BIOGRAFIA

29.9.15

LA MONTAGNA PROFANATA


di Sabino Acquaviva*

Questo libro è diverso. Infatti, di cosa si tratta? Di una denuncia? Del racconto di uno scempio con nomi e cognomi dei responsabili? Dell’attenta analisi della storia di un monumento? Di uno strumento che consenta di capire come l’ignoranza, l’indifferenza, gli interessi possano condurre alla distruzione di una realtà che fa parte del patrimonio dell’umanità? Di una implacabile critica di una maniera di fare politica? Di una testimonianza, come osserva Gianni Lannes, «dell’inflessibile volere del partito trasversale degli affari legati al mattone che distrugge con ferocia disinvoltura e cinico metodo ogni testimonianza dell’antichità?». Di tutto questo ed altro si tratta. Il presente è uno dei pochi libri scritti con il coraggio e l’onestà di chi vuole denunciare un delitto corale. Sì, perché questo non è il racconto della distruzione di un monumento ad opera di un singolo individuo. Allo scempio hanno partecipato istituzioni, individui, singoli, imprese di ogni tipo, persino molti di quanti sarebbero destinati a tutelarlo. Si capisce chiaramente che quanto è accaduto (e accade) è l’espressione di una cultura che ha devastato l’Italia e che, anche se parzialmente in declino, continua ad essere pericolosa e va tenuta sotto controllo. La devastazione subita dal Gargano nei decenni che stanno alle nostre spalle ci deve insegnare a vigilare. E vigilare significa anche condividere le battaglie dell’autore di questo libro, descrivere lo scempio, la sua storia, elevare la colonna infame che consenta di ricordare per sempre i barbari che hanno distrutto, spianato, ricostruito, sventrato, snaturato.

27.9.15

I TESORI DELLA DAUNIA


Daunia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes



Ecco la Puglia dagli orizzonti in fuga, ai confini in quota di tre regioni, incluse Campania e Molise. Alberona omaggia il suo nome: il suo verde respiro si estende a una variegata coltre di colori autunnali, nonostante le ferite laceranti inferte dalla modernità alla sua pace vegetale. Ora che la pioggia ha levigato il paesaggio e l’aria ha il sapore di funghi non colti e odora di castagne, per giungere quassù dove si scorgono le Tremiti e il Gargano, si arranca a pieni polmoni. Il premio è nuotare in un mare verde, nonostante il recente incendio doloso che ha carbonizzato 300 ettari di bosco. Tuttavia, questo territorio è un cantiere a cielo aperto, grazie alla regione Puglia. Il tracciato di un recente gasdotto ha sbridendellato la montagna che sovrasta il paese. A novembre si attendono nuove frane.

25.9.15

I ROMANZI COPIA-E-INCOLLA DI ROBERTO SAVIANO


fonti:  

http://www.thedailybeast.com/articles/2015/09/24/mafia-author-roberto-saviano-s-plagiarism-problem.html?source=TDB&via=FB_Page

http://latimesblogs.latimes.com/laplaza/2009/04/la-vida-loca-reflects-a-depressing-and-hopeless-reality-the-documentary-filmed-by-photojournalist-and-filmmaker-chris.html

 http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/fine-giochi-martire-gomorra-ci-vuole-daily-beast-109257.htm

