Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
di Gianni Lannes
In nome di quale salute avanza la barbarie? Da esseri umani a meri codici a barre, senza neanche il diritto di opporsi: il passaggio è ormai stabilito dalla tecnocrazia, vale a dire dalle disposizioni interministeriali, a dir poco fuorilegge e incostituzionali. Accade in Italia, nel lurido androne in disuso di un ospedale pubblico, dove di asettico non vi è nulla, in palese violazione dell'intimità (privacy) dei malcapitati minori. Bambini della scuola media statale di Bussi sul Tirino, sballottati inspiegabilmente a 50 chilometri di distanza, trattati dalle istituzioni sanitarie alla stregua del bestiame, in coda e attesa al freddo, addirittura in una discarica ospedaliera per sottoporsi alla prova improvvisata (imposta per il rientro a scuola, previa non ammissione nonostante l'articolo 34 della Costituzione repubblicana italiana (dopo un solo ed unico caso di positività) dei miracolosi tamponi molecolari.
È accaduto
stamani a Pescara, presso l'ex pronto soccorso dell'ospedale
cittadino in stato di evidente degrado igienico e strutturale, in
seguito alla convocazione disposta dal dirigente del dipartimento di
prevenzione, dottoressa Serena Ruscitti. In loco, la situazione
igienica era al collasso, con pavimentazioni sbriciolate (amiantate)
in evidente disfacimento e caos sanitario, proprio a danno della salute dei convocati, che in teoria si dovrebbe invece concretamente salvaguardare.
Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
L'appuntamento era previsto per le ore 9:30, ma alle 10, i sanitari non davano ancora segnali operativi. Nessuno ha visibilmente protestato: gli adulti sembravano rassegnati, pervasi da una stanchezza inguaribile. Tuttavia, un genitore stanco di simili angherie ha chiamato la Polizia di Stato. È intervenuta una pattuglia, così questo test invasivo e assai controverso, nell'assembramento di massa ha avuto frettolosamente inizio con l'assegnazione di una provetta, nonché di un codice a barre per ogni alunno. Dopo, con notevole ritardo, è stato il turno di docenti e del personale tecnico scolastico. Nel frattempo, al telefono una solerte funzionaria dell'Asl pescarese (0854253968), ha informato per 3 minuti e 12 secondi, l'occasionale cronista, che "altrimenti avrebbero dovuto convocare tutti allo stadio" (come in Cile sotto la dittatura di Pinochet, ndr), a causa della carenza di personale sanitario, nonostante siano trascorsi quasi due anni dell'imperante "stato di emergenza". Singolare coincidenza, proprio nella medesima provincia, a Popoli, da cui dipende questa scuola, esattamente l'8 novembre scorso, la stessa Asl ha avviato un monitoraggio volontario a base di tamponi per gli scolari volenterosi. In altri termini: schedatura, sorveglianza di massa e addestramento corporale. Ma a pargoli e fanciulli (futuro dell'umanità), collocati di fatto in un'anomala quarantena senza neanche un riscontro epidemiologico, non si deve massimo rispetto umano?
Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
Ospedale di Pescara (11 novembre 2021) - foto Gilan |
Prove e riscontri scientifici alla mano: tutt'oggi nessuno al mondo ha isolato e identificato il nuovo coronavirus e si ignora il vettore di trasmissione del Sars CoV-2. Un piano di sottomissione dell'umanità, sotto mentite spoglie, è tanto incredibile? Eppure, almeno sulla carta (ovvero a chiacchiere fritte) per diagnosticare una malattia infettiva - tra cui il cosiddetto Covid-19 - l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) foraggiata dalle multinazionali vaccinali unitamente alla Gates Foundation, raccomanda il test molecolare, comunemente chiamato “tampone, anche se spesso al 98 per cento dà falsi positivi, come ha ammesso lo stesso ideatore Kary Mullis (premio Nobel per la chimica) e come attestano gli innumerevoli clamorosi errori diagnostici. Questo test serve a identificare la presenza o meno del materiale genetico del virus nel nostro corpo. Il test viene fatto sul materiale biologico prelevato con un bastoncino lungo, simile a un cotton fioc, dalle mucose del naso e della gola. Se nel campione prelevato fosse presente il materiale genetico del virus, il test risulterebbe positivo; in caso contrario, sarebbe negativo. Per prelevare questo materiale biologico, il tampone mira alla rinofaringe, la parte superiore della gola posteriore al naso. Per raggiungerla, è necessario far avanzare il tampone nelle fosse nasali perpendicolarmente al volto del paziente per una lunghezza media da 8 a 12 centimetri fino a quando non si incontra una resistenza, appunto costituita dalla parte posteriore della rinofaringe. In alternativa, si potrebbe optare per il test molecolare su materiale salivare, ma in Italia non è possibile, meno che mai oggi, nella terra di D'annunzio, Silone e Flaiano.
Insomma, il solito uso e abuso di
potere all'italiana che sconfina nella prevaricazione covidiota a
danno dei cittadini, grandi e piccini. Non è tutto: c'è la paura di una società eterodiretta, in evidente declino, dove la libertà è ormai una chimera. Eppure, positivo, in senso medico, non vuol dire contagioso.
E dire che il sottosegretario al ramo, tale Costa, di recente per l'apertura del nuovo anno scolastico, aveva annunciato pomposamente: “A settembre tutti a scuola senza mascherina”. Invece, s'è scatenato il peggio. Allora, benvenuti in Abruzzo: nuovo terzo mondo insanitario dell'Europa.
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