di
Gianni Lannes
Dalla
democrazia incompiuta alla tecnocrazia totalitaria? Anno 2020:
annientato in Italia lo Stato di diritto, prontamente sostituito con
lo Stato di Polizia, per approdare infine allo Stato di Guerra? Nel
belpaese un problema sanitario è stato trasformato in una questione
di ordine pubblico, con la conseguente criminalizzazione e
repressione d'ufficio dell'intera popolazione, senza neanche uno
straccio di processo, ovvero di un'analisi rigorosa dei fatti. Adesso
viene il peggio. La bella notizia: a breve le misure coercitive
aumenteranno, come ha già anticipato il ministro dell'interno,
Luciana Lamorgese con le sue velate “minacce” dal tono
intimidatorio, pubblicate dal Corriere della Sera il 13 marzo 2020
(Lamorgese: se necessario altre scelte coraggiose...”, pagina 3). Lo schema in atto ricalca la nota finestra di Overton. In Italia, ora incredibilmente, si sta per passare a strategie
operative che prevedono la militarizzazione della nazione, sulla
falsariga del modello “strade sicure”, voluto da sua emittenza
Silvio Berlusconi nel 2008. Il governo tricolore, effettivamente, ci ha dichiarato
guerra. Adesso quali saranno le regole d'ingaggio per i militari
nelle strade, nelle vie, nelle piazze e dinanzi alle nostre case? Grazie alla passività generale della popolazione civile entrerà in vigore anche la legge marziale?
Tale
mortificazione autoritaria è giustificata da una vera epidemia
mortale, insomma da un pericolo reale? I dati sanitari ufficiali
giustificano la cancellazione dei diritti civili, la segregazione
dell'intera popolazione, la profilazione degli studenti (minori),
nonché di famiglie e genitori, mascherata dal pretesto della
didattica a distanza online (gestita da piattaforme sotto il
controllo del mero profitto economico e senza alcuna garanzia di
rispetto dei diritti umani e delle leggi vigenti), spesso col
beneplacito omertoso di dirigenti scolastici e professori analfabeti
in materia di diritto costituzionale, sovente all'oscuro del diritto
universale alla vita degli esseri umani, nonché delle dinamiche
digitali (virtuali ma pervasive) che investono in particolare i
bambini a cui è stato vietato anche il gioco all'aria aperta,
condannati senza scampo alla solitudine emotiva?
Nessun
dubbio o esercizio critico o comunque creativo: agli alunni non di
rado si propina a dosi massicce la rassegnazione, l'ubbidienza cieca
all'autorità, il conformismo a tutto spiano, la passività come
regola assoluta, la negazione del dubbio (fondamento evolutivo di
ogni civiltà) e raramente la riflessione critica accompagnata dagli
interrogativi. La pur motivata e giustificata disobbedienza civile è
ormai considerata un'eresia, comunque non è prevista nei programmi
ministeriali e non è contemplata nella didattica corrente (in classe
e a distanza di sicurezza). La chiusura delle scuole è stata decisa
dal governo Conte bis a partire dal 24 febbraio nonostante l’ECDC,
il Consiglio europeo per la prevenzione delle malattie, abbia messo
per iscritto il 10 febbraio che «non ci sono dati che possano in
qualche modo suggerire che la chiusura proattiva delle scuole possa
risultare di qualche efficacia nell’attenuazione dell’epidemia di
2019- nCov».
Ieri
16 marzo, il bollettino di guerra della Protezione Civile ha sparato
come al solito i numeri, in base ai riscontri dell'Istituto Superiore
di Sanità: “27.980 contagiati in totale e 2158 deceduti” con il
coronavirus e varie patologie pregresse, ma non a causa del coronavirus, attesta l'ISS, mentre l'età media è al di sopra
degli 81 anni. Dunque, alta morbilità e
bassa mortalità. Non occorre una laurea in Statistica per
comprendere tali cifre manipolate ad arte dalle autorità. Terrorismo
psicologico su scala globale? Si tratta di pratiche istituzionali di
stampo eversivo? A chi giova (cui prodest)? Qual è la finalità di
tale situazione pilotata sia pure maldestramente dall'esecutivo più
sgangherato della storia politica italiana?
