BIOGRAFIA

3.4.22

LUNA: TRUCCHI NASA!

 

Luna o Terra?


di Gianni Lannes

Il momento piu' sublime della storia contemporanea potrebbe non essere mai accaduto? Due fatti appaiono certi: la manipolazione della realta' sociale è una costruzione sempre attuale; la menzogna su scala globale, alimentata al fine di sottomettere l'umanita', e' la protagonista assoluta dell'era tecnologica. 

Venivano dalla Luna e sono sparite dalla faccia della Terra. Le registrazioni televisive dello storico evento datato 20 luglio 1969, quando - secondo la vulgata ufficiale diffusa nel globo terracqueo - Neil Armstrong scese la scaletta dell'Apollo 11 posando per la prima volta un piede umano sulla superficie lunare non esistono piu'. Volatilizzate dagli archivi della NASA, introvabili in qualsiasi magazzino spaziale: le cassette video con le immagini originali del primo passo di Neil Armstrong sulla Luna trasmesse a Houston dalla telecamera installata sull'Apollo 11, sono andate perdute. Almeno tre anni di ricerca frenetica in ogni angolo possibile dei Centri dei programmi spaziali United States of America, da quando nel 2006 gli esperti si resero conto che i nastri tornati dallo zio Sam, con la storica missione lunare non si trovavano più, sono giunti ad una sconcertante conclusione: la NASA li ha cancellati. Per distrazione e per errore, ovviamente. Perche' l'uomo non e' piu' tornato sulla Luna per piu' di mezzo secolo e di recente ha annunciato e testato il programma Artemis che ha come obiettivo quello di portare finalmente insieme, proprio sulla Luna un uomo e una donna entro il 2024?


 


 

 



Nel 2009 il filogovernativo la Repubblica (velina della verita' ufficiale) aveva chiosato: «prove presumibilmente inconfutabili dell'allunaggio andate clamorosamente smarrite». Tre anni prima, nel 2006, ne aveva dato notizia la BBC. Come è possibile, a rigor di logica, che siano stati cestinati, dispersi, cancellati e distrutti reperti storici così preziosi e irripetibili?

 A margine, ma non tanto, di questa vicenda incredibile (inverosimile) rimane quella degli scatti fotografici, che non presenta meno misteri. Singolare coincidenza: al loro rientro gli sbadati astronauti Armstrong, Aldrin e Collins - in conferenza stampa - dichiararono, incredibilmente rabbuiati, di non avere portato fotografie, perché avevano dimenticato la Hasselblad speciale sulla Luna. 

Missione Apollo 11: e le stelle?


Se è vero che la macchina fotografica è stata dimenticata e se è vero che era l'unica, come fa la NASA ad avere adesso in archivio le fotografie, addirittura in alta risoluzione della missione Apollo11? Se uscirono le foto della NASA dal Goddard Space Flight Center - elaborate per ovviare alla dimenticanza della macchina fotografica sulla Luna - ne consegue che quelle immagini teletrasmesse sulla Terra, sono a dir poco truccate. Il fatto, peraltro, è che a quel tempo in cui regnava il sistema analogico (e non ancora quello digitale), problema non da poco, l'alta definizione non esisteva.

Missione apollo 11: ombre divergenti!



Il 16 luglio 2009 nel lancio dell'agenzia Adn Kronos c'e' scritto: «SPAZIO: NASA DIFFONDE IMMAGINI RESTAURATE DELL'ALLUNAGGIO. Le registrazioni originali dell'allunaggio, avvenuto il 16 luglio 1969, sono state cancellate o le cassette riutilizzate, ma recentemente sono state restaurate le immagini della trasmissione originale. E cosi', a quarant'anni dai primi passi dell'uomo sulla Luna, la Nasa ha diffuso le prime immagini della versione digitalizzata completa del'atterraggio, che mostra piu' chiaramente le immagini, finora nebulose e sgranate, della famosa 'moon walk' di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. La serie completa delle registrazioni, restaurate dall'azienda Lowry Digital, saranno diffuse a settembre. Ma un 'assaggio' preliminare e' gia' disponibile sul sito http://www.nasa.gov. E nessuno alla Nasa si preoccupa del fatto che l'incarico sia stato affidato a un'azienda di Hollywood, incarico che potrebbe alimentare le teorie coospirative di chi ritiene che tutto il programma lunare, che porto' per sei volte gli astronauti sulla Luna, tra il 1969 e il 1972, sia stato creato un set cinematografico o in una base militare segreta. "Questa azienda restaura video storici", ha tagliato corto Nafzger, nella conferenza stampa».

