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di Gianni Lannes
Ecco gli amanti della Natura castrata. Metti una notte di fine anno e un
emendamento mascherato dentro una legge di bilancio regionale. E
così, in Abruzzo con un banale trucchetto da politicanti illusionisti scompare la riserva
naturale in riva al mare del Borsacchio. Cemento armato al posto dell'ambiente in nome della speculazione?
In ogni caso i fatti risultano inequivocabili. Il consiglio regionale dell'Abruzzo il 29 dicembre 2023 ha approvato il progetto di legge numero 379 del 2023, recante «Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione finanziario 2024-2026 della regione Abruzzo (Bollettino Ufficiale regione Abruzzo, speciale numero 12 del 26 gennaio 2024: legge regionale 25 gennaio 2024, numero 4)». Nel corso dell'esame del provvedimento è stato approvato dal consiglio regionale un emendamento, a firma di cinque consiglieri regionali di maggioranza targata Marsilio, che modifica l'articolo 69 della legge regionale 8 febbraio 2005, numero.6 (Istituzione della riserva naturale guidata «Borsacchio» nel comune di Roseto degli Abruzzi - Teramo), determinando una riperimetrazione della riserva rispetto agli attuali confini, con la riduzione di oltre il 97 per cento della sua estensione che passerebbe dagli attuali 1.000 ettari a soli 24. In sostanza, la maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale dell'Abruzzo guidata dal presidente Marco Marsilio ha votato la riduzione dell'area della riserva con la contrarietà delle opposizioni.
Il sindaco del comune di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes in una nota pubblica ha dichiarato il proprio sconcerto rispetto a quanto accaduto, denunciando come l'amministrazione comunale e il territorio non siano stati assolutamente coinvolti nella decisione di ridefinire al ribasso estremo i confini della riserva.
Nella fretta la maggioranza in poltrona del presidente uscente Marsilio (partito meloniano), ha forse dimenticato la legge 6 dicembre 1991, numero 394 (Legge quadro sulle aree protette) che all'articolo 22, comma 1, lettera a), dispone «la partecipazione delle province, delle comunità montane e dei comuni al procedimento di istituzione dell'area protetta (...) Tale partecipazione si realizza (...) attraverso conferenze per la redazione di un documento di indirizzo relativo all'analisi territoriale dell'area da destinare a protezione, alla perimetrazione provvisoria, all'individuazione degli obiettivi da perseguire, alla valutazione degli effetti dell'istituzione dell'area protetta sul territorio».
Inoltre, la Corte costituzionale con numerose sentenze (n. 311 del 1999 – n. 282 del 2000 – n. 241 del 2008 – n. 263 del 2011 – n. 2 del 2018 – n. 134 del 2020 – n. 221 del 2022) ha dichiarato costituzionalmente illegittime, per violazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione, diverse norme introdotte da leggi regionali che prevedevano la modifica della perimetrazione di Parchi e Riserve regionali, per violazione del procedimento regolato dall'articolo 22 della legge n. 394 del 1991. In punta di diritto, secondo le reiterate pronunce della Corte costituzionale il mancato coinvolgimento degli enti locali nella ridefinizione dei confini della area naturale protetta, attraverso la formazione del documento indicato all'articolo 22 della legge quadro, costituisce un vizio della fase procedimentale, che si trasferisce alla legge provvedimento con cui essa è stata conclusa.
Con l'approvazione della legge regionale dell'8 febbraio 2005, numero 6 dell'Abruzzo era stata istituita la Riserva naturale guidata «Borsacchio» nel territorio del comune di Roseto degli Abruzzi (Te). L'estensione territoriale della riserva è di oltre 1100 ettari. La riserva è caratterizzata da proprie specificità botaniche, geologiche, faunistiche e paesaggistiche da preservare, tutelare e valorizzare attraverso un piano di assetto naturalistico predisposto dal comune di Roseto degli Abruzzi.
Anche docenti e ricercatori dell'università dell'Aquila si sono espressi con preoccupazioni sul drastico taglio dell'area inclusa nella suddetta Riserva in quanto è stato effettuato senza alcuna preventiva valutazione di natura tecnico-scientifica che ne corroborasse la necessità e l'opportunità, anche in relazione agli impatti sugli obiettivi di tutela della biodiversità nazionali e comunitari.
Il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi, riunitosi in seduta straordinaria il 12 gennaio 2024, ha deliberato di opporsi a tale decisione della regione, chiedendo un ripensamento al Consiglio regionale abruzzese;. Comunque, i caporioni della Regione sono rimasti sordi anche agli appelli della società civile, evitando di incontrare le associazioni e di confrontarsi con i portatori di interesse, tanto che in sole due settimane sono state raccolte oltre 21 mila firme, protocollate già al comune di Roseto degli Abruzzi, per chiedere il ripristino dei confini precedenti.
I risvolti in termini di tutela ambientale e turismo sono enormi: dal rifacimento del piano di assetto naturalistico (Pan) preparato per oltre vent'anni, alle perdite occupazionali ma anche di milioni di euro di finanziamenti europei per agricoltori, allevatori e operatori turistici, ai fini delle attività sostenibili nelle riserve; si tratta, in modo del tutto evidente, di una decisione che vede come parti lese la natura, la città di Roseto degli Abruzzi, il futuro del territorio, a favore, invece, di vantaggi economici riservati a pochissimi.
Perché il governino Meloni non impugna questa legge regionale dopo la sottoposizione a deliberazione collegiale del Consiglio dei ministri e non risponde in Parlamento agli atti di sindacato ispettivo?
Riferimenti:
Gianni Lannes, L'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.
https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/litalia-trema/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=borsacchio
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