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Bussi sul Tirino: centrale turbogas Edison e discarica di rifiuti industriali non bonificata - foto Gilan

di Gianni Lannes

Un paradiso naturale trasformato in un gigantesco cimitero industriale. E tanti si ammalano e muoiono prima del tempo; anche i più piccini, ovvero i bambini. Bentornati a Bussi sul Tirino, il paese d'acqua dell'Abruzzo: benedetto dalla Natura e violentato impunemente per più di un secolo dall'uomo. Ora la Procura della Repubblica di Pescara ha sequestrato lo stabilimento Gowan del cosiddetto polo chimico di Bussi Officine, per "inquinamento di suolo e sottosuolo": gli inquirenti ipotizzano che anche le falde siano irrimediabilmente compromesse.

Bussi sul Tirino: Centro Chimico militare e discariche Montedison non bonificate - foto Gilan

Bussi Officine: gallerie sepolte - foto Gilan

La cronaca documentata non fa sconti e serba memoria: nel 2007 gli agenti del Corpo Forestale dello Stato sequestrarono in loco terreni adiacenti il fiume Tirino e il fiume Pescara, inquinati dalla Montecatini (poi Montedison, Ausimont, Solvay) dalla Dinamite Nobel e dal Centro Chimico Militare dello Stato (adibito alla produzione di iprite), e a tutt'oggi non ancora effettivamente sanati. Invece di bonificare il territorio le autorità locali, regionali e nazionali optarono per un'altra fatale industrializzazione mascherata dal miraggio di un'effimera occupazione. E consentirono all'inquinatore Edison di aprire addirittura una centrale turbogas. Le conseguenze disastrose sono sotto gli occhi di tutti, ma si fa finta di niente. Non solo uno straordinario ambiente sempre più degradato, ma prevale anche una contorta mentalità dominante che combacia con l'ottusità dilagante.