di Dagospia


1. FINE DEI GIOCHI PER IL MARTIRE DI 'GOMORRA'. CI VUOLE IL ''DAILY BEAST'' AMERICANO PER SMASCHERARE IL SECONDO PLAGIO (SU DUE LIBRI) DI ROBERTO SAVIANO IN ''ZERO ZERO ZERO''
2. ''CHIUSO NELLA SUA GABBIA DORATA, È DIVENTATO UNA ROCKSTAR LETTERARIA, PUR AVENDO SCRITTO UN LIBRO OGGETTIVAMENTE BRUTTO. E ANCHE INCREDIBILMENTE DISONESTO''
3. ''ZERO ZERO ZERO'' È FARCITO DI FATTI E SCRITTI RUBATI A GIORNALISTI MENO NOTI, INTERVISTE A 'FONTI' CHE FORSE NON ESISTONO E CONTIENE NUMEROSI ESEMPI DI PLAGIO''
4. QUANDO DESCRIVE LA GANG MESSICANA LOS ZETAS, PARLA DI FONTI AMERICANE E MESSICANE. SE È VERO, QUESTE FONTI HANNO USATO LO STESSO LINGUAGGIO DI “WIKIPEDIA”
5. DAVANTI ALLE SCOPIAZZATURE E AI PERSONAGGI INVENTATI, RISPONDE COSÌ ALL'AUTORE DEL PEZZO: ''NON SONO UN GIORNALISTA, MA UNO SCRITTORE CHE RACCONTA FATTI REALI''

21.9.15

BAYER: INVASIONE DI IBRIDI IN ITALIA!


Agricoltura industrializzata e telecomandata dall'estero, che punta sempre alla quantità ma non alla qualità dei prodotti. Dopo decenni di avvelenamenti chimici di campi e colture che hanno ridotto la terra ad una landa drogata, ecco la propaganda pubblicitaria, mentre le coltivazioni ibride della multinazionale tedesca dilagano nell'ex belpaese, grazie anche alla compiacenza del Consiglio nazionale delle ricerche:



«Il settore delle sementi orticole di Bayer CropScience opera con il marchio di Nunhems™. Nunhems è la specialista globale nel campo della genetica vegetale e dei servizi ad essa correlati. Attraverso i suoi team specializzati ed integrati globalmente, opera per creare rapporti unici con i clienti, condividere prodotti, concetti e competenze con tutta la filiera ortofrutticola professionale.

La gamma Nunhems comprende varietà di 28 specie orticole, tra le quali varietà leader su anguria, carciofo, carota, cetriolo, porro, lattuga, melone, cipolla, peperone, e pomodoro. Nunhems conta oltre 1.800 dipendenti ed è presente in tutte le principali aree di produzione ortofrutticole nel mondo.

DAVIDE CERVIA: IL GOVERNO RENZI NON RISPONDE AGLI ATTI PARLAMENTARI

di Gianni Lannes

Dopo quasi un anno e mezzo, mister Renzi non trova ancora il tempo di rispondere alle interrogazioni sul rapimento di Davide Cervia. La questione è ben nota ai nostri servizi di cosiddetta sicurezza (Aisi+Aise, già Sismi), che ben conoscono il destino di questo cittadino italiano strappato alla famiglia 25 anni fa, con il beneplacito governativo. Insomma, la solita orrenda ragion di Stato a copertura di affari inconfessabili, ossia illeciti, e quindi indicibili alla silente opinione pubblica.



INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO MILITARE E TERREMOTI


di Gianni Lannes

Ecco cosa è scritto nella relazione al Parlamento per gli anni 2009-2011 rilasciata dal ministero dell’Ambiente:

«Analisi delle criticità ambientali relative ai campi elettromagnetici. E’ stato elaborato da ISPRA, su richiesta del Ministero e in collaborazione con il sistema agenziale ARPA/APPA, un rapporto tecnico che riporta una fotografia, per tutto il territorio nazionale, della situazione riguardante la immissione di radiazioni elettromagnetiche. Valutazione del campo magnetico e della densità di corrente indotta in relazione all’esposizione della popolazione a sorgenti ELF con forma d’onda complessa: valutazione del campo magnetico e della densità di corrente indotta».


