BIOGRAFIA

22.2.24

ELTSIN, CLINTON & PUTIN

 


di Gianni Lannes

Il 31 dicembre 1999, Boris Eltsin, improvvisamente si dimette e spunta dal nulla, ovvero dal buco nero del famigerato KGB, tale Vladimir Putin, La mattina del 1 gennaio 2000, mister Clinton fa la sua prima telefonata a Putin come presidente ad interim della Russia e successore designato di Eltsin. Clinton dice che il discorso di dimissioni di Eltsin e la risposta di Putin il giorno prima "sono molto incoraggianti per il futuro della democrazia russa". La conversazione è cordiale e speranzosa da entrambe le parti. Clinton riafferma la partnership tra Stati Uniti e Russia, ma menziona anche "alcune differenze nelle nostre relazioni" e preoccupazioni per la Cecenia e il Caucaso. Putin parla della campagna elettorale e dice che il prossimo presidente russo sarà “una persona progressista”.  Ringrazia il presidente americano per il suo passato sostegno alla riforma russa ed esprime la sua speranza che "su temi fondamentali, saremo sempre insieme", nonostante i disaccordi menzionati da Clinton. Nell'era Putin sono stati assassinati 47 giornalisti che avevano osato criticarlo con prove alla mano per le sue abominevoli nefandezze. Vladimir dal passato oscuro canta un presente ancora più nebuloso disseminato con migliaia di cadaveri. E In Italia, c'è pure un certo Matteo Salvini (pro tempore vice presidente del consiglio e ministro, attualmente accampato nel bivacco di poltrone del governo con Giorgia Meloni) che ha elogiato pubblicamente questo criminale impunito (beninteso alla stregua di Zelenski).

Clinton & Putin: Auckland, settembre 1999.

 

Sempre Clinton dalla Casa Bianca telefona a Putin il giorno dopo le elezioni russe per congratularsi con lui per la sua vittoria, che definisce "una pietra miliare davvero storica per la Russia". Clinton chiama il suo omologo russo con il suo nome, Vladimir, per la prima volta ed esprime il suo interesse a costruire la loro relazione. Putin è estremamente grato per questa telefonata e per la dichiarazione pubblica di Clinton sulle elezioni, dicendo, ora "è chiaro al mondo intero che io sono una persona con cui puoi lavorare". Clinton delinea immediatamente tre aree in cui vuole lavorare con Putin: la riforma economica russa, la Cecenia, l’Iran e il controllo degli armamenti. Putin esprime il suo desiderio di cooperare su ogni questione menzionata dalla sua controparte. Dice persino a Clinton che ha nominato un rappresentante per affrontare i diritti umani in Cecenia e avrebbe accolto il Consiglio d’Europa e l’OSCE per lavorare nella regione – qualcosa che Eltsin non ha accettato nelle sue conversazioni con Clinton. Putin promette anche di intensificare i negoziati con la Duma sulla ratifica di START II e di continuare il canale Ivanov-Berger sulle questioni dell’Iran e dell’ABM. In questa conversazione, Putin suona proprio come il partner che gli Stati Uniti volevano continuare la politica estera e la riforma interna di Eltsin. In quel caso, quindi, il modo in cui la transizione è stata manipolata diventa meno importante per gli americani. 


 


 


 


 

 


 


 

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.

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https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/02/47-giornalisti-assassinati-nellera-putin.html 

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