Missione Apollo 11: i segni d'atterraggio del modulo lunare?



Tuttavia (anche prima di aver visto il film Capricorn One, al cinema nel 1978) considero remota ma non impossibile la finzione. Quanto alle foto in base alla mia quarantennale esperienza professionale nel campo internazionale: il termine “alta definizione” non ha una terminologia precisa, tanto meno espressa in pixel o linee video. Le immagini disponibili negli archivi arrivano da pellicole formato 6x6 della polaroid e contengono informazioni equivalenti ad immagini sull'ordine di 50 megapixel (ciascuna). All'epoca era impossibile trasferire via radio tale mole di dati, addirittura svilupparle e digitalizzarle sul modulo lunare.

Missione Apollo 11: la bandiera che sventola in assenza totale di aria e di vento!



Il 31 Agosto 2007 uscì questa notizia: “36 mila fotografie ad alta risoluzione”. La NASA e Hollywood in una collaborazione finalizzata alla produzione di "lavori da presentare" al pubblico: surrogati di foto e di sequenze filmate è quello che è stato riservato alla massa. Allora non esisteva una pellicola che potesse resistere alle temperature lunari. E non stata inventata una macchina fotografica in grado di schermare la pellicola dalle radiazioni solari. L'Hasselblad al titanio, a parte far arrostire la pellicola, non era certo sufficiente a schermarla. Avrebbe dovuto essere di piombo con pareti spesse almeno 10 centimetri. I formati della Hasselblad vanno notoriamente dal 6x6 al 6x9 e anche se fosse stata una macchina speciale - a negativi 13x18 - farsi fare la pellicola ad hoc e a lastre non in rullo. Inoltre usando pellicola superpancromatica oltre un certo ingrandimento non oltre il 18x24 si sgrana tutto. Per fare delle gigantografie da 50x65 o oltre ai tempi si usavano lastre di vetro e in pellicola non esisteva 18x24 tranne che per radiografie o simili, ma qui si fa riferimento a pellicola ortocromatica o al massimo pancromatica. Quindi un negativo spedito via radio da quella distanza (circa 385 mila chilometri) diventa una serie infinita di punti, sgranati, vale a dire indecifrabili. In altri termini, ne consegue sul piano logico e tecnico, che le foto della NASA in circolazione sono state riciclate da maestri, o meglio abili falsari, nell'uso di software come Photoshop.

Missione Apollo 11: una "C" di troppo sul suolo lunare!



Da esperto fotografo e collezionista da quando avevo 10 anni, ho visto foto del modello Hasselblad spedito (si fa per dire) sulla Luna. A parte le varie leghe al titanio, e' una normale Hasselblad formato 6x6 (non esistono altri formati per quel tipo di macchina) con magazzino posteriore intercambiabile. Ora, chi avesse mai usato una tale fotocamera sa benissimo che e' uno strumento lento e difficile da usare. È difficilissima da adoperare con normalissimi guanti di lana o pelle, e' impossibile adoperarla con guanti da tuta spaziale. A parte mettere a fuoco e cambiare l'apertura (uno potrebbe usarla con una chiusura fissa a f16 o anche f22 e infischiarsene della messa a fuoco), quello che diventa impossibile con i guanti e' cambiare il magazzino posteriore e aprire il visore. Uno puo' usare un grosso magazzino da piu' di 12 scatti (se ben ricordo ci sono magazzini per 24 o 36 pose, non di piu', poi bisogna cambiarlo) e fare a meno del visore; tuttavia rimane il fatto che operare il pulsante di scatto e la leva della ricarica diventano con guanti da tuta spaziale operazioni da mandarino cinese.

La pellicola usata poteva essere la Kodakchrome 25, pellicola ad altissima definizione ma molto lenta: con un'apertura f16 avrebbe dato in luce solare una velocita' dell'otturatore di 1/15 o 1/30 (assolutamente insufficiente per evitare il mosso); oppure la Ektachrome 64 che avrebbe permesso una velocita' di 1/60 (piu' accettabile, ma non con una Hasselblad per di piu' in mano a uno in situazioni difficili che non e' fotografo. Le foto sarebbero risultate comunque tutte mosse. Aprendo il diaframma per ottenere velocita' superiori avrebbe creato enormi problemi di messa a fuoco.

