BIOGRAFIA

8.6.20

MANFREDONIA: UN MARE DI BOMBE ALLEATE!



di Gianni Lannes

Ordigni pericolosissimi (caricati con iprite e fosforo) mai recuperati o bonificati, scaricati al termine della seconda guerra mondiale nel golfo di Manfredonia e poi durante la guerra in Jugoslavia (armamenti all'uranio sporco). Tutti sanno, a partire dalle autorità italidiote, che hanno consentito questo crimine ambientale agli anglo-americani e alla NATO. Carta canta: parlano i documenti ufficiali, custoditi nell'Archivio storico della Marina Militare a Roma (fondo Santoni). Ecco il probabile impedimento che ha indotto l'Energas (Kuwait Petroleum) per bocca del presidente Diamante Menale (che incontrai con il professor Italo Magno per contrastare il disastroso progetto del gigantesco deposito gpl), a fare marcia indietro. Anche sui fondali attorno al porto industriale e al vecchio porto giace un tappeto di residuati bellici ancora attivi. Basta un'immersione a pichi metri di profondità per toccare con mano la polveriera di guerra.




Dunque, non solo i veleni Enichem occultati sotto terra e nel mare, mai bonificati, ma anche e soprattutto migliaia di bombe speciali, inesplose e caricate con aggressivi chimici banditi dalla Convenzione di Ginevra e dall'Accordo di Parigi. Veleni bellici ad orologeria che seminano malattie e morte a distanza di tempo. I crassi politicanti italopitechi soni i veri corresponsabili di questo disastro dimenticato, occultato pororio come la vicina presenza dell'aeroporto militare di Amendola, sede dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-35.


Riferimenti:

Gianni Lannes, BOMBE A...MARE!, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.

https://dauniattiva.blogspot.com/2016/10/noenergas-gianni-lannes-interviene-sul.html