di Gianni Lannes
Armi
vendute a nazioni in guerra o dove non c'è rispetto dei diritti umani.
Ma quale governo del cambiamento? Negli ultimi mesi l’esecutivo
Salvini/Di Maio - battezzato nell’ambasciata USA a Roma - ha siglato una
cinquantina di accordi di cooperazione militare bilaterale, inclusi
Qatar, Turchia, Niger e
Corea, in modo da facilitare l’export di armi, aggirando la normativa
sulla
trasparenza prevista dalla legge 185 del 1990.
L’esportazione bellica italiana si attesta su 5,2 miliardi di
euro di autorizzazioni e 2,5 miliardi di trasferimenti definitivi nel corso
dell’anno 2018. le più consistenti operazioni di sostegno all'export bellico sono state svolte da UniCredit, Deutsche
Bank e San Paolo.
L’eterodiretto governo Conte l’aveva promesso, eppure nell’ultima
relazione al Parlamento, non figurano
sospensioni, revoche o dinieghi per la vendita di armamenti all’Arabia Saudita,
quanto piuttosto 11 autorizzazioni e 816 esportazioni. Si tratta di forniture
(autorizzazioni rilasciate dal governo Renzi, ma non arrestate dal governo
Conte) di 19.675 micidiali bombe aeree MK80 fabbricate a Domunovae in Sardegna
dall’azienda tedesca Rwm. Questi ordigni vengono utilizzati dall’aeronautica
militare saudita per bombardare indiscriminatamente lo Yemen, inclusi i civili. A farne le spese sono i bambini.
Un rapporto ONU risalente al gennaio 2017 ha documentato l’uso
di questi strumenti di morte appunto nei bombardamenti di zone civili. Un secondo rapporto
delle Nazioni Unite ha attestato che tali raid possono costituire "crimini di
guerra".
Nonostante diverse risoluzioni del Parlamento Europeo (la
Risoluzione del 13 settembre 2017 sull’esportazione di armi e la Risoluzione
del 4 ottobre 2018 sulla situazione nello Yemen) abbiano chiesto agli Stati
membri di porre un embargo sulle forniture militari all’Arabia Saudita e agli
Emirati Arabi Uniti in considerazione delle gravi violazioni del diritto
umanitario, a differenza di altri paesi europei, il governo italiano non ha
posto in atto alcuna sospensione ed anzi ha continuato a fornire armamenti e
munizionamento militare all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti a cui,
nel 2018, sono state autorizzate esportazioni militari per oltre 220 milioni di
euro. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del
28 dicembre 2018 ha affermato che «Il governo italiano è contrario alla vendita
di armi all’Arabia Saudita per il ruolo che sta svolgendo nella guerra in
Yemen. Adesso si tratta solamente di formalizzare questa posizione e di trarne
delle conseguenze». Nella Relazione non risulta alcuna iniziativa intrapresa
dal Governo italiano in questo senso. Al contrario, per promuovere nuovi
ordinativi militari con i paesi del Golfo Persico, la Difesa italiana ha
promosso la “campagna navale” della fregata FREMM Carlo Margottini: salpata lo
scorso 17 gennaio dal porto della Spezia, la fregata Margottini ha partecipato
al “Naval Defence Exhibition” (NAVDEX 2019) di Abu Dhabi per promuovere le
attività dell’industria militare italiana e successivamente ha fatto scalo a
Kuwait City (Kuwait), a Damman (Arabia Saudita) e a Muscat (Oman), ritornando a
Gedda (Arabia Saudita) alla fine di aprile 2019.
Riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Ariana editrice, Bologna, 2016.
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2017-0344_IT.html
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0383_IT.html
https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1OR0UH-OITTP
http://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20190118_campagna_margottini.aspx
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2017-0344_IT.html
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2018-0383_IT.html
https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1OR0UH-OITTP
http://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20190118_campagna_margottini.aspx