Per
ora l’incidenza (il numero di casi) in Italia è 6 x 100 mila, in
Corea è 14 x 100 mila (dati Korea Centers for Disease Control, press
release 08032020), oltre il doppio che da noi. A rigor di logica
scientifica, più un virus si diffonde, più si adatta all’umano e
diventa meno pericoloso. Infatti, più alta è l’incidenza, minore
è la pericolosità, si è visto anche in Cina: il 5 febbraio, il
momento in cui la diffusione del virus era massima, la pericolosità
era ai minimi. Lo stesso sta avvenendo in Corea meridionale dove la
letalità è eccezionalmente bassa, muoiono 7 malati ogni mille.
Cos’è la letalità? Indica il numero dei decessi in rapporto ai
malati, ma viene spesso erroneamente definita mortalità, che è
invece il numero dei morti rispetto alla popolazione generale (al 16
marzo 2020 la mortalità da Covid-19 in Italia è di una persona ogni
centomila, una probabilità minima se pensiamo che la mortalità per
influenza - solo un terzo controllabile tramite vaccinazione - è ben
13.3 per centomila. Tradotto: è quattro volte più probabile che si
muoia scivolando mentre si cammina, ma questo evento non ci impedisce
di camminare tutti i giorni della nostra vita. In sostanza, la
letalità è più alta quando il virus si diffonde poco. In Corea la
letalità è ora allo 0,7 per cento, ma raggiunge il 6 per cento tra
gli over 80, da noi è quasi al 5 per cento ma arriva al 10,9 per
cento tra gli over 80 (Comunicato Stampa ISS 16/2020, 6 marzo 2020)”.
Vuol dire che l'ultimo coronavirus da noi è più pericoloso? Lo è
per le persone più deboli: l’età media dei pazienti deceduti per
il Covid-19 in Italia è di 81 anni e in più di due terzi dei casi
gli ammalati hanno tre o più malattie preesistenti (Comunicato
Stampa ISS 15/2020, 5 marzo 2020). Paradossalmente, se e quando il
virus circolerà di più, sarà meno pericoloso. Il punto nodale:
l’incidenza è bassa ma la percezione sociale (gonfiata
dall'allarmismo di governo, dagli esperti e dai mass media) è, al
contrario, che si tratti di un virus che stia dilagando a macchia
d’olio.
In
Italia a differenza del Regno Unito o della Germania, si sta operando
nell'ambito sanitario una sorveglianza attiva del nuovo coronavirus,
essa, però, aumenta di molto il numero dei casi rilevati. Ad
esempio, in Italia, con la sorveglianza speciale del morbillo, i casi
notificati sono addirittura quadruplicati da un anno all’altro,
secondo l'ISS. In altri termini, le autorità stanno conteggiando
tutte le persone potenzialmente infettate, incluse quelle che
manifestano scarsi sintomi: sono migliaia di casi che non verrebbero
rilevati con la sorveglianza convenzionale, perché solamente pochi
di questi sarebbe andata dal medico o in ospedale per ottenere la
diagnosi. Rispetto all’influenza e alle altre malattie respiratorie
importanti, l’incidenza del Covid-19 è misurata in modo molto più
analitico. Nonostante ciò alla data dell’8 marzo si sono
registrati quasi 8000 soggetti positivi al nuovo coronavirus, i casi
di simil-influenza e di infezione respiratoria acuta in sole otto
settimane sono stati oltre 5 milioni.