Le onde Elf notoriamente viaggiano a bassissima frequenza e possono essere rilasciate dai riscaldatori ionosferici: alla voce brevetto Eastlund del 1987. Anche in Italia, le onde Elf sono irraggiate dalle attività segrete del Pentagono, contro le faglie sismiche determinando eventi tellurici con ipocentri superficiali e standardizzati (dati INGV). La fragilità sismica italiana è un ottimo paravento per sperimentare su ampia scala in questa colonia di Washington dal 1943, le armi ambientali vietate dalla convenzione internazionale Enmod del 1978. In caso di disastri, come a L'aquila il 6 aprile 2009 (309 vittime), si può sempre dire che è colpa della Natura. E sempre non a caso, l'aeronautica militare tricolore non ha alcun controllo effettivo dello spazio aereo, perché subordinata all'alleanza atlantica. Basta analizzare un sismogramma non depurato, per rendersi conto delle genesi indotta dell'attività tellurica nell'ex belpaese.




 Sul sito dell'ambasciata USA in Italia si legge che il Muos è uno strumento di guerra:

«14 febbraio 2013 -- Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo».


L’UNIVERSO SCONOSCIUTO




di Gianni Lannes

La Fisica attesta che la Via Lattea, ossia la nostra galassia contiene da 200 a 400 milioni di Stelle come il Sole. Nell’universo osservabile sono presenti più di 100 miliardi di galassie. E’ mai possibile che siamo soli in questo oceano di vita ridondante di pianeti, buchi neri, meteore? Cosa nascondono all’umanità certi governi occidentali?
 
L’universo che noi vediamo, a occhio nudo, o con gli strumenti di cui disponiamo, è solo il 5 per cento del totale; il resto è fatto di forme di materia ed energia sconosciute. Di tale preponderante frazione, il 25 per cento è appunto materia che non interagisce con i nostri strumenti, e quindi ne deduciamo l’esistenza, ad esempio, dagli effetti gravitazionali esercitati sul moto delle galassie. Non essendo costituita da nessuna delle 17 particelle elementari osservate finora, è stata definita dagli scienziati materia oscura. 

E’ imbarazzante per gli scientisti tuttologi, in realtà nulla saccenti alla ribalta dei mass media, non sapere un bel niente e tacciare il prossimo con l'etichetta di complottismo. La conoscenza non ha colore, non ha religione, non ha passaporto, e non conosce frontiere perché è un ideale universale che corrobora il senso della vita.

14.9.15

INQUINAMENTO NUCLEARE: L’UNIONE EUROPEA FINGE DI NON SAPERE!




di Gianni Lannes

Informazioni relative alle quantità di rifiuti radioattivi prodotti annualmente nell'Unione, nonché ai siti di smaltimento, sono reperibili in una serie di relazioni della Commissione sulla gestione dei rifiuti radioattivi nell'Unione. In realtà, gli ultimi dati disponibili, in violazione della Convenzione di Aarhus del 1998, risultano approssimativi per difetto, addirittura datati all’anno 2008. Vale a dire: attualmente la cosiddetta Unione Europea non sa, o meglio finge di non sapere, che fine fanno le scorie più pericolose, mentre gli europarlamentari ingrassano e se la spassano a nostre spese.



Secondo la sesta relazione sulla situazione della gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito nell'Unione europea, l'ultima della serie, nella UE si producono ogni anno circa 85 000 metri cubi di rifiuti radioattivi, principalmente rifiuti a bassa e media attività. Questi rifiuti sono immagazzinati o smaltiti in siti poco profondi o sotterranei, sotto il controllo delle autorità nazionali di regolamentazione. La quantità di rifiuti ad alta attività è di circa 280 metri cubi, interamente immagazzinati a lungo termine. La produzione annua di combustibili esauriti è pari a circa 3.600 tonnellate di metalli pesanti. Il combustibile esaurito è immagazzinato in siti speciali sotto il controllo delle autorità nazionali di regolamentazione.

11.9.15

L'INVERNO DEL SOLE!




