Una metafora della crisi avanzata in ogni settore? Dalla Corea del Nord alla Macedonia del Nord: oggi c'e' da piangere piu' che nel 1966, perche' il declino dell'Italia, non e' solo una sconfitta per una banale partita di calcio tra milionari soltanto in soldoni, e' un'agonia non solo calcistica, ma sociale, politica, culturale, pedagogica, scolastica, economica, antropologica, spirituale.
Mai accaduto: e' la seconda volta consecutiva senza Mondiali. Ma non e' una sorpresa, piuttosto la conseguenza di anni in caduta libera, con squadre impresentabili e giocatori italiani (ma non solo) scarsi di talento. Ancora una volta con calciopoli e' crollata pure l'annacquata serie A (Fiat docet), inzeppata di stranieri.
Il Belpaese anche nell'ambito calcistico, come in quello ben peggiore del politicume tricolore d'accatto (con uno sgangherato esecutivo affaristico di "unita' nazionale" eterodiretta, composto da inetti, analfabeti e guerrafondai che aumenta le spese militari al 2 per cento del Pil, invece di finanziare la salvaguardia concreta del patrimonio archeologico e paesaggistico della Penisola), e' sgovernato da una generazione di dirigenti privi di preparazione in materia, che ci ha condotto a questo disastro annunciato da tempo. Non riducono le squadre del massimo campionato, non risolvono le annose questioni tra Figc e Lega, né assistono i settori giovanili che pullulano di talenti nostrani, come avviene in Francia e Inghilterra. Nel frattempo i cosiddetti club scivolano in bancarotta, ma fiumi di denaro incontrollato seguitano a scorrere sui conti correnti di vip e portaborse.
Il potere e le decisioni tecniche ormai toccano esclusivamente agli incapaci: avvocaticchi, burocrati, commercialisti, banchieri, bancari, faccendieri e prenditori di ogni risma. Anche per, questo, gradualmente, il calcio italiano muore, alla stregua della politica ormai defunta, e della societa' civile in declino inesorabile.
C'e' di peggio: il governo telecomandato dei migliori non riesce a contenere una crisi economica - anzi la alimenta ogni giorno - che sta sfuggendo di mano e che giorno dopo giorno fa sentire i suoi micidiali effetti letali in strati sempre piu' ampi della popolazione, inclusi quelli medi e medio alti.
Mario Draghi non ' stato eletto dal “popolo sovrano”, ma imposto dal Mattarella, che ha avallato la fornitura di armamenti all'Ucraina in palese violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana italiana. Alla luce dei fatti, la maggioranza e' un'accozzaglia partitocratica attaccata a poltrone e cadreghini, che scende quotidianamente a compromessi ignobili sulla pelle della popolazione, imprigionata da oltre due anni, mediante un'inesistente emergenza sanitaria.
I problemi sono
sorti almeno dal 1992. Da allora in poi solo speculazioni clientelari
e pasticci internazionali, con la benedizione di tutti gli inquilini del
Quirinale, che hanno preferito soluzioni di comodo a problemi
complessi. A
proposito: perche' il giardino d'Europa, il paese delle meraviglie, e'
stato ridotto a una discarica ecomafiosa del vecchio continente? I mass media asserviti al sistema di dominio globale, amplificano esclusivamente menzogne, invece di contrastare il potere di chi vuole schiavizzare l'umanita'. I migliori cervelli sono costretti ad espatriare per sopravvivere e realizzarsi all'estero, mentre e' in vigore nello Stivale (isole comprese) la morte per pena di tanti giovani.
L'Italia non e'
indipendente né sovrana; peraltro non contiamo piu' nulla a livello mondiale. E ora ne paghiamo il conto definitivo. E che dire della guerra alla Russia con gli aiuti militari all'Ucraina? La pace non si fa con le armi insanguinate. L'unica speranza del futuro sono i bambini del presente.
Riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.