Ma
di quale “emergenza epidemica” blaterano i soloni dell'esecutivo
tricolore? A quanto pare, medici e virologi (incluso il pontificatore
a reti unificate Roberto Burioni, bocciato in alcune università
in svariati concorsi a cattedra) nulla sanno di differenziali,
integrali, funzioni, tanto che sono arrivati al ridicolo di affermare
che “il 65 per cento dell'umanità si ammalerà di covid-19”. Per
smentire una volta per tutte certe plateali menzogne, ingurgitate
come oro colato dalla gente, previa amplificazione e semplificazione
superficiale di radio, tv e carta stampata specificatamente dello
Stivale, basta e avanza un ottimo studio pubblicato da un autorevole
giornale come The Economist. Esso analizza la curva di crescita del
nuovo Coronavirus in Cina. Gli inglesi che in ambito epidemiologico
non sono secondi a nessuno sul pianeta Terra, saggiamente hanno
minimizzato questa situazione, osservando che la crescita di tale
agente patogeno è durata meno di un mese: da inizio gennaio a inizio
febbraio, poi il virus è crollato da febbraio in poi, tanto che il 7
marzo i nuovi casi in Cina sono stati appena 100. Insomma, il virus è
morto? Se governanti eterodiretti dall'estero, tecnici, politicanti e
camici bianchi conoscessero davvero la matematica e sapessero
minimamente cos'è una distribuzione normale (gaussiana) o
log-normale, allora capirebbe che il nuovo coronavirus in Italia è
partito a razzo il 21 febbraio, con una crescita del 275 per cento:
da 16 contagi a 60, poi è subito sceso il 22 ad una crescita del 120
per cento e i contagi sono passati a 132 il giorno 23, fino a che il
ritmo di crescita era arrivato - dal 6 marzo al 9 marzo - ad una
media del 23 per cento. Quindi è evidente che il ritmo di crescita
del virus rallenta, anche se il numero giornaliero di contagi
aumenta. Fino a che, oggi, anche la crescita giornaliera dell'ultima
paventata minaccia è scemata. Cosa significa tale evidenza? Vuol
dire che dopo appena 3 settimane in Italia il virus ha toccato
l'apice e ora sta decisamente declinando, come evidente dal suo ritmo
di crescita e declino. Quindi è eccessivo, ovvero pericoloso
prendere oggi tutti questi provvedimenti polizieschi di stampo
dittatoriale, perché in realtà l'ultimo famoso virus sta morendo
spontaneamente, come tutti i virus di ceppo influenzale, che a
primavera ci salutano. In altri termini, è davvero come chiudere la
stalla dopo che i buoi sono già fuggiti, in realtà il virus tra
fine gennaio e metà febbraio ha già infettato in Italia, poi in
alcuni ha prodotto la malattia conclamata (una minoranza) mentre in
tantissimi è rimasto asintomatico. Solo gli ignoranti e quelli che
vogliono annichilire per sempre la libertà, si illudono che serva a
qualcosa limitare dal 9 marzo in poi la circolazione di tutti,
mortificando la socialità ed uccidendo l'economia, quando invece il
virus ormai è morente, e semmai lo si doveva contenere ben prima, a
fine gennaio o comunque inizio febbraio, quando era al massimo della
vitalità. Invece, ancora il 22 febbraio scorso Conte Giuseppe da
Volturara Appula dichiarava pubblicamente che non c'era alcuna
pericolo in Italia. Se fossero state adottate tempestivamente
incisive misure sanitarie, tante persone non sarebbero all'altro
mondo?
È
sotto gli occhi di tutti: le misure restrittive basate su quarantena
e isolamento non sono servite. Sono state imposte in base a
un'ipotesi a-scientifica, la presunzione di sapere prima chi è
contagioso e chi non lo è. Se avessero funzionato avremmo osservato
una riduzione dei casi a partire dal tempo di incubazione della
malattia (pari a 2-14 giorni). Il decreto che promulgava le misure
restrittive risale al 21 febbraio (comunicati della Presidenza del
Consiglio 85 e 87), se la quarantena avesse funzionato il numero di
casi sarebbe dovuto diminuire già due giorni dopo, il 23 febbraio, e
comunque non oltre i quattordici giorni, ossia il 6 marzo, invece il
7 e l’8 marzo si sono registrati oltre mille casi al giorno.
Durante la conferenza stampa del 7 marzo chi fa carte ha anche detto
che le misure restrittive hanno funzionato nella zona dell’epicentro,
e sono quindi state estese ad altre zone per arginare la diffusione
del virus. Allora come è approdata l’infezione al di fuori
dall’epicentro e in tutta Italia se le misure hanno funzionato
nella zona dell’epicentro? Sono forse sfuggiti i soggetti
contagiosi ma asintomatici a loro volta contagiati da altre persone
asintomatiche? Se il SARS-CoV-2 da noi si è diffuso poco finora lo è
stato per effetto delle caratteristiche inumane del virus e non per
effetto di queste drastiche misure di contenimento. Per esempio,
molti decessi attribuiti al Covid-19 si sono verificati in pazienti
sottoposti a cicli di chemioterapia. Forse pochi sanno che il 20 per
cento dei decessi in queste persone è dovuto a infezioni di tutti i
tipi: virus, batteri, funghi, eccetera. Il nuovo coronavirus era il
virus che circolava in quel momento e i pazienti in chemioterapia si
sono infettati con quello, ma sarebbero purtroppo deceduti comunque a
causa di un qualsiasi altro microrganismo circolante.