Egregio presidente Obama farà freddo, anzi freddissimo, per almeno trent’anni. Lo sostiene John Casey, già climatologo della Nasa, ora direttore di un centro studi di Orlando, la “Space and Science Research Corporation”. L’allarme: l’attività del sole sta rapidamente cambiando, la comparsa di nuove macchie solari lascia presagire un nuovo “grande inverno” per il pianeta, a partire dal 2015-2016, con conseguenze devastanti, fenomeni di assideramento di massa e addirittura il crollo del 50% della produzione alimentare a causa del collasso dell’agricoltura terrestre. E’ il drammatico contenuto della lettera che lo scienziato ha rivolto al capo della Casa Bianca già lo scorso aprile. Oggetto: “Richiesta di preparare gli Stati Uniti per un pericoloso clima freddo”. Casey chiede di prendere «provvedimenti immediati per garantire che gli Stati Uniti d’ America siano pronti per lo storico e potenzialmente pericoloso clima freddo, che sta per arrivare». Ma il problema non era il global warming, il surriscaldamento? Sì, fino a ieri. Da oggi, l’allarme è di segno opposto: neve, gelo, temperature sotto zero. A partire dai prossimi mesi.



10.9.15

ENRICO MATTEI: NUCLEARE, ALGERIA, FRANCIA



Mattei al cantiere della centrale nucleare di Borgo Sabotino



 di Gianni Lannes


Il fondatore dell’Eni aiutò per anni la resistenza algerina a liberarsi dal giogo colonialista francese. Fu assassinato la sera del 27 ottobre 1962, una settimana prima di stringere un accordo con le autorità di Algeri (Ben Bella) per lo sfruttamento del Sahara. Non solo petrolio e gas, ma anche uranio bramato dalla Francia, che non ha esitato a fomentare sedicenti fondamentalisti islamici e guerre di basso profilo nel Hahel.

Giacimenti naturali: una riserva strategica - utile ad alimentare i numerosi impianti atomici d'oltralpe - che fa sempre gola a Parigi. Per la cronaca: Mattei fece realizzare in Italia la prima centrale nucleare, ultimata nei primi mesi del 1963.


9.9.15

ADRIATICO: INQUINAMENTO NUCLEARE

 Trieste (rada San Bartolomeo):
portaerei nucleare USA all'ancora 

di Gianni Lannes




Trieste è uno dei 12 porti nucleari italiani, dove unità a propulsione ed armamento atomico della NATO possono transitare e sostare indisturbate, senza alcun tipo di controllo civile. E i piani obbligatori di sicurezza per la popolazione italiana? Inesistenti, obsoleti o addirittura segreti.

Ecco quello che una ricerca scientifica ha evidenziato nel 1996, ovvero la presenza nei sedimenti marini dell'Adriatico settentrionale, da Trieste ad Ancona, in particolare di plutonio 239 e plutonio 240 (pericolosi per 24.400 anni).

RIFIUTI NUCLEARI MILITARI: SCARICATI NEL MAR TIRRENO


foto Giani Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes


Ecco alcuni fatti incontrovertibilmente documentati. E' proprio lo Stato, almeno quello italiano, o meglio chi lo manovra anche dall'estero per il suo sporco tornaconto, il più pericoloso ed impunito inquinatore, ad attentare alla salute pubblica. Non è cambiato nulla dal 1967, quando il governo tricolore - unitamente ad altri paesi europei - autorizzò l'inabissamento delle prime scorie nucleari statali. 


Ai giorni nostri, buona parte delle scorie radioattive più pericolose (di terza categoria, ad alta attività) dell’impianto nucleare di San Piero a Grado (ex Camen, ex Cresam, infine Cisam) gestito dal ministero della Difesa, prima sono state occultate nella pineta di Migliarino San Rossore, poi sono state tombate nella miniera di Pasquasia in Sicilia. Infatti, l’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri 7 marzo  2003 a firma del piduista Silvio Berlusconi, non menziona questa centrale nucleare a tutti gli effetti, né la sua pericolosa produzione.



 foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Più recentemente il governo italiano ha deciso di sversare - attraverso il canale dei Navicelli - nel Mar Tirreno, ovvero nel santuario dei cetacei, un’area marina protetta sulla carta, anche 750 mila litri di liquidi radioattivi, provenienti dal reattore nucleare sperimentale della Marina Militare tricolore.

