fonte: ministero Ambiente |
di
Gianni Lannes
Tabula
rasa in Puglia: dai Monti Dauni al Gargano, spianando anche il
Tavoliere con giganteschi aerogeneratori per rubare al Sud, pure il
vento, con il beneplacito dei politicanti italidioti. Volturino, San
Severo e Manfredonia, le località a rischio dove i prenditori
tedeschi pretendono di realizzare giganteschi impianti industriali
eolici. I progetti sono attualmente parcheggiati al cosiddetto
ministero dell'Ambiente, in attesa - come sempre - di sicura
approvazione.
Infatti, l'ultima multinazionale straniera beneficiata in ordine temporale dalle autorità tricolori è E.ON non proprio green (dal nucleare agli idrocarburi), una società con sede dal 2016 a Essen, in Germania (fondata nel 2000 a Düsseldorf). È attiva in Europa, in Russia e in Nord America; è presente anche in Brasile e Turchia dove gestisce alcuni affari unitamente ad altri partner. Dopo il 2016, con lo spin-off di Uniper, si concentra solamente sulle energie rinnovabili e sul nucleare, sulle reti di distribuzione e sulle soluzioni per i clienti. Di rinnovabile c'è solo la facciata ritinteggiata di verde
Infatti, l'ultima multinazionale straniera beneficiata in ordine temporale dalle autorità tricolori è E.ON non proprio green (dal nucleare agli idrocarburi), una società con sede dal 2016 a Essen, in Germania (fondata nel 2000 a Düsseldorf). È attiva in Europa, in Russia e in Nord America; è presente anche in Brasile e Turchia dove gestisce alcuni affari unitamente ad altri partner. Dopo il 2016, con lo spin-off di Uniper, si concentra solamente sulle energie rinnovabili e sul nucleare, sulle reti di distribuzione e sulle soluzioni per i clienti. Di rinnovabile c'è solo la facciata ritinteggiata di verde
Nel
settembre 2019, con la benedizione della commissione europea, è
andata in onda la fusione tra Innogy (filiale della tedesca RWE) ed
E.ON.
Appunto
E.ON è tra i più grandi operatori energetici al mondo a capitale
privato. Con oltre 42.000 dipendenti, nel 2017 il Gruppo ha generato
vendite per circa 38 miliardi di euro.
Dai
dati pubblicati sul portale Gaudì (Gestione anagrafica unica degli
impianti e unità) di Terna, al 30 novembre 2018 la potenza eolica
installata sul territorio nazionale e pari a 10.094,25 megawatt.
Le
condizioni climatiche e morfologiche favorevoli hanno concorso ad
attrarre investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili soprattutto
nelle regioni del sud e nelle isole, tant'è che il 90,70 per cento
della potenza eolica installata (pari a 9.156,00 megawatt è
concentrata in Puglia (24,80 per cento), Sicilia (18,12 per cento),
Campania (14,40 per cento), Basilicata (12,31 per cento), Calabria
(10,76 per cento) e Sardegna (10,32 per cento).
Le
pressioni generate, soprattutto dalla smisurata concentrazione di
impianti eolici di grande taglia, stanno compromettendo zone a
spiccata vocazione turistica di elevato valore paesaggistico e
naturalistico. Tra queste i monti Dauni, destinatari di un progetto
di eccellenza turistica che nel passato ha coinvolto sinergicamente
la regione Puglia e il Ministro del turismo con la sottoscrizione di
un protocollo d'intesa.
La
società wpd Monte Cigliano S.r.l. ha inoltrato al Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un'istanza per
l'avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale del
progetto denominato «parco eolico Troia Montaratro» per la
realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da
fonte eolica costituito da 23 aerogeneratori, ciascuno di potenza
pari a 5,3 megawatt, per una potenza complessiva di 121,90 megawatt.
L'impianto, costituito da torri alte 121 metri) (misurata dal piano
campagna al centro del rotore) e aerogeneratori con rotore da 158
metri, è localizzato proprio sui Monti Dauni nei comuni di Troia,
Biccari e Lucera con relative opere di connessione nel comune di
Troia.
