BIOGRAFIA

5.5.21

MEDITERRANEO: UN CIMITERO DI MIGRANTI!

 


di Gianni Lannes

Muore l'umanità che annega nel disinteresse generale. L'orrore miete vittime sotto gli occhi distratti di tutto il mondo: triplicati i morti in mare e i numeri appaiono ampiamente sottostimati. Si tratta di almeno 501 esseri umani che hanno perso la vita nella sola rotta del Mediterraneo centrale, tra Libia e Italia, nei primi mesi dell'anno 2021. Nel frattempo, sempre sul medesimo percorso marino oltre alla morte i migranti rischiano anche la "deportazione" in Libia, il ritorno in carcere, alle torture, alle violenze, alle angherie e ai soprusi di ogni genere. 

Non è tutto: è sempre più allarme bambini soli che diventano carne da macello in Europa, dove gran parte delle nazioni Ue (in primis l'Italia, ma pure lo Stato del Vaticano) non ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani.

A chi fa comodo questo genocidio mister Draghi e mister Di Maio? «Stiamo finanziando dei delinquenti. Questa storia deve finire». Il medico di Lampedusa ed europarlamentare, Pietro Bartolo chiede all’Italia di non rinnovare il sostegno alla Guardia Costiera libica. A fine maggio è previsto il decreto per il rifinanziamento della missione in Libia. Lo scorso anno sono stati stanziati 58 milioni di euro, di cui 10 per l’assistenza alla Guardia costiera, accusata dalle Organizzazioni internazionali di violenze nei confronti dei migranti. L’ultima denuncia pochi giorni fa, da parte della Ong tedesca Sea Watch. La Ong Alarm Phone torna ad accusare Italia ed Europa di complicità con Tripoli.

Intanto dal porto di Trapani, in Sicilia, dove martedì 4 maggio oltre 450 persone, tra cui un terzo bambini, sono sbarcati dopo essere state salvate della nave della Ong Sea Watch, Carlotta Sami, portavoce in Italia dell’Unhcr, ha ricordato i numeri dell’emergenza umanitaria. «Dalle prime ore di sabato 1 maggio - spiega la rappresentante dell’Onu - sono sbarcate in Italia circa 1.500 persone soccorse dalla Guardia Costiera italiana e dalla Guardia di Finanza o da Ong internazionali nel Mediterraneo centrale. La maggior parte delle persone arrivate è partita dalla Libia a bordo di imbarcazioni fragili e non sicure e ha lanciato ripetute richieste di soccorso».

La maggior parte delle persone approdate in Europa proviene dal Mali e dal Sahel/Africa occidentale, dall’Eritrea e dal Nord Africa. Molti fuggono dalla guerra e dai conflitti, come nel Sahel, dove gli attacchi indiscriminati producono costantemente vittime e causano esodi forzati. Molti fuggono dalle persecuzioni, diventano vittime dei trafficanti e vengono venduti come merce. Le testimonianze raccolte nei giorni scorsi, anche di bambini, parlano di prigionia e brutalità inflitte senza alcun rispetto per la vita umana, mentre i sopravvissuti spesso mostrano gravi problemi di salute mentale come risultato dei traumi che hanno affrontato. Sul fronte italiano Unhcr registra anche un numero alto di minori non accompagnati arrivati via mare nelle ultime settimane. Bambini e adolescenti che poi spariscono sistematicamente dai centri di accoglienza del Belpaese.

L’ultimo sbarco a Trapani, dalla nave Ong Sea Watch con 455 persone a bordo, quasi la metà sono minori. Tra loro ci sono anche 34 donne, sei bimbi che hanno affrontato la traversata con i genitori e 194 minori non accompagnati, che saranno distribuiti in diversi centri d’accoglienza.

Per settanta è stato disposto il trasferimento a Siculiana, nell’Agrigentino, dove si trovano altri 96 minori, anche loro non accompagnati.

Riferimenti:

Gianni Lannes, Bambini a perdere, Lpe, Cosenza, 2016.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=minori

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=migranti

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