BIOGRAFIA

5.11.24

ARSENICO E IPRITE IN ADRIATICO!

 


 

di Gianni Lannes

Adriatico: un mare di bombe con effetto ad orologeria. 1316 tonnellate di iprite contenute in 4300 ordigni e 84 mila litri di arsenico in bidoni metallici. Si tratta di armi chimiche affondate nell'estate dell'anno 1944 dalle truppe germaniche nel mare di Pesaro fino a Fano, Gabicce e Cattolica prima della ritirata verso il Brennero. Giacciono sui fondali marini del Mare Adriatico ad appena 3 miglia dalla costa marchigiana, a 10-12 metri di profondità, ricoperti da un denso strato di mucillagine.

L'immissione e diffusione nell’ambiente marino dell’arsenico altera gli ecosistemi e contamina la catena alimentare? E la combinazione dell'arsenico con l'iprite? Uno studio dell'Icram risalente all'anno 2006 attesta che questi veleni sono entrati nella catena alimentare. Insomma, dal mare alle ignare persone: prodotti ittici e frutti di mare assorbono soprattutto arsenico dalle acque in cui vivono. Ma per caso la Regione Marche ha autorizzato l'attivazione di impianti d'acquacoltura nelle aree delle fonti inquinanti e contaminanti?

Le autorità italiane di ogni ordine e grado sono al corrente da tempo della gravissima situazione, ma per non inimicarsi la Germania tacciono omertosamente. Prevenzione? Piuttosto dolo incancrenito.

Gli esseri umani possono essere esposti all’arsenico principalmente attraverso l’assunzione di acqua, dove esso è presente in forma inorganica, ma anche tramite l’aria, le bevande, gli alimenti (principalmente con l’assunzione di pesce, molluschi, crostacei, carne, pollame, alghe e derivati, cereali e derivati, riso e derivati, verdure). L’esposizione degli esseri umani all'arsenico può avvenire anche durante semplici e diffuse attività come il lavarsi e il nuotare in mare.

Quali sono gli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione cronica all’arsenico? Le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall’arsenico sono ben note e sono costante oggetto di studi e ricerche. Infatti sul portale on-line di una delle più importanti biblioteche mediche internazionali “PubMed”, digitando “arsenic drinking water” sono presenti, alla data del 5 novembre 2024, ben 4818 pubblicazioni scientifiche su questo specifico argomento.In particolare: "Investigation of total arsenic in fish from the central Adriatic Sea (Italy) in relation to levels found in fisherman's hair", nonché "Bioaccumulation of arsenic species in rays from the northern Adriatic Sea".

L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro-Iarc (International Agency for Research on Cancer classifica l’arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. L’esposizione ad arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Gli effetti dell’arsenico sull’epigenoma cellulare potrebbero spiegare i meccanismi di cancerogenicità di questo elemento e questi effetti avvalorano la tesi che anche dosi ridottissime di arsenico possono esercitare effetti negativi sulla salute. L’azione cancerogena e pro-cancerogena dell’arsenico come di altri metalli è stata finora indagata essenzialmente in ambito tossicologico, privilegiando lo studio dei meccanismi genotossici (mutageni) diretti e indiretti. L’ipotesi più accreditata è che l’arsenico possa agire come promotore tumorale attraverso la produzione di radicali liberi dell’ossigeno e l’attivazione e/o ipersecrezione di citochine pro-infiammatorie e fattori di crescita. Tuttavia, l’arsenico potrebbe esercitare la sua azione cancerogena anche attraverso meccanismi epigenetici, che determinano ipometilazione del DNA. I possibili meccanismi di cancerogenicità comprendono: genotossicità diretta, stress ossidativo, co-cancerogenesi, inibizione dei sistemi di riparazione del DNA, la promozione della proliferazione cellulare, ma anche alterazioni della trasduzione del segnale e alterata metilazione del DNA. A proposito: le correnti marine fin dove hanno condotto questi inquinanti?

L’assunzione cronica di arsenico è indicata inoltre da numerosissimi studi scientifici anche quale responsabile di patologie cardiovascolari (in particolare della “malattia del piede nero -black foot disease-“ per compromissione della vascolarizzazione periferica, infarto del miocardio, ictus, coronaropatie etc.); patologie neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi, melanosi); disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

Un aspetto emergente e sempre più studiato della tossicità dell’arsenico è inoltre quello relativo alla sua azione quale "Endocrine Disruptor (EDCs)", termine corrispondente all’italiano interferente endocrino (IE). Gli interferenti endocrini (IE) sono un gruppo eterogeneo di sostanze e miscele di sostanze- tra cui anche i pesticidi, il bisfenolo e i ftalati- che interferiscono sul normale funzionamento del sistema endocrino. Gli interferenti endocrini dotati di potenzialità mimetiche e in grado di interagire con recettori di membrana e nucleari e, quindi, direttamente o indirettamente, con i (co)fattori di trascrizione, modificando l’espressione genica e, nel lungo termine, l’assetto (epi)genetico di cellule, tessuti, organismi, ecosistemi.

