di Gianni Lannes
Un regime totalitario sia pure eterodiretto inizia sempre a manifestarsi con le manganellate ai giovani pacifici e a volto scoperto, ovvero con la repressione violenta del dissenso e il tentativo di soppressione del pensiero critico. In Italia - dove attualmente bivaccano a Palazzo Chigi gli eredi del neofascismo - è ancora in vigore il TULPS (Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza) che discende dal Regio decreto 773 dell'anno 1931, in palese contrasto con la Costituzione Repubblicana.
Magistratura Democratica accusa - a ragion giuridica fondata - le forze dell'ordine di “evidente sproporzione nell'uso della forza”. Dunque, “Evidente sproporzione nell'uso della forza da parte degli agenti”.
Così, in una nota, l’esecutivo di Magistratura Democratica prende posizione sugli scontri avvenuti a Firenze e Pisa dove sono stati manganellati dei “ragazzi inermi” e immobilizzati “senza alcuna evidente necessità di difesa propria o di terze persone, rei di manifestare contro il genocidio israeliano del popolo palestinese.
Le toghe di Magistratura Democratica hanno, dunque, preso posizione contro le forze dell’ordine e hanno sentito “la necessità di richiamare sin da ora alcuni punti fermi sulla libertà costituzionale di riunione e sui limiti all'uso della forza da parte delle polizie” così come stabilito dall’articolo 17 della nostra Carta. I togati di Md ricordano che le riunioni in luogo pubblico non autorizzate possono essere vietate “soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica". In base all’articolo 18 della legge in materia di sicurezza pubblica, infatti, l’omesso preavviso di tre giorni da parte dei promotori “non rappresenta una condizione di illegittimità della riunione né un'automatica presunzione di pericolo per l'ordine pubblico”. In caso di omesso avviso, il questore ha la facoltà (non l'obbligo) di ordinare lo scioglimento della riunione.
“Il motivo dello scioglimento deve rigorosamente inerire a ragioni di sicurezza e non al merito o al tema della manifestazione. In secondo luogo, - si legge ancora nella nota dell'esecutivo di Md - sono previste delle modalità per lo scioglimento della riunione agli articoli 24 e 25 del regolamento di attuazione della stessa legge, le quali non autorizzano in alcun modo un uso indiscriminato o sproporzionato della forza". Secondo le toghe rosse, dunque, l'uso della forza da parte delle forze dell’ordine“è legittimo solo quando sia inevitabile per effettive ragioni di sicurezza degli agenti e della collettività”. Ma i togati di Magistratura Democratica si spingono oltre chiedendo che “le autorità preposte avviino immediatamente tutti gli accertamenti per chiarire questo episodio, compresa l'identificazione degli agenti” e auspicando pertanto la revisione delle disposizioni del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza attraverso una legge che“imponga agli addetti ai servizi di ordine pubblico di indossare elementi identificativi che ne consentano sempre l'individuazione". Una norma che garantirebbe gli agenti di pubblica sicurezza corretti e che darebbe “un minimo presidio di garanzia per tutti i consociati che intendono esercitare le loro libertà costituzionali".
Riferimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=lFeY96GW418
https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1931-06-18;773!vig=
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni
https://www.youtube.com/watch?v=H8KwqlWGRjQ
https://www.youtube.com/watch?v=Ggr5zu5Qb4c
https://www.youtube.com/watch?v=GLbOfUJj_XI
https://www.youtube.com/watch?v=qdcs06Rb0M0
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