Altra
questione cruciale: i reparti di terapia intensiva risultano
sovraffollati e in grosse difficoltà. Ma è sempre così. È
sufficiente leggere le pagine dei giornali italiani dell'ultimo lustro per accertarlo. Prove alla mano, in Italia siamo al quintultimo
posto in Europa per numero di posti letto di terapia intensiva. Vale
a dire: siamo sempre in emergenza, però non da oggi. Ad esempio due
anni fa: terapie intensive al collasso per influenze e polmoniti,
titolava il Corriere della Sera. Non tutti si infettano. Per
ammalarsi occorre un’esposizione prolungata alla fonte
dell’infezione e una certa suscettibilità. Se fossimo tutti a
rischio ci ammaleremmo in massa, ma di una forma leggera. I decreti
targati Conte - che hanno recluso gli italiani - vantano la sfacciata
presunzione di eliminare questo nuovo coronavirus per sempre, oppure
di tenerlo a bada fino a che un vaccino efficace e sicuro al 100 per
cento sarà disponibile per tutti? Nonostante ciò non sono state
considerate proprio le situazioni a maggior rischio di trasmissione,
cioè la trasmissione intrafamiliare: si chiede agli anziani di non
uscire di casa e contemporaneamente si impone ai bambini e ai giovani
di non andare a scuola. Vi è poi la trasmissione in ospedali e case
di cura e di riposo, dove sarebbero necessari degli interventi
architettonici o strutturali per impedire la trasmissione tramite
goccioline di saliva (droplet).
Nel
medioevo tecnologico, nell'epoca della modernità pauperizzante
all'opinione pubblica le autorità e tutti i giullari di corte non si
ricordano di menzionare alcune verità elementari. L'umanità convive
da sempre con le epidemie. Per non andare a ritroso nei secoli,
almeno dagli anni '70 ad oggi, quasi ogni anno abbiamo avuto a che
fare con un nuovo nemico. Non vivremo mai in un eden asettico, ma
possiamo sconfiggere il loro migliore alleato, vale a dire il panico
alimentato dall'ignoranza generale (l'analfabetismo funzionale a cui
faceva riferimento il linguista Tullio De Mauro). Le malattie
infettive sono troppo importanti per lasciarle nella mani dei soli
mediconi. Le epidemie, infatti, non si limitano a scandire la storia,
la plasmano, anzi la contagiano. Hanno un impatto sulle vicende dei
popoli comparabile a quello di rivoluzioni, guerre e crisi
economiche. Il loro decorso è influenzato dalle leggi scritte e non
scritte su cui si basano le relazioni tra gli esseri umani, e loro
volta lasciano il segno nella politica, nella società, nella
cultura. Se la realtà assomigliasse a certe teorie strampalate,
spacciate per verità assoluta dal borionismo scientista e tutte le
variabili fossero controllabili come in un laboratorio, allora
imprigionare con un trattamento sanitario obbligatorio ben 60 milioni
di persone forse potrebbe rallentare l'avanzata microbica per qualche
giorno, ma in pratica non è detto che sia proprio così. I risultati
delle misure prese dal XV al XXI secolo sono a dir poco scoraggianti.
I cordoni sanitari attuati contro peste bubbonica, colera ed Ebola
hanno sempre fallito: il loro dispiegamento peggiora la diffusione
della malattia, amplificando paura tensioni sociali e conseguenti
contraccolpi economici. Le reazioni totalitarie possono far apparire
temporaneamente vincenti certi governi eterodiretti e telecomandati
dal potere economico, ma erodono i diritti umani e utilizzano risorse
che potrebbero servire a testare i casi sospetti, tracciare i loro
contatti, attuare quarantene mirate, ma non di massa. Il nuovo
coronavirus non è il nostro peggior nemico e non sarà certamente
l'ultimo ad essere sguinzagliato nel mondo.