Inoltre è stata dimostrata l’associazione significativa tra l’esposizione cronica ad arsenico inorganico e diabete di tipo 2; studi sperimentali hanno mostrato che l’arsenico è in grado di inibire la produzione e secrezione dell’insulina e la tolleranza al glucosio, nonché di modificare l’attività del recettore nucleare per i glucocorticoidi. Altri studi evidenziano come l’esposizione all’arsenico durante la gravidanza (questo elemento attraversa la barriera placentare) può causare dei cambiamenti nell’espressione genica del feto che possono determinare la comparsa di gravi patologie, anche di tipo neurocognitivo, nel corso della vita e anche a decenni di distanza dall’esposizione materna. E’ inoltre estremamente importante considerare la possibile interazione e sinergia tra le diverse sostanze tossiche e cancerogene che oltre all’arsenico possono essere riscontrate nell’acqua. Il Vanadio, il Selenio, il Fluoro, i metalli pesanti ed elementi radioattivi, i pesticidi, le diossine, le sostanze perfluoro alchiliche (Pfas), le microplastiche, i sottoprodotti della disinfezione dell’acqua per clorazione, batteri, virus, parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di alghe e cianobatteri (come nel caso del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, presente nel lago di Vico) etc.; tutti questi elementi possono determinare rischio e danno alla salute con molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione.

Come già ribadito dall’Agenzia internazionale di ricerca sul Cancro – Iarc e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS non esistono livelli di sicurezza per le sostanze cancerogene certe come l’arsenico. Ricerche e studi in ambito scientifico, anche condotti  in forma sperimentale e in laboratorio, vanno da diverso tempo focalizzandosi sull’esposizioni a dosi medio-basse di arsenico nelle acque ad uso umano, in particolare in relazione a malattie cardiovascolari – in primis le ischemie cerebrali, cardiopatia ischemica e aterosclerosi, neurotossicità, malattie della sfera riproduttiva e malattie dismetaboliche. Un atteggiamento di maggiore prudenza quindi, anche in ossequio al Principio di Precauzione, dovrebbe indurre le Istituzioni competenti a mettere in atto tutti gli interventi per ridurre al massimo, fino allo zero la presenza di arsenico nell'ambiente. Anche una dose minima inibisce la vita.

Riferimenti:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=arsenic+drinking+water

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=adriatic+sea

https://publications.iarc.fr/120

https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(09)70134-2/abstract?_eventId=login

https://www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11091789/

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/arsenico#effetti-sulla-salute

(http://www.iss.it/prvn/?lang=1&id=279&tipo=4)  

 

https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/arsenic

https://www.epa.gov/sites/default/files/2014-03/documents/arsenic_factsheet_cdc_2013.pdf

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25470025/

https://research.unite.it/handle/11575/15965?mode=full

https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/0265203021000055379

https://www.sea-help.eu/en/news-general/poisonous-puffer-fish-adriatic-croatia/

https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9866420/

https://www.isprambiente.gov.it/public_files/REDCOD.pdf

https://www.isprambiente.gov.it/files/temi/emergenze-ambientali-in-mare/AppendixIManual.pdf

https://ricerca.unich.it/handle/11564/108667

https://arts.units.it/retrieve/71c3d7c1-93bc-481f-b3c8-c4aa0af5b3d1/Cegolon_et_al_2022_ESPR_Hg_capelli_Gulf_of_Trieste.pdf

https://www.stonybrook.edu/commcms/gelfond/_pdf/Seafood%20Mercury%20Database.pdf

https://www.e-helvetica.nb.admin.ch/api/download/urn%3Anbn%3Ach%3Abel-5252810%3ATransport_Persistence_and_Toxicity_of_Pollutants_in_the_Sea.pdf/Transport_Persistence_and_Toxicity_of_Pollutants_in_the_Sea.pdf

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11091789/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/11/armi-chimiche-nel-mare-di-pesaro.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/10/pesaro-da-capitale-della-cultura.html#more 

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4-09713&ramo=CAMERA&leg=16  

 


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