L’obbligo
almeno sulla carta ufficiale scatta nell'Unione europea domani 16 febbraio 2018. Secondo
Coldiretti Puglia “l’etichetta di origine obbligatoria che permette di
conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e nel riso mette fine all’inganno
dei prodotti importati spacciati per nazionali, in una situazione in cui un
pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso
su quattro senza che questo fosse fino ad ora indicato in etichetta. L’assenza
di una chiara indicazione dell’origine - puntualizza Coldiretti - non consente
di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche
qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere la realtà produttiva
nazionale e con esse essa il lavoro e l’economia del territorio”.
Escono
finalmente dall’anonimato e saranno riconoscibili nelle etichette della pasta
4,3 miliardi di chilogrammi di grano duro italiano, che insieme a 1,5miliardi
diriso garantiscono all’Italia il
primato in Europa. Saranno così smascherati i grandi pastai italidioti che acquistano grano di scarsa qualità e lo spacciano per italiano?
“Fare pasta
con grano 100% italiano evidentemente si può - aggiunge Angelo Corsetti,
direttore di Coldiretti Puglia -. Da pochi centesimi al chilo concessi agli
agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del made in Italy, mentre dal grano alla
pasta i prezzi aumentano di circa il 500% e quelli del grano al pane
addirittura del 1400%. Gli agricoltori, se tecnicamente sostenuti garantiscono
un livello qualitativo elevato, a dimostrazione che fare trano di qualità in
Puglia è una certezza”.