foto Gilan |
di Gianni Lannes
Benvenuti in Italia. Tanto per sapere e non dimenticare: dallo Stivale sono partite armi per il il genocidio del popolo palestinese perpetrato da Israele. Ecco la militarizzazione bellicista di ogni ambito della vita anche mediante la compressione dei diritti civili (ormai di carta velina), a partire dalla scuola. Il clima di guerra si respira ovunque: dalla retorica s-governativa ai mass media con tutta l'accozzaglia di pseudo intellettuali covodioti che l'accompagna a reti standardizzate e unificate.
Anche in Italia si sentono esponenti delle classi dirigenti in poltrona e politicanti in carriera sul cadreghino che blaterano della guerra come esito più o meno scontato del prossimo futuro: cosa buona e giusta che le Università rafforzino la loro collabirazione con l'industria militare; per poi chiosare che la guerra è la via maestra per la pace. Il tutto, condito dalla retorica del "sacro dovere di difendere la Patria". Ormai nel senso comune plasmato e colonizzato da decenni di immaginario hollywoodiano, il messaggio della guerra trova terreno assai fertile.
La retorica della guerra nelle società occidentali funziona solo se si accompagna al sacrificio dei figli degli altri. Il desiderio di morte che promana dalla politica eterodiretta dell'ex giardino d'Europa e dalla sua corte di apparati a Bruxelles e Strasburgo influenzata dalla lobby bellica, caratterizza il segno di un'egemonia in crisi irreversibile.
I sistemi occidentali che vivono del lavoro sottopagato dei bambini, delle donne e degli uomini del cosiddetto terzo mondo ma anche succhiando il sangue ai propri cittadini, sono oligarchie liberali e non democrazie (sia pure incompiute).
Riferimenti:
Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/02/armi-dallitalia-israele-per-il.html
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