di
Gianni Lannes
Nel
belpaese per l'infanzia valgono i diritti di carta e il disinteresse istituzionale. L'Italia è agli
ultimi posti in Europa per «povertà di futuro» di bambini e
adolescenti, privati di opportunità e sogni. La povertà nelle sue
varie forme, educativa, sociale, economica, d'istruzione e di lavoro,
li sta colpendo in modo grave, privandoli di prospettive e di
opportunità. Per esempio, basta scandagliare la banca dati del Parlamento
italiano per apprendere che il governo Conte non ha risposto a 439
atti parlamentari (interpellanze ed interrogazioni) inerenti la
violenza contro i bambini proprio in Italia. Un concreto, ostinato e palese menefreghismo istituzionale che ormai dura da anni, tale da
qualificare l'inconsistenza etica dei politicanti tricolore.
La legge 3 agosto 1998 numero 269 (“Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di schiavitù”), prevede che ogni anno il Governo riferisca al Parlamento su quanto posto in essere per l’attuazione della suddetta norma. Di questa Relazione non vi è traccia, né i parlamentari tricolore hanno denunciato la gravissima inadempienza del capo di governo pro tempore.
Inoltre,
l'Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza dovrebbe redigere una
relazione tecnico-scientifica annuale consuntiva delle attività
svolte, anche ai fini della predisposizione della relazione che il
primo ministro deve obbligatoriamente presentare ogni anno, ma non
risulta essere stata pubblicata. Dunque, l'opinione pubblica è
mantenuta all'oscuro di fatti rilevantissimi per la società, di cui
le autorità ai più elevati livelli non tengono alcun conto.
Inoltre, tale osservatorio deve anche predisporre il Piano nazionale
di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale
dei minori, che sottopone all'approvazione del Comitato
Interministeriale di Coordinamento per la lotta alla pedofilia. Già
un Rapporto delle Nazioni Unite del 2009 sottolineava (”I diritti
dell'Infanzia e dell'adolescenza in Italia”, 2° Rapporto
supplementare, pagina 169) che è tutto fermo a fine 2007 e che dal
Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e
l'adolescenza «non è stato possibile ottenere informazioni
aggiornate».
Come
mai il Garante per l'infanzia e l'adolescenza non ha nulla da
obiettare? Eppure, l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza
è un organo monocratico italiano istituito nel 2011, con il compito
precipuo di promuovere l'attuazione delle misure previste dalla
convenzione di New York, nonché da altri strumenti internazionali
finalizzati alla promozione e alla tutela dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza.
Eppure
i bambini sono il sale della Terra, il presente ed il futuro di un
Paese civile.
Riferimenti:
Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, Lpe, Cosenza, 2016.
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