BIOGRAFIA

17.6.20

PEDOPORNOGRAFIA: BOOM IN ITALIA!

foto Gilan

di Gianni Lannes

Il canale Telegram «Stupro tua sorella 2.0» è una chat con migliaia di iscritti che possono impunemente (a tutt'oggi 17 giugno 2020) scambiarsi indisturbati fotografie e video di ragazze minorenni, con continue istigazioni alla pedopornografia e al femminicidio. Il più grande network italiano di revenge porn si trova su Telegram, in un'enorme chat accessibile a tutti, contenente foto e video di atti erotici e sessuali pubblicati senza il consenso o la consapevolezza delle vittime e utilizzati per mettere in scena il rito dello stupro virtuale di gruppo.

 Telegram (17 giugno 2020)
Si tratta solo della punta del classico iceberg, eluso o ignorato anche dalla società (mascherata). Sono diversi i gruppi segnalati da alcuni utenti: quello principale, che contava quasi 50 mila iscritti, è stato chiuso, ma ne sono stati aperti molti altri, e tuttora vi si stanno riversando immagini pedopornografiche. Tutti i canali si chiamano «Stupro tua sorella 2.0» e, a quanto pare, sono molti gli utenti che, dopo aver salvato le foto sui propri dispositivi, continuano a inserire fotografie sempre corredandole di insulti e istigazioni alla violenza.

Telegram è un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato senza fini di lucro dalla società Telegram LLC, fondata dall'imprenditore russo Pavel Durov. Caratteristiche di Telegram sono la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi fino a 200 mila partecipanti, effettuare chiamate vocali cifrate «punto-punto», scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 1,5 GB.

Telegram, attualmente vanta in Italia oltre 43 mila iscritti, 21 canali pedopornografici collegati e un volume di conversazioni che si aggira sui 30 mila messaggi ogni giorno. Ai vertici di questa desolante piramide della mercificazione ci sono tre oggetti di culto: le foto delle ex, alcuni video amatoriali particolarmente difficili da reperire e la mitologica «Bibbia 5.0», un enorme file contenente gli scatti di migliaia di vittime di revenge porn, catalogate per provenienza (le foto arrivano perlopiù da gruppi Facebook segreti) ed esposte con nome, cognome e volto visibile, anche di minori.

La legge numero 69 del 19 luglio 2019, all'articolo 10, ha introdotto l'articolo 612-ter del codice penale, chiamato più comunemente «revenge porn», consistente nella sottrazione e diffusione illecita e senza consenso delle persone rappresentate di immagini o video a contenuti sessualmente espliciti e destinati a rimanere privati. Tale comportamento illecito è punito con la reclusione da uno a sei anni e la sanzione da 5 mila a 15 mila euro; pena, quest'ultima, che si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati.



Il servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni ha sede a Roma e coordina 20 compartimenti regionali e 80 sezioni territoriali;
le dotazioni della Polizia postale e delle Comunicazioni necessitano, tanto a livello di servizio centrale quanto a livello di compartimenti regionali, di una costante implementazione in modo tale da poter rispondere alle rapide evoluzioni tecnologiche in materia di pedopornografia, cyberterrorismo, copyright, hacking, protezione delle infrastrutture critiche del Paese, e-banking, giochi e scommesse on line e cyberbullismo.

Nonostante i notevoli e importanti compiti attribuiti, l'organico dei compartimenti della polizia postale e delle comunicazioni è sottodimensionato e nessun provvedimento in senso contrario risulta ancora essere adottato; in alcuni compartimenti si sono rilevate carenze infrastrutturali gravi che hanno interessato addirittura le linee internet in uso.

Il compito della Polizia postale sta diventando con il passare degli anni sempre più difficile, ma nello stesso tempo sempre più necessario ai fini della prevenzione e del contrasto delle frodi fiscali e dei crimini informatici. Sono proprio quest'ultimi a generare maggior preoccupazione; infatti, secondo i dati dei rapporto Clusit, in Italia, dal primo semestre 2016 allo stesso periodo di quest'anno, i reati in rete sono cresciuti dell'83 per cento. Si va dai raggiri alle sostituzioni di identità, dalle truffe informatiche alle diffamazioni online, per non parlare della rete di pedopornografia.