A parte questo dettaglio insuperabile, il fatto rimane tecnicamente ineludibile: le radiazioni solari avrebbero reso la pellicola inservibile nel giro di pochi secondi e la luce diretta del sole avrebbe reso la macchina incandescente danneggiando la pellicola in modo irreparabile e fondendo tutte le parti non in lega di metallo.

Le foto distribuite dalla NASA (Astrophysics Data System), poi pubblicate anche da National Geographic, non potevano essere state prese sulla Luna, ma sono una messinscena (staged), non ci sono dubbi.

Comunque, per la memoria storica del globo terrestre, le sequenze dell'allunaggio sono state salvate, seppure non più dall'originale, dalle riprese televisive trasmesse dai network di mezzo mondo. Riprocessate e migliorate dagli specialisti di Hollywood della 'Lowry digital', famosa per aver ripristinato digitalmente vecchi film come 'Guerre stellari', sono tornate così le immagini della cosiddetta prima passeggiata lunare della missione Apollo 11.

A parte la scarsa o nulla credibilità che un evento di tale portata possa essere stato perso o cancellato, quelle registrazioni in ogni caso non potevano essere le uniche esistenti, poiché il segnale dallo spazio avrebbe dovuto essere stato registrato sulla Terra in contemporanea dalle stazioni posizionate in Australia e California. Però nemmeno queste registrazioni vennero trovate.

La notizia è rimbalzata in tutto il mondo e da noi l’ha pubblicata ADN Kronos e Messaggero. Ma oggi, a loro volta, anche quegli articoli italiani che riprendevano la notizia sono scomparsi da Internet.


 


 

Tutto è possibile, anche che una efficiente organizzazione nordamericana sostenga di aver mandato piu' di un uomo sulla Luna, ma non a conservare le testimonianze di un avvenimento epocale, la prova storica dell’avvenimento più importante del XX secolo.

E poi ci hanno raccontato di una diretta dalla Luna. Peccato che la diretta lunare, ancora oggi, non e' ancora possibile. Nemmeno oggi è possibile la diretta su due corpi planetari in movimento disgiunto, figuramoci con la tecnologia analogica di quegli anni.

A proposito: perché la Nasa si è fermata ad Apollo 17? La Nasa aveva in programma altre tre missioni lunari: Apollo 18, Apollo 19 e Apollo 20. Chi o cosa ha fatto sì che l’ente spaziale americano annullasse queste missioni? Ufficialmente, l’ultima missione NASA nota, in cui gli esseri umani sostengono di aver camminato sulla Luna è stata appunto quella di Apollo 17; essa ha avuto luogo nel 1972. 

Perché le autorita' di Mosca non dissero niente sull’ipotetico sbarco sulla Luna dell’Apollo 11? I sovietici solo apparentemente, potevano seguire le comunicazioni audio e telemetriche tra gli Apollo e il centro di controllo di Houston. Ma, almeno fino al 1972, dovevano continuare ad affidarsi, proprio come i semplici privati radioamatori, agli orari e ai dati trasmessi dalla stessa NASA. Infatti, solo nel 1972 la rete del sistema di monitoraggio spaziale sovietico venne completata. ‘Nel 1972 il programma di tracking spaziale Saturn-NS, avviato nel 1957, era stato integrato e ammodernato, il sistema era costituito dalle linee di comunicazione Korall, Kub, Basa, dalle stazioni di controllo orbitale Krab-U, Izumrud; dagli elaboratori Podshezhnik, Veter-3N, e dalle stazioni Kub-U, Korall-U, Kuch-U, dotato del SKAT. Venne adottata una nuova stazione di telemetria, MA-9MKTM. Iniziarono le prove per nuove unità autonome, soprattutto navali (si trattava di navi dotate di antenne paraboliche per l’inseguimento, il controllo e il monitoraggio di veicoli spaziali orbitanti). Nel 1972, il KIK (la rete di monitoraggio e controllo spaziale sovietica) effettuò 120.000 sessioni di comunicazione e 42.000 sessioni di controllo, tre volte in più rispetto al 1967. Dal 1973 la Terza Scuola Militare degli Specialisti fu costituita, allo scopo di eliminare il deficit nella formazione del personale.’ Dati che confermano ciò che ha detto il regista Bart Sibrel: ‘I sovietici non ebbero la capacità di tracciare nello spazio profondo le capsule lunari fino alla fine del 1972, dopodiché, le ultime tre missioni Apollo vennero improvvisamente annullate.Va poi sottolineato che i sovietici non partecipavano ad alcuna gara con gli USA per chi faceva sbarcare uomini sulla luna. La gara venne lanciata mediaticamente solo da Kennedy, che aveva l’interesse a farsi rieleggere (il governo russo, come noto, non aveva questa esigenza veniva eletto a prescindere) e poi non dovevano dimostrare proprio nulla al mondo (anzi all’occidente) avendo mandato nello spazio la prima sonda, il primo satellite, il primo animale, il primo uomo, il primo satellite lunare orbitante sulla luna, fotografato per primo la faccia nascosta della luna, fatto atterrare il primo rover, prelevato dalla luna e riportato a terra le prime pietre quelle si lunari e, poco dopo, creato la prima stazione permanente nello spazio col nome di MIR = pace – presagio purtroppo sbagliato perché indegno dei nordamericani che fanno della menzogna il loro credo fondamentalista. 

