BIOGRAFIA

7.9.15

UN MARE ITALIANO DI VELENI RADIOATTIVI TARGATI PARIGI E BERLINO

nave Anni



 di Gianni Lannes


Al largo di Rimini (coordinate 44°14’ N – 13° 04’ E), a 51 metri di profondità giace dalla sera del primo agosto 1989 il mercantile Anni, battente la bandiera ombra maltese. Nel registro dei sinistri marittimi presso la direzione marittima di Ravenna, però non vi è alcuna traccia. Sotto un carico ufficiale di innocue carrube, però, c'è ben altro, triangolazioni, coperture, omissioni.


«M/N Anni di bandiera Maltese affondata il 01 agosto 1989 in alto Adriatico; M/N Euroriver di bandiera Maltese affondata anch’essa in Adriatico il 12 novembre 1991. Queste due navi di bandiera Maltese sono affondate in due punti dell’Adriatico, che nel progetto O.D.M. reperito tra i documenti di Comerio sono indicati quali punti previsti nel programma di dispersione delle scorie nelle aree nazionali italiane e degli affondamenti si ha notizia dai registri Lloyd’s… Circa le navi affondate elencate nell’informativa inizialmente citata sospetti sul carico sono basati sulla bandiera delle navi, quasi sempre di comodo e dal fatto che non si è a conoscenza degli sviluppi del sinistro. Si fa riserva di comunicare tutte le ulteriori informazioni necessarie qualora scaturissero ulteriori elementi dalle indagini in corso. Reggio Calabria, lì 30 maggio 1995 capitano De Grazia».

E' lo stralcio di uno dei rapporti stilato dal capitano Natale De Grazia, consulente  a Reggio Calabria del magistrato Francesco Neri e a Matera del magistrato Nicola Maria Pace. L'ufficiale della Guardia Costiera, assassinato in missione (mediante avvelenamento), il 12 dicembre 1995, stava indagando allora sull'affondamento sospetto di ben 180 navi dei veleni nel Mediterraneo, ovvero in acque territoriali e prospicienti l'Italia.





 

Tale rapporto di polizia giudiziaria, è inserito in un atto ufficiale del Parlamento italiano: seduta del 5 febbraio 2013. Poiché le coordinate di affondamento sono note alle autorità dello Stato tricolore, come mai non si è proceduto al recupero dei due mercantili con il loro carico di morte, giacendo oltretutto, su bassi fondali? Per quale motivo non sono state informate le Regioni interessate dall'inquinamento radioattivo, quantomeno Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia? Perché le direzioni marittime di Trieste, Venezia, Ravenna ed Ancona, nonché il Comando generale della Guardia Costiera (Maricogecap) di Roma non hanno informato l'Autorità Giudiziaria? Perché le popolazioni locali sono state tenute all'oscuro, pur essendo le più esposte alla minaccia? Perché sia il governo Letta che il governo Renzi, per non dire tutti i precedenti esecutivi di Palazzo Chigi (Dini, Prodi, D'Alema, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti), non sono intervenuti a salvaguardare concretamente la salute pubblica? 




A tutt’oggi numerosi atti parlamentari (come ad esempio l'interrogazione a risposta orale 3/01183 dell'8 febbraio 1996 e l'interrogazione a risposta in commissione 5/01387 del 6 luglio1995) non hanno trovato risposta governativa e risultano paradossalmente “in corso”. 

In fondo al mare: relitti imbottiti di rifiuti radioattivi a tempo di cui nessuno è in grado di prevedere l'esplosione. Si sa solo che, quando il ferro si sarà ossidato e il cemento sbriciolato, i rifiuti nucleari si libereranno nell' acqua trasformando i  mari d’Italia, in un grande bagno radioattivo. Tutto dipende dalla resistenza dei contenitori delle scorie. Quando accadrà il Mediterraneo rimarrà contaminato per millenni. Comunque tracce di plutonio 239 e 240 affiorano già, qua e là, come ha documentato l'International Atomic Energy Agency (IAEA).


riferimenti:



 



1 commento:

  1. Incredibile che ne parli solo Gianni Lannes e, più incredibile ancora, che la "giustizia" italiana si sia dileguata di fronte a simili fatti!

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