Nonostante il pericoloso aumento di questa tipologia di reati che richiederebbe un potenziamento e una rivalorizzazione di questa specialità, si assiste invece in questi anni a un vero e proprio depotenziamento degli organici della Polizia postale a livello nazionale. In poco meno di un decennio, dal 2010 ad oggi, gli agenti sono passati da circa 900 a circa 600. Una delle situazioni maggiormente precarie a livello di organico viene registrata nella sezione di Polizia postale di Padova, dove si è passati dalle 15 unità del 2008 a 5 unità di oggi. Con una media di circa 50 interventi al giorno e il sequestro di oltre 120 computer ogni anno, l'ufficio di polizia postale di Padova è assolutamente strategico per il lavoro svolto a servizio dei cittadini e perciò, la grave carenza di organico sta portando e porterà a gravi conseguenze in termini di sicurezza.

Ecco un altro esempio. Cuneo e la sua provincia, grazie alla sua posizione geografica strategica, svolge un ruolo chiave nella questione della sicurezza di frontiera e quindi di controllo dei confini di Stato, e il territorio può contare su uomini e donne che lavorano con dedizione e professionalità nonostante situazioni non sempre facili. La Polizia postale del capoluogo tratta ogni anno 400 fascicoli, collaborando con le Procure di tutta Italia, affrontando casi di truffe on line, pedopornografia, terrorismo, cyber bullismo e stalking. Recentemente si è assistito ad una riduzione dell'organico della Polizia postale cuneese, passata da 3 a 2 agenti ed alla cessazione dal servizio del comandante, con il venir meno quindi del contributo di una figura importante sia sul piano investigativo sia quale interlocutore della comunità locale, anche e soprattutto del mondo della scuola: studenti, insegnanti, genitori e cittadini tutti. Dal 2010 al 2015 in Piemonte i reati informatici sono aumentati del 68 per cento, e nella provincia di Cuneo si assesta poco sopra la media regionale, facendo registrare un aumento del 69 per cento.

Quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo italiano ritenga opportuno adottare, per contrastare i reati commessi per mezzo di strumenti informatici e telematici e per procedere al blocco immediato di tali contenuti, con oscuramento e rimozione delle immagini diffuse, così come ad esempio previsto per il cosiddetto reato di cyberbullismo, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. numero 71 del 2017?

E ancora: quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare il governo per l'implementazione delle dotazioni informatiche e tecnologiche della Polizia postale e delle comunicazioni, tanto a livello di servizio centrale quanto a livello di compartimenti regionali?

La Polizia di Stato è un soggetto fondamentale della macchina della pubblica amministrazione per garantire sicurezza: ad essa sono attribuite una molteplicità di funzioni di prevenzione, di vigilanza, e di controllo. La riorganizzazione dei presidi territoriali della Polizia di Stato è sicuramente una questione di interesse nazionale, ma il loro ridimensionamento si ripercuote sul cittadino nelle singole comunità in termini di tutela e di sicurezza.

Mafia di Stato? Pedofilia sdoganata? Di sicuro la piaga è ormai cancrena a partire da Roma capitale. Distrazioni virali, violenza sui minori in aumento e protezioni onorevoli o altolocate. Le prime vittime sono i minori, mentre lo Stato tricolore depotenzia la Polizia postale, ovvero chi individua e persegue tanti ignoti criminali. Per caso nel governo grulpiddino e in Parlamento c'è più di qualcuno invischiato nel fenomeno di orgette e festini a numero chiuso? Chi sfrutta ed incoraggia la prostituzione minorile? Come mai il Conte bis non ha presentato la relazione sulla violenza contro i minori? Perché, quando si tratta di proteggere infanzia e adolescenza autorità e istituzioni giocano sempre a perdere nel belpaese? Peggio: l'esecutivo grulpiddino - come il precedente grulleghista - è latitante in materia.

Riferimenti:

Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016.

1 commento:

  1. Una vera piaga, che ovviamente è correlata con l'altro fenomeno da te sempre denunciato della scomparsa di minorenni nel nostro Paese. Posso presumere che i soggetti presenti nei video e nelle foto pedopornografiche siano preda delle medesime organizzazioni che gestiscono tratta e sfruttamento.
    Come per tutti gli aspetti torbidi della nostra vita di comunità, ricordiamoci che se le istituzioni non fanno (come pare) tutto il possibile per stroncarli, sono da ritenersi co-responsabili.
    Mentre occorrerebbe evitare di criminalizzare Telegram o additarla a cloaca di pervertiti: impegnamoci piuttosto tutti a educarci ed educare a fare a meno di andare in cerca di soddisfacimento di falsi ed incoffessabili bisogni. Impariamo a saper riconoscere le esche che il sistema dissemina dappertutto per attrarre verso nuove forme di consumi, nuovi finti bisogni, nuovi circoli viziosi, utili solo a drenare preziose risorse morali ed economiche prosciugando tante esistenze.
    Nicola

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