 
Photo NASA

Photo NASA


E’ stato l’ultimo sbarco sulla Luna e la fine dell’era Apollo, la missione Apollo 17 è durata 2 giorni, 13 ore, 51 minuti, 59 secondi ed è allunata nella valle del Toro, situata sul bordo sud-orientale del Mare della Serenità lungo un anello di montagne che si è formata tra 3,8 e 3,9 miliardi di anni fa, quando un oggetto di grandi dimensioni ha colpito la Luna (pianeta Theia?). Ma quale è il motivo per cui la NASA si è fermata ad Apollo 17? La NASA aveva, infatti, previsto tre missioni dopo questa, Apollo 18, 19 e 20, ma le missioni non hanno mai avuto luogo, almeno ufficialmente. La missione Apollo 18 era stata progettata per allunare sul cratere Copernico, ma hanno più volte cambiato il nome del sito per poi definirlo nella Valle di Schröter, secondo “NASA OMSF, Manned Space Flight Weekly Report” del 28 luglio 1969. Apollo 19 avrebbe dovuto allunare nella regione Igino Rille o Copernico e Apollo 20 è stato originariamente destinato per il cratere Tycho, il sito Surveyor VII, ma nessuna di queste missioni ha avuto luogo. È stato a causa di ragioni economiche e politiche o c’era qualcosa di più e diverso? Apollo 17 aveva tre Moonwalks che hanno girato più di 22 ore e coperto, secondo i rapporti, più di trentacinque chilometri. E’ stata una missione di grande successo, eppure ha segnato la fine dell’esplorazione lunare con equipaggio, almeno fino ad oggi. Spiegazioni ufficiali sui motivi per cui la NASA ha interrotto le missioni Apollo erano la mancanza di fondi, anche se l’agenzia aveva programmato una visita a Skylab nel 1973 e 1974 e il progetto di test Apollo-Soyuz nel 1975, ma c’era sempre una carenza di soldi e poco sostegno politico. La tecnologia è stata sviluppata da allora per raggiungere grandi obiettivi che spingono ulteriormente i nostri confini. La capsula Orion della NASA è la prova di tali progressi, ed è una nuova speranza per l’esplorazione dello spazio e la colonizzazione. Abbiamo praticamente dimenticato la Luna, con le missioni verso il pianeta rosso, invece, che sono di gran lunga più costose delle missioni sulla Luna. Sono passati i decenni e hanno piazzato robottini su Marte e persino nel Parlamento italiano.


 


 

Sul giornale italiano Il Sole 24 ore (datato15 luglio 2019), in un articolo intitolato “La vera storia del finto sbarco sulla Luna”, mai smentito dalla Nasa o dalla White House, si legge:

