendere le dovute iniziative.

L'Unità, 14 maggio 2009


Finora all’appello ha risposto solo l’ENEL di Montorio (gestore dell’impianto) che afferma in pratica che “la faglia in prossimità della diga è a distanza tale da non interferire con essa”. «La faglia - fa invece notare Venieri (che avevo intervistato in merito per il quotidiano La Stampa nel 2008 e per il giornale L'unità nel 2009) - a seguito anche dei rilievi fatti dai ricercatori Galli e Galadini, attraversa probabilmente il lago ma non si è ancora accertato se coinvolge l’imposta della diga che è quasi in direzione dei due segmenti».

La faglia dei Monti della Laga, conosciuta anche come faglia del Monte Gorzano faglia di Campotosto-Amatrice, è una struttura complessa, di lunghezza pari a circa 30 chilometri e bordiera rispetto ai bacini di Amatrice a nord e Campotosto a sud. È orientata circa NNW-SSE con immersione verso SW di 60°-70°. Similmente alla faglia del Gran Sasso ed a quella di Sulmona essa è posta esternamente (ad est) del fascio di faglie sismogenetiche principali dell’appennino e similmente ad esse appare “silente”. Tuttavia i suoi ratei di movimento stimati in un periodo corrispondente all’Olocene denunciano chiaramente che la sua prossima riattivazione non dovrebbe essere molto lontana (nel senso che l’elapsed time, invero il tempo trascorso dalla sua ultima attivazione, è circa paragonabile ad un suo possibile tempo medio di ritorno).

Nella zona di Camposto essa è costituita da due segmenti principali a quote diverse, il più occidentale dei quali è stato indagato per mezzo di trincee paleosismologiche. Dette analisi hanno permesso di accertare che la faglia, pur non avendo associata sismicità storica rilevante, si è attivata ripetutamente nel corso dell’Olocene, sicuramente negli ultimi 8000 anni. Purtroppo, l’assenza di depositi recenti databili con sicurezza non ha permesso la scansione degli eventi in maniera univoca, ma i ratei di movimento calcolati durante l’Olocene (0.7-0.9) evidenziano il ripetersi di eventi di fagliazione di superficie non diversi a quelli delle altre strutture sismogenetiche riconosciute in appennino centrale.

La faglia corre esclusivamente in zona montana, priva di insediamenti abitativi di importanza (Campotosto è ubicato ad oltre un chilometro nell’hanging-wall della faglia). Tuttavia essa lambisce una delle tre dighe a gravità ordinaria (Diga Rio Fucino, alta 44 metri) del Lago (224 milioni di metri cubi d’invaso), la cui rottura in caso di fagliazione comporterebbe un’ondata di piena lungo il corso d’acqua drenante l’invaso, le cui conseguenze devono essere attentamente valutate e mitigate (fonte: INGV, 2009).

 

Riferimenti:

https://www.comune.campotosto.aq.it/terremoto/microzonazione/Plot/Relazione%20Illustrativa.pdf

https://www.comune.campotosto.aq.it/terremoto/microzonazione/Plot/Carta%20Geologica%201.pdf

http://sgi2.isprambiente.it/ithacaweb/

https://idrogeo.isprambiente.it/app/iffi?@=41.55172525894153,12.57350148381829,1

https://idrogeo.isprambiente.it/app/pir?@=41.55172525894153,12.57350148381829,1

Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.


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