BIOGRAFIA

7.3.22

PASOLINI PIER PAOLO

 
 

«L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo».

Pasolini P.P.

di Gianni Lannes

Il poeta italiano del XX secolo: l'intellettuale piu' lucido, il critico piu' profondo, lo scrittore piu' incompreso, il regista piu' avanti del suo tempo inviso al potere. Un sublime corsaro, un uomo diverso dalla radicalita' non omologata, un antesignano straordinario, un calciatore non comune: da perseguitato a beatificato, comunque mai compreso. Appena ieri, solo davanti all'odio spietato dell'Italietta, oggi osannato urbi et orbi. In vita subi' ben 33 processi in Italia, ma come aveva osservato il giurista Stefano Rodota', si e' trattato in realta', di un unico, ininterrotto processo persecutorio - culminato con il cruento omicidio il 2 novembre 1975 dal movente petrolifero (Eugenio Cefis) e i depistaggi omissivi dei carabinieri e della magistratura - durato decenni «sempre con lo stesso oggetto e finalita': mettere in dubbio la legittimita' dell'esistenza di una personalita' come Pasolini nella societa' e nella cultura italiana».



 

Nel film pasoliniano La ricotta (datato 1963), un giornalista chiede un'intervista al regista del kolossal (interpretato dal magistrale Orson Welles) durante una pausa delle riprese. Domanda: “Che cosa pensa della societa' italiana?”. Risposta: “Il popolo piu' analfabeta, la borghesia piu' ignorante d'Europa”. Una diagnosi attuale ed azzeccatissima, che ancora oggi non ammette repliche di sorta, poiche' dopo oltre mezzo secolo da allora, la situazione è molto peggiorata, come attestano i fatti sotto gli occhi spenti di tutti. Infatti, il livello nazionale e' sceso a picco. Il popolo italiano e' quasi del tutto scomparso, e' diventato in compenso un algoritmo virale manipolabile dal sistema di dominio tecnocratico, mentre la borghesia italidiota è evidente preda dell'analfabetismo funzionale (De Tullio docet).


IL CAOS


«I segni del passato in quanto bellezza... il fronte della distruzione (del) vecchio mondo e della ricostruzione del nuovo (per ora orrendo) e' potente, e passa di vittoria in vittoria, di trionfo in trionfo. La sua avanzata e' inarrestabile. In seguito a cio', gli uomini come me - possessori del passato - vivono in uno stato totale di frustrazione. Il non vincere mai, e l'essere alla sconfitta inaridisce. Ecco dunque la decisione che si deve prendere: o lottare “veramente” per ottenere qualche vittoria nell'orizzonte mentale della nostra vecchia cultura, o accettare di rendersi complici di cio' che consideriamo “sacrilegio”, ma che la storia stessa sta compiendo».

Pier Paolo Pasolini, in: Tempo, numero 12, anno XXXI, 22 marzo 1969.


Riferimenti:

Laura Betti, Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione e morte, Garzanti, 1977.

Pier Paolo Pasolini, Petrolio, Einaudi, 1992 (postumo).

Francesco Aliberti, Alessandro di Nuzzo, Enzo Lavagnini, Il libro bianco di Pasolini, Compagnia Editoriale Aliberti, 2022.


https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2015/10/le-profezie-di-pasolini.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2013/10/onore-enrico-mattei-vittima-di-un.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=de+tullio 


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