Ma
sulle questioni di salute non doveva esprimersi solo la scienza? Il
direttore dei CDC Robert Redfield e il direttore dell’NIH (National
Institute of Health), Anthony Fauci, hanno scritto testualmente
quanto segue sul The New England Journal of Medicine: «Se si presume
che il numero di casi asintomatici o minimamente sintomatici sia più
volte superiore al numero di casi segnalati, il tasso di mortalità
può essere considerevolmente inferiore all’1%. Ciò suggerisce che
le conseguenze cliniche generali del COVID-19 potrebbero in
definitiva essere più simili a quelle di una grave influenza
stagionale (che ha un tasso di letalità di circa lo 0,1%) o di
un’influenza pandemica (simile a quelle del 1957 e del 1968)
piuttosto che una malattia simile alla SARS o alla MERS, che hanno
avuto tassi di letalità tra il 9 e il 10% e il 36%».
Adesso
olio di ricino e manganellate miste a lacrimogeni per tutti, visto
che il vaccino obbligatorio non è ancora pronto, ma procedono le
schedature (profilazione dati personali, ovvero violazione della
privacy col beneplacito omertoso di dirigenti scolastici ed
“insegnanti”) a danno degli ignari studenti (minori), nonché dei
genitori, mascherato dal pretesto sgangherato della didattica a
distanza online? Nel 2020 dall'alto dei cieli a stelle e strisce
mandano in onda l'esperimento tricolore: dalla democrazia incompiuta
alla tecnocrazia totalitaria nella discarica dell'occidente. Una
questione sanitaria è stata trasformata - come per incanto -
sfacciatamente in un'operazione di ordine pubblico. E la
magistratura? Non è tutto. La Protezione Civile ha ottenuto una
provvidenziale deroga, causa situazione “eccezionale”: può
acquisire e trattare i dati biometrici che identificano in modo
univoco una persona o quelli sulla salute di chiunque, inclusi
neonati e bambini. Il Garante al ramo ha sentenziato che conclusa la
cosiddetta emergenza il trattamento straordinario va interrotto. Ma
si sa come vanno a finire determinate situazioni in Italia. Dovremmo
tenerlo a mente, perché non sappiamo ancora quali misure potrebbero
venire adottate per contenere il contagio.
Dopo
i decreti a raffica di Conte - in palese violazione dei diritti umani
universali - che hanno imprigionato l'intera popolazione italiana, in
tal modo sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio di massa,
senza una valida motivazione scientifica, un fondamento sanitario o
un benché minimo riscontro epidemiologico, esercito e forze
dell'ordine preparano un piano per reprimere le sacrosante proteste
civili. Cosa bolle nel pentolone del Comitato nazionale per l'ordine
e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell'interno che
raggruppa il capo della polizia e i comandanti di carabinieri e
guardia di finanza?
Visto
che i rappresentanti parlamentari del popolo tacciono in preda alla
viltà, al Conte bis, in virtù del decreto legislativo numero 33 del
2013 (trasparenza amministrativa), in qualità di uomo e di
cittadino, chiedo una risposta immediata: mentre i servizi segreti
(Aisi & Aise) sono già allertati, cosa ha approntato il
CNOSP all'insaputa dell'ex popolo sovrano? Perché non si è riunito
il Consiglio Supremo di Difesa presieduto dall'inquilino del
Quirinale, che scorazza nello Stivale come se niente fosse
dall'inizio dell'anno, in barba all'agente patogeno più in voga del
mondo? Mattarella ha l'antidoto in tasca, oppure quella mandata in
scena è una farsa mal congegnata nei palazzacci del potere?
D'altronde, ripeto, il primo ministro pro tempore, ancora il 22
febbraio 2020, aveva puntualizzato ufficialmente che non c'era alcun
pericolo in Italia. Bontà sua. Ora, invece, sembra sia calata in un
lampo la pesta bubbonica. È proprio così, oppure le menzogne
istituzionali, corroborate da dottori analfabeti in diritto
costituzionale, ma che vantano in compenso alcuni conflitti di interessi multinazionali, sono
l'ingrediente fondamentale per iniettare ed alimentare la paura nel
corpo sociale, fino a trasformarla in panico? Si sa: proprio la paura
è un'arma formidabile per controllare le masse a piacimento.