7.9.15

UN MARE ITALIANO DI VELENI RADIOATTIVI TARGATI PARIGI E BERLINO

nave Anni



 di Gianni Lannes


Al largo di Rimini (coordinate 44°14’ N – 13° 04’ E), a 51 metri di profondità giace dalla sera del primo agosto 1989 il mercantile Anni, battente la bandiera ombra maltese. Nel registro dei sinistri marittimi presso la direzione marittima di Ravenna, però non vi è alcuna traccia. Sotto un carico ufficiale di innocue carrube, però, c'è ben altro, triangolazioni, coperture, omissioni.


«M/N Anni di bandiera Maltese affondata il 01 agosto 1989 in alto Adriatico; M/N Euroriver di bandiera Maltese affondata anch’essa in Adriatico il 12 novembre 1991. Queste due navi di bandiera Maltese sono affondate in due punti dell’Adriatico, che nel progetto O.D.M. reperito tra i documenti di Comerio sono indicati quali punti previsti nel programma di dispersione delle scorie nelle aree nazionali italiane e degli affondamenti si ha notizia dai registri Lloyd’s… Circa le navi affondate elencate nell’informativa inizialmente citata sospetti sul carico sono basati sulla bandiera delle navi, quasi sempre di comodo e dal fatto che non si è a conoscenza degli sviluppi del sinistro. Si fa riserva di comunicare tutte le ulteriori informazioni necessarie qualora scaturissero ulteriori elementi dalle indagini in corso. Reggio Calabria, lì 30 maggio 1995 capitano De Grazia».

E' lo stralcio di uno dei rapporti stilato dal capitano Natale De Grazia, consulente  a Reggio Calabria del magistrato Francesco Neri e a Matera del magistrato Nicola Maria Pace. L'ufficiale della Guardia Costiera, assassinato in missione (mediante avvelenamento), il 12 dicembre 1995, stava indagando allora sull'affondamento sospetto di ben 180 navi dei veleni nel Mediterraneo, ovvero in acque territoriali e prospicienti l'Italia.


6.9.15

GARGANO A PERDERE


di Sabino Acquaviva*

Questo libro è diverso. Infatti, di cosa si tratta? Di una denuncia? Del racconto di uno scempio con nomi e cognomi dei responsabili? Dell’attenta analisi della storia di un monumento? Di uno strumento che consenta di capire come l’ignoranza, l’indifferenza, gli interessi possano condurre alla distruzione di una realtà che fa parte del patrimonio dell’umanità? Di una implacabile critica di una maniera di fare politica? Di una testimonianza, come osserva Gianni Lannes, «dell’inflessibile volere del partito trasversale degli affari legati al mattone che distrugge con ferocia disinvoltura e cinico metodo ogni testimonianza dell’antichità?». Di tutto questo ed altro si tratta. Il presente è uno dei pochi libri scritti con il coraggio e l’onestà di chi vuole denunciare un delitto corale. Sì, perché questo non è il racconto della distruzione di un monumento ad opera di un singolo individuo. Allo scempio hanno partecipato istituzioni, individui, singoli, imprese di ogni tipo, persino molti di quanti sarebbero destinati a tutelarlo. Si capisce chiaramente che quanto è accaduto (e accade) è l’espressione di una cultura che ha devastato l’Italia e che, anche se parzialmente in declino, continua ad essere pericolosa e va tenuta sotto controllo. La devastazione subita dal Gargano nei decenni che stanno alle nostre spalle ci deve insegnare a vigilare. E vigilare significa anche condividere le battaglie dell’autore di questo libro, descrivere lo scempio, la sua storia, elevare la colonna infame che consenta di ricordare per sempre i barbari che hanno distrutto, spianato, ricostruito, sventrato, snaturato.