Dagli
elaborati progettuali presentati al Ministero emerge che la
realizzazione dell'intero progetto produrrà scavi per circa 650.000
metri cubi, colate di cemento per circa 19.000 metri cubi, armature
in acciaio per circa 950.000 chilogrammi, viabilità di accesso in
misto per 18.000 metri cubi e terreno stabilizzato a calce con oltre
15.000 qli di Ossido o idrossido di calcio, oltre 210.000 metri di
cavi elettrici e oltre 88.000 metri di fibra.
Il
comune di Troia risulta tra i comuni pugliesi maggiormente
interessati dalla concentrazione di impianti eolici, tant'è che la
concentrazione espressa in megawatt su chilometro quadrato di
territorio (Mw/kmq) è superiore di oltre 10 volte la concentrazione
regionale.
Allo
stato attuale la normativa nazionale non stabilisce dei limiti sulla
concentrazione degli impianti eolici utili alla dichiarazione di un
territorio «saturo».
Il
Mezzogiorno d'Italia ha bisogno di ben altro: rispetto e
preservazione delle proprie risorse naturali, umane e storiche.
AMARA
LUCANIA!
In
Italia ci sono attualmente circa 5.645 impianti eolici per quasi
7.000 aerogeneratori di varie taglie di potenza. Gran parte di questi
agglomerati eolici si trovano nel sud Italia infatti, circa il 90 per
cento degli impianti si trova nelle regioni del Sud.
Dopo
la Puglia, la Basilicata risulta essere una delle regioni del
Mezzogiorno d'Italia con il maggior numero di parchi eolici presenti
su proprio territorio; infatti, si contano circa 1409 installazioni
per complessivi 1242 mega watt.
In
moltissime aree della Basilicata si sta assistendo ad una
proliferazione incontrollata di impianti eolici che hanno un alto
tasso di impatto ambientale e che deturpano il territorio lucano,
rendendo la vita impossibile alle popolazioni locali.
Negli
ultimi 3 lustri si è assistito ad una vera e propria corsa al vento
da parte di molte multinazionali del settore, che hanno presentato
diversi progetti per un totale di 178 nuove torri e un incremento di
541 mega watt.
L'aumento
previsto porterebbe a raddoppiare nei prossimi anni il fabbisogno di
potenza installata per la fonte eolica in Basilicata, arrivando a
1744 mega watt, rispetto ai circa 981 previsti dal piano regionale di
indirizzo energetico ambientale.
Nel
corso del'anno 2019 la regione Basilicata avrebbe rilasciato nuove
autorizzazioni per la realizzazione di altri impianti, per un totale
di 332 mega watt di potenza e con circa 74 aerogeneratori, i quali
risulterebbero maggiormente impattanti sul territorio.
Un'operazione
da parte della direzione investigativa antimafia (Dia) di
Caltanissetta, ha consentito di sequestrare due impianti eolici
situati a Potenza ed Avigliano di proprietà dell'imprenditore Santo
Valenti, ritenuto dagli inquirenti contiguo al clan mafioso del boss
Rinzivillo.
L'operazione
della Dia riaccende i riflettori su un settore, quello dell'eolico in
Basilicata, sul quale aleggiano da tempo sospetti su possibili
infiltrazioni criminali provenienti da altre regioni limitrofe.
Nel
rapporto annuale sulle Ecomafie la stessa Legambiente ha lanciato
l'allarme in merito ad una possibile collusione tra il mondo
dell'eolico e la criminalità organizzata proprio in Basilicata.
Per
la cronaca: il 26 marzo 2019 a San Chirico Nuovo (Potenza) è
accaduto un episodio gravissimo ai danni del medico Nicola Straziuso,
che aveva in precedenza sollevato dubbi e perplessità circa
l'opportunità degli impianti eolici in costruzione vicino all'area
archeologica di "Fontana del barone", in contrada Serra a
S. Chirico Nuovo. È stata incendiata l'auto di sua proprietà e, se
venisse confermata l'esistenza del dolo in seguito alla denuncia
contro l'eolico "selvaggio" da parte del dottor Straziuso,
allora ci si troverebbe davanti ad un evidente avvertimento di stampo
mafioso.