Tutti
i provvedimenti adottati mediante i decreti del presidente del
consiglio Conte costituiscono una limitazione delle libertà
fondamentali stabilite dalla Costituzione repubblicana italiana? Essa
prevede (articolo 16) che per ordine pubblico o tutela della salute
si possa sospendere temporaneamente la libera circolazione delle
persone. Solo che questa norma era stata ideata dai nostri padri
costituenti per situazioni limitate, ovvero, circoscritte
geograficamente, non di certo per l'intera Italia. Adesso, invece, su
consiglio dei soliti esperti, la restrizione delle libertà è stata
applicata, anzi imposta su scala nazionale. Non a caso, le recenti
restrizioni contiane che non hanno precedenti di sorta nella storia
repubblicana nostrana, spingono al limite estremo il potere dello
Stato sui cittadini. Come in un sistema totalitario, ora in Italia
l'individuo non vale nulla rispetto al potere costituito delle
autorità. La libera circolazione, come i diritti di espressione e
organizzazione sono connaturati a una società democratica. In
condizioni particolari, o meglio eccezionali, alcune libertà possono
essere limitate o coartate per un bene superiore, comunque il
dissenso critico non può essere vietato o criminalizzato. In ogni
caso, questa situazione deve necessariamente essere limitata nel
tempo e non prorogabile, qualunque cosa accada, in quanto intacca i
diritti inalienabili di ogni persona. Il coprifuoco imposto
attualmente va posto tra parentesi come evento irripetibile, proprio
per evitare che si radichi nei politicanti italidioti, l'idea di uno
Stato che possa limitare la vita democratica per “interessi
generali”, anche a causa della patologica debolezza della culturale
liberale nel belpaese, ormai privo di anticorpi culturali. Se a
qualche generalone tricolore prudono le mani, vada in miniera a
lavorare veramente.
Un
fatto è certo: il Presidente del Consiglio, che negli atti
legislativi da lui sottoscritti ha confuso platealmente il nuovo
coronavirus (l'agente patogeno) con la covid-19 (la malattia) a fine
carriera politica, unitamente a tutti i suoi complici di ogni ordine
e grado, ne risponderà in tutte le sedi, a partire dai tribunali
civili e penali, nazionali ed internazionali. Una documentata
denuncia sporta da un avvocato in rappresentanza di un'associazione ,
infatti, è stata appena depositata in una Procura della Repubblica
italiana. Per il momento, c'è un giudice almeno a Berlino?
Attenzione: il nostro peggior rischio è la rassegnazione,
l'accettazione passiva di qualsiasi imposizione. Il più pericoloso
nemico è dentro di noi. Altro paradosso: tabaccai aperti e chiese chiuse. Tanto che Papa Bergoglio ha pronunciato queste parole alla lettera: "Le misure drastiche non sempre sono buone". Per arrestare il contagio della stupidità
dilagante ci vuole la contaminazione della libertà, ma occorre
coraggio e digntà. Arrestiamo l'incubo, la fobia e la follia:
«La
difesa della patria è sacro dovere del cittadino» (articolo 52
della Costituzione repubblicana italiana).
https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-08-14/ebola-bond-pays-investors-millions-while-congo-battles-outbreak
https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-9233/coronavirus-rischio-basso-capire-condizioni-vittime?fbclid=IwAR1ktkZbc5n6GJdtG2ziv-bImaGS4ac9ygB-zQUc9YxBWr-1t9Kzxrc0Pd0
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=italia
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2012/10/il-bene-comune.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=burioni
Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2016.
https://www.youtube.com/watch?v=Dg8P3kYr7UM
https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-9233/coronavirus-rischio-basso-capire-condizioni-vittime?fbclid=IwAR1ktkZbc5n6GJdtG2ziv-bImaGS4ac9ygB-zQUc9YxBWr-1t9Kzxrc0Pd0
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=italia
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2012/10/il-bene-comune.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=burioni
Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2016.
https://www.youtube.com/watch?v=Dg8P3kYr7UM