«nell’eventualità di un fallimento dell’allunaggio, Richard Nixon (il presidente Usa era molto ferrato nei complotti tanto che fu poi costretto a dimettersi per il caso Watergate) aveva davvero predisposto una specie di “jolly” da mettere sul tavolo in caso di necessità. Mai come in quel momento, infatti, la Casa Bianca aveva bisogno di distogliere l’attenzione del mondo dalla guerra nel Vietnam che si combatteva, ormai, da 9 anni. Nixon si era, quindi, rivolto alla Nasa per accelerare i tempi dello sbarco lunare ma Houston non sembrava ancora del tutto pronta alla grande impresa. Ecco, allora, la soluzione di ripiego suggerita da Donald Rumsfeld, stretto collaboratore del presidente e futuro segretario alla Difesa di George W. Bush: Armstrong, Aldrin e il terzo astronauta dell'Apollo 11, Collins, che non mise il piede sulla Luna, avrebbero in ogni caso orbitato attorno alla Terra mentre, da un set cinematografico, sarebbe stato trasmesso un allunaggio “ricostruito”. Il film del finto sbarco venne effettivamente girato dalla Metro Goldwin Meyer negli “studios” di Londra sotto la regia di Stanley Kubrick che in materia era davvero il “numero uno” perché aveva appena concluso la produzione di “Odissea nello spazio”: i protagonisti della soluzione-bis furono tre agenti della Cia che poi finirono in Vietnam così come della Cia erano tutti i componenti della troupe messa in piedi in riva al Tamigi. Ma fortunatamente non ci fu alcun bisogno di ricorrere al falso d'autore e di quel film di Kubrick non sapemmo più nulla. Non è restata neppure l'impronta di un piede umano sulla finta superficie lunare degli “studios” londinesi.».

La guerra fredda avviata con il bombardamento nucleare del Giappone non e' mai terminata; alla stregua dell'espansione bellica della NATO nell'Europa orientale.

Enorme impressione suscita nel 1961 il primo volo umano oltre l’atmosfera terrestre, compiuto dal sovietico Juri Gagarin, che segna l’inizio di un vera e propria “gara spaziale”. La tappa più entusiasmante ma al tempo stesso avvolta da dubbi e perplessità è rappresentata dallo sbarco dei cosmonauti nordamericani sulla Luna. Cercando di recuperare il terreno perduto, gli USA intrapresero una serie di nuovi progetti e studi, fra cui il lancio dell'Explorer 1 e la creazione della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) e della NASA. Da non dimenticare anche l’invio da parte sovietica di una macchina teleguidata per l’esplorazione della superficie lunare. Queste conquiste scientifiche tuttavia, mentre allargarono l’orizzonte delle conoscenze umane e le possibilità di dominio della natura, si accompagnano ad un aumento della potenza distruttiva degli ordigni bellici. L’armamento atomico viene infatti perfezionato con la creazione dei missili intercontinentali, con i quali diventa possibile il lancio di bombe all’idrogeno da un continente all’altro.

La teoria del complotto lunare appare nei media per la prima volta nel 1976 con il volume Non siamo mai andati sulla luna (We Never Went to the Moon), di Bill Kaysing in collaborazione con Rendy Reid. Nel suo libro, Kaysing afferma che la tecnologia degli anni Sessanta non sarebbe stata sufficientemente avanzata da permettere un allunaggio con equipaggio; che la NASA, a causa della cattiva amministrazione di quegli anni, non avrebbe potuto ottenere il successo dichiaratamente ottenuto, e che la motivazione di NASA e Rocketdyne per fingere l'allunaggio sarebbe stata di natura economica. Secondo Kaysing, l'incaricato a girare i filmati delle missioni sarebbe stato il regista Stanley Kubrick, già famoso per gli effetti speciali nel suo film 2001: Odissea nello spazio. Il filmato dell'allunaggio sarebbe stato girato alla Norton Air Force Base di San Bernardino. Nel suo libro A Man on the Moon, pubblicato nel 1994, Andrew Chaikin sostiene che teorie del complotto sugli allunaggi circolavano già ai tempi della missione dell'Apollo 8, nel dicembre 1968.