L'associazione
"Italia Nostra", che nasce per dare sostanza all'articolo 9
della Costituzione, che recita "La Repubblica promuove lo
sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione",
promuove tali obiettivi, ossia i beni culturali e ambientali, le
città, i parchi, i paesaggi, la qualità del territorio, il
risanamento ambientale della Penisola, la promozione di uno sviluppo
sostenibile.
l'associazione
ha espresso piena solidarietà per quanto avvenuto al dottor
Straziuso e stima per il suo impegno nella condivisa battaglia a
difesa del territorio della Basilicata dal proliferare incontrollato
di torri eoliche. L'associazione ha più volte denunciato politiche
di incentivazione dissennate, che stravolgano il mercato e
introducano elementi di scarsa trasparenza nel processo di
transizione dalla produzione di energia da fonti fossili a
rinnovabili;
In
Basilicata esistono evidenti distorsioni a favore dell'eolico anche a
livello legislativo regionale. "Solo pochi giorni orsono,
dichiara il consigliere nazionale di Italia Nostra, ho chiesto
pubblicamente che il Consiglio Regionale appena eletto riveda una
norma approvata, con mossa proditoria, dal consiglio uscente. Si
tratta della Legge Regionale n. 4 del 13 marzo 2019, che prevede il
raddoppio del contingente di potenza elettrica da eolico installabile
e requisiti per invocare la tutela estremamente vessatori per i
proprietari degli immobili limitrofi ai cosiddetti parchi eolici. Se
le cose restassero così, sarebbe la fine del Paesaggio Lucano e la
svalutazione pesantissima dei terreni e degli immobili dell'intera
Basilicata. In Italia sono state realizzate quasi 10.000 torri
eoliche per la produzione di un misero 1,5 per cento di tutta
l'energia necessaria al sistema Paese. Un grande massacro del
territorio, soprattutto quello delle aree interne del Centro Sud, per
poche briciole di energia pulita in chiara opposizione al dettato
dell'art. 9 della Costituzione".
Occorre
un impiego responsabile delle energie rinnovabili e non devastante
per il territorio e il paesaggio, come nel caso dell'eolico e spesso
anche del solare quando ruba terra all'agricoltura. Per questo è
necessaria una revisione degli incentivi alle rinnovabili, perché
non diventino fonti di rendita parassitaria e di distorsione del
mercato, favorendo extra profitti alla criminalità
organizzata che si è infiltrata nel ricco mercato delle energie
rinnovabili. È necessario finanziare la ricerca sulle energie e
formare sempre maggiori professionalità specifiche.
Il
Consiglio regionale, come già evidenziato dal consigliere nazionale
di Italia Nostra, ha approvato in regime di prorogatio la
legge n. 4 del 2019, raddoppiando le potenze eoliche da 981 a 1.986
MW. Tale legge viola l'articolo 54 dello statuto regionale e
pertanto, indirettamente, l'articolo 123 della Costituzione.
L'associazione Italia Nostra ha accertato che la consiliatura
regionale era venuta a regolare scadenza in data 18 novembre 2018 e
che successivamente, in data 24 gennaio 2019, erano intervenute le
dimissioni del presidente della Regione in carica, cui ha fatto
seguito la convocazione dei comizi elettorali per il giorno 24 marzo.
Pertanto, alla data del 19 marzo, il Consiglio regionale della
Basilicata operava in regime di prorogatio. L'articolo 54
dello statuto regionale prevede espressamente che in caso di
scioglimento del Consiglio regionale le funzioni del Consiglio siano
prorogate, sino al completamento delle nuove elezioni, limitatamente
agli interventi "dovuti", "costituzionalmente
indifferibili", o "necessari e urgenti".
Non
si ravvisano alcune di queste condizioni o motivazioni nell'iter
di approvazione della legge regionale numero 4 del 2019.
Riferimenti: