di Gianni Lannes
Estorsione di Stato in Gazzetta Ufficiale: la firma è dell'esecutivo Meloni. Un'iniziativa che calpesta il diritto internazionale e fa il paio con il ponte sullo Stretto - di cosa nostra - riesumato e preteso da Salvini. Quasi 5 mila euro: è l'attuale pizzo mafioso dello Stato tricolore, a conduzione razzista, oppure detenzione arbitraria. "Chi non ha i requisiti dovrà essere rimpatriato", ha sentenziato la presidente Von der Leyen - a sua tempo votata dai 5 stelle grullini - nel recente giro in Italia con la camerata Meloni. Detto e fatto. In un lampo è spuntato dal buco nero del primo governino di matrice fascista della storia repubblicana italiana, il decretino fuorilegge (incostituzionale e anticostituzionale) 14 settembre 2023, targato ministero dell'Interno, a firma dei ministri pro tempore Piantedosi, Nordio e Giorgetti.
Infatti, il recente provvedimento del Ministero dell'Interno italiano, in violazione dei diritti universali degli esseri umani, dei migranti e dei richiedenti asilo, prevede una garanzia finanziaria trattenuta al massimo per un mese. Il richiedente asilo dovrà inoltre dimostrare di avere un alloggio in Italia, alternativo al centro di permanenza.
I richiedenti asilo provenienti da Paesi (extra-Ue) considerati sicuri che arrivano in Italia, sorpresi mentre tentano di superare i controlli, dovranno versare una cauzione di quasi 5.000 euro (4.938, per l'esattezza): questo per evitare di essere rinchiusi in un CPR (Centro di permanenza per il rimpatrio) mentre la loro domanda di asilo viene esaminata.
Si tratta di una misura finanziaria che sarà trattenuta al massimo per quattro settimane. Il richiedente asilo dovrà, inoltre, dimostrare la "disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale", alternativo al CPR e - riporta il decreto - della "somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi".
Con appena cinquemila euro
l'eterodiretto esecutivo Meloni mostra ai richiedenti asilo il metodo
mafioso. Il decreto dopo aver allargato a dismisura il rischio che
chi chiede protezione venga trattenuto offre una soluzione di favore,
trasformando un diritto in una concessione.
Quella del governo
Meloni è una istruttiva dimostrazione di come funziona il metodo
mafioso. Provocare il caos per garantire ordine, fare violenza per
offrire protezione: l’offerta della criminalità organizzata
sottintende sempre una minaccia. Il commerciante taglieggiato paga il
pizzo per ottenere tutela, ma la tutela gli serve perché chi gliela
offre ha inventato, con minacce e violenze, un bisogno. Il meccanismo
governativo della garanzia finanziaria per non finire in un Cpr si
basa sullo stesso schema. Prima si allarga a dismisura il rischio che
un richiedente asilo entri in un centro di rimpatrio, poi gli si
offre una soluzione alternativa per sottrarsi alla minaccia.
Non
a caso, il decreto legislativo 142 del 2015, che attua le direttive
europee in materia di protezione internazionale, all’articolo 6,
specifica che “il richiedente non può essere trattenuto al solo
fine di esaminare la sua domanda”, a cui è aggiunta un’eccezione:
la persona può essere trattenuta qualora abbia commesso crimini, o
ne sia sospettata, o rappresenti un pericolo per la sicurezza o
l’ordine pubblico. Con il decreto legge 10 ,arzo 2023 convertito
dal Parlamento in legge 5 maggio 2023, numero 50 (dopo la strage di
Cutro), però, tutto diventa eccezione: si aggiunge infatti
l’articolo 6-bis, secondo il quale qualunque richiedente può
essere trattenuto "al solo scopo di accertare il diritto ad
entrare nel territorio dello Stato". Tuttavia c’è un sistema
per sottrarsi a questo rischio di detenzione arbitraria: esibire il
passaporto o prestare "idonea garanzia finanziaria" (i 4938
euro ora stabiliti dai ministri Piantedosi, Nordio e Giorgetti).
Insomma, negare diritti per concedere favori. Nella pratica,
difficilmente un profugo si trova in possesso di documenti in corso
di validità o ha la possibilità di prestare, individualmente, "in
unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria
assicurativa" una garanzia finanziaria di quasi cinquemila
euro.
L’asilo è un diritto umano: chiedere protezione a
uno Stato diverso dal proprio e vedere la propria richiesta
analizzata individualmente e con equità non è una concessione,
bensì un diritto che spetta a ogni persona, ovvero un dovere di ogni
Stato di diritto che possa definirsi civile.