Il progetto di esplorazione umana della Luna subentrò all'abbandonato progetto A119, "A Study of Lunar Research Flights", sviluppato nel 1950 dalla Armour Research Foundation di Chicago (oggi Illinois Institute of Technology Research) per l'Aeronautica militare statunitense che prefigurava l'esplosione di una testata nucleare proprio sulla Luna. I piani non furono mai svelati perché comportavano rischi incalcolabili e perché l'esplorazione umana fu considerata assai più accettabile dal pubblico. Secondo altri l'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre gli americani dalla guerra del Vietnam. Una possibile motivazione della NASA per inscenare gli allunaggi sarebbe stata il timore di perdere il budget assegnatole, che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari. Le missioni Apollo sarebbero state messe in scena per attirare l'interesse della popolazione verso le missioni lunari e assicurarsi il finanziamento delle future attività. L'idea predominante della teoria del complotto è che gli astronauti non siano mai andati sulla Luna, ma esistono anche altre versioni della teoria. Una di queste sostiene che la NASA non riuscì a riprendersi velocemente dall'incidente dell'Apollo 1 e per non rischiare nuove perdite umane inscenò il falso allunaggio. Secondo un'altra versione sostenuta da un fotografo francese, Philippe Lheureux, autore del libro Lumières sur la Lune, lo sbarco umano sulla Luna c'è stato veramente, ma la NASA ha diffuso false fotografie per evitare che altre nazioni potessero trarre beneficio dalle informazioni scientifiche deducibili dalle vere fotografie. Una teoria analoga è sostenuta da William L. Brian, ingegnere nucleare statunitense e autore del libro Moongate, che sostiene che lo sbarco sulla Luna c'è stato veramente, ma le vere scoperte fatte dagli astronauti sono state tenute nascoste. I teorici del cosiddetto complotto (teoria elaborata dalla Central Intelligence Agency) si basano su incongruenze presenti nelle fotografie e nei filmati delle missioni.

Il Progetto A119 fu un piano top-secret elaborato alla fine degli anni Cinquanta dalla United States Air Force. L'obiettivo era quello di far esplodere una bomba nucleare sulla Luna al fine di risolvere alcuni problemi di astronomia ed esogeologia, in particolare per alzare il morale dell'opinione pubblica yankee dopo che l'Unione Sovietica aveva nettamente superato gli USA nella corsa allo spazio: il lampo esplosivo prodotto dalla detonazione sarebbe stato infatti visibile ad occhio nudo dalla Terra. L'esistenza del progetto è stata rivelata nel 2000 da un ex dirigente della NASA, Leonard Reiffel, che era a capo del progetto nel 1958. L'astronomo Carl Sagan fece parte della commissione responsabile della previsione degli effetti di una esplosione nucleare in bassa gravità e della valutazione del valore scientifico del progetto. I documenti del progetto sono rimasti segreti per circa 45 anni e, nonostante le rivelazioni di Reiffel, gli Stati Uniti non hanno ancora riconosciuto ufficialmente il loro coinvolgimento nello studio. 


 

Nel 1949, la Armour Research Foundation (ARF), con sede presso l'Illinois Institute of Technology, iniziò a studiare gli effetti delle esplosioni nucleari sull'ambiente. Nel maggio del 1958, l'ARF iniziò segretamente una ricerca sulle potenziali conseguenze di un'esplosione atomica sulla Luna. L'obiettivo principale del programma, che si svolse sotto l'egida della United States Air Force, che aveva inizialmente proposto il progetto, era quello di causare un'esplosione nucleare visibile dalla Terra. Si sperava che tale dimostrazione avrebbe potuto alzare il morale del popolo americano. Secondo delle notizie di stampa, verso la fine del 1957, una fonte anonima rivelò a un agente dei servizi segreti americani che i sovietici stavano programmando di commemorare l'anniversario della Rivoluzione d'ottobre provocando un'esplosione nucleare sulla Luna in concomitanza con un'eclissi lunare il 7 novembre. Notizie del lancio parlavano del terminatore lunare come di un possibile bersaglio per l'ordigno. Fu anche riferito che un fallimento nel colpire la Luna sarebbe probabilmente risultato nel ritorno del missile sulla Terra. Un'idea simile era stata avanzata da Edward Teller (il padre della bomba H) nonche' dellaguerra ambientale basata sul controllo del clima terrestre (alla voce: scie chimiche”: un progetto presentato ufficialmente nel 1997), che, nel febbraio del 1957, propose la detonazione di ordigni atomici sulla superficie lunare per analizzare gli effetti dell'esplosione. Gli scienziati avevano inizialmente pensato di utilizzare una bomba all'idrogeno per il progetto, ma l'USAF respinse quest'idea a causa del peso considerevole di un tale dispositivo, troppo elevato per il razzo vettore che sarebbe stato utilizzato. Venne quindi deciso di utilizzare una testata leggera di tipo W25, con un rendimento relativamente basso di 1,7 kilotoni. La testata sarebbe stata trasportata da un razzo verso il lato non illuminato della Luna, vicino al terminatore, dove sarebbe esplosa all'impatto col suolo. La nube di polvere risultante dall'esplosione sarebbe stata illuminata dal Sole e resa quindi visibile dalla Terra. Secondo Reiffel, i progressi dell'Air Force per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali avrebbero reso un tale lancio possibile per il 1959. Il progetto venne poi annullato dall'Air Force nel gennaio del 1959, apparentemente per paura di una reazione negativa da parte del pubblico e a causa dell'eventuale rischio per la popolazione. Un altro fattore, citato da Reiffel, erano le possibili implicazioni del fallout nucleare per i futuri progetti di ricerca e colonizzazione lunare. 


