BIOGRAFIA

5.5.22

MERCURIO ALL'ULTIMA SPIAGGIA IN ABRUZZO!

 

Montedison (Bussi sul Tirino): anno 2000 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes

Non e' il mare del Giappone, bensi' l'Adriatico, proprio in Italia. Una gigantesca bomba ad orologeria che diluisce i suoi effetti letali a distanza di tempo, nascosta tra le montagne in mezzo allo Stivale. Inquinamento industriale secolare, insabbiamenti di Stato tricolore, malattie e morte nell'ignara popolazione dell'Abruzzo, ma non solo. Nel 2016 uno studio scientifico dell'Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise ha confermato la diffusione del mercurio e di altri contaminanti nel biota della Valpescara.

Nella riunione dell'8 novembre 2016 convocata dal cosiddetto Ministero “dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare”, l'Istituto superiore di sanità, tenendo anche conto della relazione depositata per il processo sull'inquinamento di Bussi, ha evidenziato che «emerge uno scenario di contaminazione da mercurio di elevata gravità con rischio per la salute umana». Alla prova dei fatti, lo Stato italiano ha violato la convenzione internazionale di Minamata, pregiudicando la salute e la vita degli italiani. Altro che nuovo coronavirus o covid-19.

L'impianto clorosoda di Bussi a celle di mercurio è stato attivo dal 1901 al 2007: un documento dell'archivio Montedison datato 31 gennaio 1977 segnalava che dalla sala celle uscivano 15-20 mc/h di acqua, con concentrazione di 10-20 p.p.m. di mercurio, scaricato nel Tirino.

«La Regione Abruzzo aveva consentito nel 1972 alla Montedison di interrare rifiuti tossici in 10 buche mappate. Ne' la Regione Abruzzo, ne' la provincia di Pescara, investita del problema nel 1991, hanno preso mai un provvedimento coercitivo nei confronti di Montedison» conferma l'attuale sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta.

A Bussi Officine c'erano carabinieri e finanzieri sordi e non vedenti, oppure ossequienti ai boiardi di Stato? Fino al 1975, gli scarichi idrici non erano sottoposti a trattamento: parte dei residui solidi mercuriosi venivano scaricati in una discarica posta lungo il fiume Tirino. Nel periodo 1985-1990, sulla base di documenti dell'archivio Montedison, venivano consumate nella produzione 12-15 tonnellate/anno di mercurio. Di queste, una parte consistente era immessa nell'aria e nell'acqua fluviale o era persa nelle strutture. Si possono stimare in alcune tonnellate anno le immissioni annue direttamente nell'ambiente; in un documento Montedison del 13 ottobre 1972 si stimava di scaricare nel fiume quell'anno 12 mc/h con concentrazione 12,5 ppm di mercurio (1,314 tonnellate/anno). 

Pescara, anno 2022 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Nel 2004 emergeva un'alta concentrazione di mercurio nei sedimenti antistanti la foce del Pescara (fino a 1,1 microgrammi/grammo) e superamenti dei limiti di legge nei mitili. Nel 2006 si segnalavano nuovamente valori di mercurio elevati nei capelli dei pescatori di Pescara. Nel 2009, nel 2013 e nel 2014 si evidenziavano livelli di mercurio oltre i limiti di legge in pesci e crostacei dell'Adriatico centrale.

 


Pescara, anno 2022 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 

Pescara, anno 2022 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

 

Nei campioni di sedimento del Tirino a Bussi nel 2014 sono stati rilevati dall'Arta valori elevatissimi di mercurio, con una punta di 58 mg/chilogrammi. Nei terreni del sito industriale e delle discariche 2A-2B sono stati riscontrati numerosi superamenti delle CSC per il mercurio; il mercurio è molto tossico e si bioaccumula.

Sono molteplici le vie di esposizione alle sostanze pericolose: contatto diretto per lavoratori; esposizione a solventi clorurati attraverso l'acqua contaminata distribuita per circa 20 anni a 500.000 persone; ingestione di prodotti alimentari contaminati; il sito di Bussi non è stato incluso nello studio Sentieri.

