BIOGRAFIA

6.11.24

FORZA ITALIA: RITORNO AL NUCLEARE TARGATO MELONI&SALVINI

foto Gilan


di Gianni Lannes

Ritorno al futuro? No, al trapassato remoto. Non è un film, ma l'avvilente realtà italiana. Contro ogni evidenza scientifica e ben due referendum popolari, il governo della camerata Meloni, nonostante rischi, pericoli e macroscopiche diseconomie torna allo sfruttamento dell'energia nucleare con irrealistici impianti - pompati dalla propaganda in corso - di quarta generazione, senza però aver risolto il problema delle ingenti scorie radiottive o realizzato il cosiddetto deposito unico.

Una delle aree individuate e proposte dal commercialista Pichetto Fratin a capo del ministero Ambiente e dal presidente del Cnel Brunetta è addirittura Venezia (la degradata Porto Marghera).

“La strategia energetica è del Governo, si decide a livello nazionale. Ma se e dove fare gli impianti delle centrali lo decidono i governatori” taglia corto Luca Zaia dal Veneto.

Come si può localizzare un impianto nucleare sia pure a dimensioni ridotte in una realtà fragile? Un insediamento del genere in loco coinvolge la laguna e il mare Adriatico: un eventuale incidente si verificherebbe nel cuore del Petrolchimico e il piano di evacuazione coinvolgerebbe una città simbolo.

Ecco lo sgangherato iter governativo. Nel maggio 2023 la Camera dei deputati ha approvato la mozione (1-00083) dei Gruppi di maggioranza, a prima firma Cattaneo, che impegna l'Esecutivo meloniano ad adottare iniziative per istituire idonei percorsi di ricerca e sviluppo, al fine di recuperare il ruolo dell'Italia nel campo dello studio e dello sviluppo tecnico in materia nucleare.

Presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è stata quindi istituita la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile (PNNS), a cui partecipano i principali enti pubblici di ricerca, esponenti del mondo delle università, di associazioni scientifiche, di soggetti pubblici del settore della sicurezza nucleare, di imprese che hanno investito nel settore nucleare, nella produzione di componenti e impianti e nelle applicazioni mediche nel settore nucleare.

I risultati della Piattaforma diventano la base per valutare l'elaborazione e l'adozione da parte dell'Italia di una "Strategia nazionale per il nucleare sostenibile" di ultimissima generazione; inoltre l'8a Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato sta svolgendo un'indagine conoscitiva in materia di energia prodotta mediante fusione nucleare attraverso un ciclo di audizioni di esperti,

Quali sono i prossimi passi nel percorso verso un'energia nucleare insostenibile in Italia? Il 6 marzo 2023 le Società Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edison e la francese Edf avrebbero sottoscritto un documento d'intenti con le finalità di sviluppare il nuovo nucleare in Europa, valorizzando le competenze della filiera nucleare italiana, di cui Ansaldo Nucleare sarebbe capofila, a supporto dello sviluppo dei progetti di nuovo nucleare della francese Edf.

Il principale oggetto dell'accordo di collaborazione sottoscritto da Ansaldo Energia, società controllata da Cdp, sarebbe il progetto di small modular reactor (SMR), impianti che prevedono due reattori di terza generazione ad acqua pressurizzata da 170 MW elettrici, per una potenza complessiva di 340 MW.

Con riferimento agli SMR si tratta di tecnologie ancora non disponibili sul mercato e che, da uno studio messo a punto e pubblicato sulla rivista PNAS, non avrebbero meno problemi di produzione e gestione delle scorie prodotte rispetto ai reattori ad acqua pressurizzata tradizionali.

Anche la Società ENEL avrebbe annunciato un accordo di cooperazione con Newcleo, società di energia nucleare con sede a Londra e presenza in Italia e Francia, con l'obiettivo dichiarato di lavorare insieme sui progetti di tecnologia nucleare di quarta generazione della Newcleo, che si è impegnata ad assicurare ad Enel un'opzione come primo investitore nel primo impianto nucleare che costruirà fuori dall'Italia.

Diversi clan affaristici di politicanti che albergano in Parlamento a spese del passivo contribuente hanno promosso recentemente iniziative pseudo legislative volte a riavviare la produzione di energia nucleare nel nostro Paese.

Il 27 settembre 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato il «Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029», introdotto con la riforma del Patto di stabilità e crescita approvata dall'Unione europea nel mese di aprile 2024.

Il Piano costituisce il documento con cui il Governo descrive il percorso che intende intraprendere nei cinque anni successivi al fine di rientrare nei parametri stabiliti dall'Unione europea, con riferimento in particolare al criterio della spesa netta.