 

La firma del Trattato sulla messa al bando parziale dei test nel 1963 e del Trattato sullo spazio extra-atmosferico nel 1967, impedirono ulteriori ricerche legate all'idea di detonare un dispositivo nucleare sulla Luna. Tuttavia, a questo punto, sia gli Stati Uniti che l'Unione Sovietica avevano già eseguito diverse esplosioni nucleari ad alta quota, incluse quelle dell'Operazione Hardtack I, dell'Operazione Argus, delle operazioni Dominic I e II e del Progetto K.

Nel 1969, con il successo della missione Apollo 11, gli USA avevano raggiunto una notevole vittoria nella corsa allo spazio. Nel dicembre dello stesso anno, Gary Latham, uno scienziato che faceva parte del team di ricerca del programma Apollo, propose di detonare un ordigno nucleare a basso potenziale sulla Luna, al fine di facilitare la ricerca nella sua composizione geologica. L'idea fu però respinta in quanto avrebbe potuto interferire con l'intenzione di registrare i valori della radiazione di fondo naturale della Luna. L'esistenza del Progetto A119 rimase segreta fino alla metà degli anni '90, quando lo scrittore Keay Davidson scoprì la storia durante una ricerca sulla vita di Carl Sagan. I progetti ebbero fine poi dopo che nel 1963 fu firmato a Mosca il Trattato sulla messa al bando parziale dei test nucleari, che metteva al bando parte delle esplosioni atomiche per proteggere l’ambiente da possibili contaminazioni dell’aria e dell’acqua. Gli esperimenti da allora si sarebbero potuti svolgere soltanto nel sottosuolo e dovevano essere limitati nella potenza e numero.

Nel 1967 invece fu firmato il Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico. Tali norme tra i principi di base, pongono il divieto agli stati firmatari di collocare armi nucleari od ogni altro genere di armi di distruzione di massa nell’orbita terrestre, sulla Luna o su altri corpi celesti, o, comunque, stazionarli nello spazio extra-atmosferico. Inoltre, il Trattato consente l’utilizzo della Luna e degli altri corpi celesti esclusivamente per scopi pacifici e ne proibisce invece espressamente l’uso per effettuare test su armi di qualunque genere, condurre manovre militari, o stabilire basi militari, installazioni o fortificazioni. Il Trattato, inoltre, proibisce espressamente agli Stati firmatari di rivendicare risorse poste nello spazio, quali la Luna, un pianeta o altro corpo celeste, poiché considerate “patrimonio comune dell’umanità”: l’articolo II del Trattato afferma, infatti, che “lo spazio extra-atmosferico non è soggetto ad appropriazione nazionale né rivendicandone la sovranitá, né occupandolo, né con ogni altro mezzo”.

Alla luce dei presenti fatti enunciati e documentati ufficialmente dalla stessa NASA, il cosiddetto "sbarco sulla Luna" e' stato il piu' grande imbroglio nella storia dell'umanita'? Questione di soldi? Assai improbabile. Se l'uomo e' davvero stato sulla Luna nel 1969, allora com'e' possibile che fino ad oggi non c'e' piu' tornato? Perche' dubitare delle infinite capacita' di Hollywood?


Riferimenti:

Carl Sagan, Organic Matter and the Moon, United States National Research Council, 1961, p. 46

Lillian Hoddeson, Paul W. Henriksen, Roger A. Meade e Catherine L. Westfall, Critical Assembly: A Technical History of Los Alamos During the Oppenheimer Years, 1943–1945, Cambridge University Press, 1993, pp. 392–393.

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, Italia Usa e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

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https://attivissimo.blogspot.com/2006/08/antibufala-persi-i-video-della-luna.html

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https://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/?id=3.0.3549920988

https://www.agi.it/estero/notizie/200907170044-est-rt11258-spazio_nasa_diffonde_immagini_restaurate_dell_allunaggio

https://attivissimo.blogspot.com/2009/07/i-nastri-lunari-perduti-sono-proprio.html

https://www.youtube.com/watch?v=h_COQbeaCCE&t=2s


 
















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