Per questo la
proposta ai richiedenti asilo di fornire una "idonea garanzia
finanziaria" per evitare un'inutile, se non illegittima,
detenzione in un centro di permanenza e rimpatrio è una scelta
concettualmente molto forte da parte del governo Meloni e del tutto
aderente alla prassi mafiosa. Non solo, infatti, si inventa il bisogno
di sfuggire a una minaccia e si offre una via d’uscita, ma si
prende un diritto, quello di attendere con relativa serenità l’esito
della propria richiesta di protezione, e lo si trasforma in un
favore, da pagare in soldoni. A tutti gli effetti, si tratta di un'estorsione in piena regola.
Su questa cultura si regge e prospera la
mafia: negando diritti, insinuandosi laddove non sono garantiti,
offrendo sotto forma di concessione qualcosa che dovrebbe essere
assicurato senza bisogno di ringraziare nessuno.
La
protezione speciale per i migranti non è stata abolita, ma è stata
pesantemente riformulata dal decreto Cutro, approvato in Senato. Un
monitoraggio effettuato nel 2021 e nel 2022 ha messo però in luce
diverse criticità: le Questure, che dovrebbero rilasciare i permessi
di soggiorno per protezione speciale, in molti casi sono ingolfate o
fanno ostruzionismo, seguendo prassi illegittime e procedure in
contrasto con la normativa. La protezione speciale per i richiedenti
asilo è stata modificata con il decreto Cutro. Il permesso di
soggiorno per i richiedenti asilo che non hanno diritto allo status
di rifugiato e alla protezione sussidiaria, ma che potrebbero
comunque rischiare la vita se venissero rimandati nei Paesi
d'origine, non è stato cancellato, ma è stato riformato. Anche se
sono state ristrette le possibilità di ottenerlo – cosa che
aumenterà il numero di irregolari nel nostro Paese – può essere
richiesto ancora sia attraverso la procedura di protezione
internazionale sia attraverso il canale della richiesta diretta al
questore da parte dello straniero. Il decreto Cutro, con le modifiche
introdotte dalla maggioranza, pur mantenendo i permessi speciali,
cancella in diversi casi la possibilità che essi possano essere
convertiti in permessi di soggiorno per ragioni lavorative, se lo
straniero trova una occupazione. Il testo licenziato dal governo
proprio nel Consiglio dei ministri tenutosi a Cutro, modifica
l'articolo 19 della legge quadro sull'immigrazione, eliminando il
divieto di espulsione o allontanamento basato sul diritto al rispetto
della vita privata e familiare dello straniero.
Non è tutto. Come quando i Savoia volevano deportare tutta la popolazione meridionale in Africa. “Costruire, immediatamente, in acque internazionali un'isola artificiale nel Mediterraneo, una sorta di 'pit stop' di approdo, sulla fattispecie dell'Isola delle Rose, dove realizzare un hub di accoglienza e salvezza, e di verifica se gli immigrati abbiano titolo a venire in Europa o siano clandestini”. È questa l'idea, "sulla fattispecie - spiega - di quanto predisposto dall'Australia", lanciata dalla capogruppo al Senato Civici d'Italia-Noi Moderati-Coraggio Italia-Udc-Maie, Michaela Biancofiore, per gestire l'emergenza migranti. Sempre durante la trasmissione de La Verità 'Dimmi la verità’, Biancofiore osserva che si tratterebbe di agire “in accordo con l'Ue e l'Onu” e ricorda come la sua proposta sia “un pò quanto ha suggerito anche la Grecia: un luogo neutro di cooperazione internazionale nel quale, di concerto con la Croce Rossa internazionale e altre associazioni umanitarie, ci si possa prendere cura di questi disperati, farli approdare senza lasciarli annegare ma, allo stesso tempo, gli si prendano le impronte per le identificazioni e per valutare il loro diritto a chiedere ed ottenere asilo. Si impedirebbe così il dramma di Lampedusa o Porto Empedocle o altri luoghi rivieraschi del nostro Paese o della Spagna, della Grecia, di Malta e così via”.
A tutti, consiglio non solo di protestare civilmente per tale abominio che riporta l'Italia indietro al famigerato ventennio totalitario, ma di andare al contempo al cinema per vedere lo straordinario film italiano "Io capitano" del regista Garrone.
Riferimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=idErmD0bA_M
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/05/05/23A02665/sg
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=salvini
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=von+der+leyen
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