Il documento citato presenta indicazioni rilevanti sulla politica di bilancio e informazioni sulle riforme e sugli investimenti che il Paese intende realizzare e che concorrono alla stabilità dei conti pubblici e alla crescita del Paese.

le misure incluse nel Piano approvato dal Governo comprendono anche l'indicazione di un disegno di legge recante delega per introdurre un quadro legislativo di riferimento per accogliere la proposta di ripresa della produzione di energia nucleare in Italia a partire dal 2030, anche in linea con l'orientamento del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.

l'intervento normativo, sempre secondo il Piano, costituirà la cornice per la produzione di energia nucleare «abilitando le necessarie infrastrutture, potenziando le risorse umane, promuovendo partenariati pubblico-privati nell'ambito dell'intero sistema nucleare, incentivando accordi internazionali e creando un quadro finanziario stabile e sostenibile in grado di promuovere investimenti privati in un settore particolarmente capital intensive, quale quello del nucleare».

A dirla tutta, il nostro Paese è ancora alle prese con il problema dei rifiuti nucleari e delle scorie radioattive derivanti dall'attività delle centrali, chiuse definitivamente dal 1990 e dal loro decommissioning, per il quale ancora non si è pervenuti a una soluzione concreta per il loro smaltimento, non essendo tuttora concluso l'iter per l'individuazione del sito idoneo a ospitare il deposito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, come richiesto dalla direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio europeo.

La Sogin, Società gestione impianti nucleari, è una società per azioni interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e vigilata dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, con compiti istituzionali inerenti allo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse, degli impianti di produzione del combustibile e di ricerca del ciclo del combustibile nucleare, alle attività relative alla chiusura del ciclo del combustibile, alla messa in sicurezza ed allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, alla disattivazione degli impianti a fine vita, al mantenimento in sicurezza degli stessi, fino al rilascio del sito per altri usi.

Di recente la Dda di Potenza ha disposto la chiusura delle indagini relativa ad un procedimento penale aperto nel 2018, condotta dai carabinieri del Noe per presunto disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale nella gestione dell'impianto nucleare in smantellamento denominato Itrec di Trisaia, situato a Rotondella, in provincia di Matera, con sedici avvisi di garanzia nei confronti di manager e dipendenti della Sogin, Enea, Arpab e della provincia di Matera.

Secondo gli inquirenti, acque contaminate, nella misura di non meno di 65 mila metri cubi, da sostanze pericolose e cancerogene, come tricloroetilene e cromo esavalente, sarebbero state sversate direttamente nel mar Jonio senza alcun preventivo trattamento, con gravi ripercussioni sull'ambiente circostante.

Alla fine di settembre 2024 i carabinieri del Noe di Potenza e del Reparto operativo – Sezione inquinamento da sostanze radioattive del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Roma, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dalla Procura di Matera, relativo ad un'area di circa 600 metri quadri, ubicata sempre all'interno del sito nucleare di Trisaia, per la presenza di uranio arricchito U234 – U235, non riconducibile ai radionuclidi di uranio e torio in deposito presso il sito gestito dalla Sogin.

Con delibera del 2 ottobre 2023, ad indagini in corso, l'attuale amministratore delegato di Sogin, poche settimane dopo il suo insediamento a seguito della nomina del Governo, ha orchestrato una riorganizzazione aziendale, designando due tra i 16 indagati in ruoli apicali della Società.

Quali iniziative di competenza il Governo Meloni ha adottato per vigilare sulla gestione da parte di Sogin dell'impianto nucleare in smantellamento denominato Itrec di Trisaia, nonché delle motivazioni che hanno indotto l'attuale amministratore delegato a promuovere, ad indagine in corso, due dirigenti della società implicati nell'inchiesta della Procura e quali iniziative di competenza sono state assunte per attivare un monitoraggio ambientale e sanitario a tutela dell'ambiente e della salute dei lavoratori dell'azienda e della popolazione residente intorno al sito di Rotondella?

Va ricordato agli smemorati che bivaccano temporaneamente a Palazzo Chigi che la produzione di energia nucleare è stata oggetto di due referendum abrogativi, rispettivamente del 1987 e del 2011, con i quali è stata decretata la fine della produzione e dello sfruttamento dell'energia nucleare nel nostro Paese, senza operare distinguo sulla tecnologia utilizzata a tal fine.

Costi, tempi, localizzazione degli impianti e gestione delle scorie rimangono ancora problemi largamente irrisolti del nucleare di terza e quarta generazione tali da suggerire la necessità di continuare ad indirizzare le risorse economiche del nostro Paese allo sviluppo delle fonti rinnovabili, stante i target del PNIEC, che devono essere rivisti al rialzo, come indicato nel Piano per la Transizione Ecologica (PTE), per il quale è richiesto un incremento del 72 per cento di fonti rinnovabili nella generazione elettrica e l'installazione di circa 70 GW di ulteriori centrali elettriche rinnovabili entro il 2030. Allora, c'è un limite al peggio?

Riferimenti:

Gianni Lannes, Italia Usa e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

https://www.camera.it/leg19/29?tipoAttivita=&tipoVisAtt=&tipoPersona=&shadow_deputato=303089&lettera=&idLegislatura=19

https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1412210.pdf

https://documenti.camera.it/leg19/resoconti/commissioni/stenografici/html/0810/indag/c0810_nucleare/2024/10/09/indice_stenografico.0009.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nucleare

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sogin 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=pichetto+fratin




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