Il caso del SIN (sito di interesse nazionale) di Bussi sul Tirino (Pescara) evidenzia in maniera peculiare gli effetti del complesso intreccio operativo, amministrativo, normativo in materia di bonifiche inattuate. Il SIN comprende territori di 11 comuni e si estende dal polo chimico ad aree limitrofe, passando attraverso le gole di Popoli, lungo la valle del Pescara, fino alla confluenza del fiume Orte, dove sono presenti impianti industriali dismessi; si trova in una posizione estremamente critica, dove si concentra circa un terzo di tutte le acque dell'Abruzzo, con scorrimento sia superficiale (fiume Pescara e fiume Tirino, suo affluente) che sotterraneo e al confine tra il parco nazionale Gran Sasso e il parco nazionale Maiella Morrone.

La contaminazione delle matrici ambientali deriva dalle attività industriali esercitate per oltre un secolo nel polo chimico, nonché da rifiuti industriali collocati in 2 discariche interne e, a valle dello stabilimento, in una grande discarica abusiva.

Il SIN di Bussi sul Tirino rappresenta un esempio di un insediamento in cui, nel corso di molti decenni, si sono svolte attività industriali "pesanti" nel settore della chimica, progressivamente cessate, lasciando un sito contaminato, e come tale formalmente dichiarato, con conseguente necessità di messa in sicurezza e bonifica.

Nel tempo, si sono rivelate criticità e ritardi nella gestione commissariale, nonostante il sito di Bussi e la sua gestione commissariale, iniziata nel 2007, abbiano fruito di norme speciali, introdotte al fine di garantire al commissario risorse economiche e la prosecuzione del suo mandato; l'efficacia del modello dì gestione commissariale si è rivelata insufficiente. D'altro canto, sono in passato mancate prese di posizione acceleratorie da parte dell'amministrazione centrale dello Stato.

Altri fattori critici sono stati: la molteplicità dei livelli istituzionali coinvolti, l'interesse non adeguatamente canalizzato degli enti locali, il ruolo della Regione Abruzzo come soggetto esponenzialmente presente e rappresentativo, ma senza competenza tipizzata, il rapporto di scarsa collaborazione tra commissario e altri soggetti; la sovrapposizione di competenze e la presenza pubblica, in una logica più di metodo procedurale che di risultato, hanno prodotto atteggiamenti talora attendisti delle aziende insediate nel sito, nonché l'arenarsi di provvedimenti amministrativi nel contenzioso giudiziario.

La situazione si è evoluta in occasione dell'approvazione della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità per il 2016), che, all'articolo 1, comma 815, ha previsto la chiusura della decennale gestione commissariale al 30 giugno 2016, anche se la fase post commissariale ancora non ha ottenuto effetti visibili.

Perche' il governo italiano non ha mai promosso anche per il tramite dell'Istituto superiore di sanità, un'indagine epidemiologica di dettaglio per la Valpescara? Perche' l'Abruzzo inquinato contaminato e degradato dalle industrie chimiche non e' mai stato risanato e i politicanti ancora ci speculano a man bassa?

 


Riferimenti:

https://agris.fao.org 

https://science.report/pub/18977010 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19434348 

https:// www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23700154 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/ pubmed/24242233 

https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2016/10/29/studioa-bussi-inquinamento-cronico-vietare-pesca_293b9fae-a07e-49c8-80cc-2e1ff2aa9590.html

https://www.izs.it/IZS/Engine/RAServeFile.php/f/pdf_pubblicazioni/volume_ecosistema_fluviale.pdf

https://www.pescaranews.net/notizie/ambiente/16597/bussi-pesci-al-mercurio-listituto-superiore-della-sanita-conferma-lalta-gravita

http://bura.regione.abruzzo.it/2013/Allegati/ORD_43_Legge_Reg_27_Ago.pdf

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mercurio

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Minamata 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=abruzzo

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=aree+industriali 

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