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Boston, 31 marzo 2016:
seduti da sinistra: Erich Clementi, SVP, IBM Europa, Ivan
Scalfarotto, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio italiano; in piedi
da sinistra: Ginni Rometty, Chairman, Presidente e CEO di IBM; Matteo Renzi, primo ministro italiano.
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di Gianni Lannes
Torna l’eugenetica sotto mentite spoglie. Elementare
Watson: schedati, controllati e manipolati. Il ruolo che le tecnologie
informatiche possono avere a supporto dei sistemi totalitari sono sempre
drammaticamente attuali. La vaccinazione forzata di neonati, bambini e adolescenti
è un pericoloso cavallo di Troia. Pochi sanno che il 31 marzo 2016, un certo Matteo
Renzi (mai votato dal popolo italiano), allora primo ministro, a Boston ha
sottoscritto un accordo segreto (ovvero mai reso di dominio pubblico) con la multinazionale IBM. In cambio di un investimento
a Milano, la famigerata azienda USA ha preteso i fascicoli sanitari di tutti
gli italiani. Si tratta di informazioni sensibili e riservate dell’intera
popolazione. Nessuno però ha rilasciato il consenso al trattamento di dati
personali e delicati, anzi a nessuno di noi è stato richiesto il permesso di appropriarsene per fini oscuri.
Esattamente l’8 giugno scorso, un giorno dopo la promulgazione del decreto
fuorilegge (incostituzionale) sui vaccini, è stata presentata in Parlamento la
proposta di legge A.C. 913 sul “controllo sanitario della popolazione”. Per pura combinazione l'IBM
si occupa anche di registrazione e controllo delle informazioni, un
settore fondamentale per ogni dittatura degna di questo nome. E proprio l'IBM in Italia, dopo il Global Innovation Outlook nel 2004, nel 2006 ha iniziato a fare pressione in ambito istituzionale al fine di far istituire i fascicoli sanitari della popolazione italiana. Nel 2015 Renzi ha emanato uno specifico decreto (dpcm 178/2015), marchiato presidente del consiglio dei ministri. L'opposizione parlamentare? Inesistente anzi latitante. E il 22 luglio 2016 l’allora ministro Maria Elena
Boschi incontrando i vertici IBM ad un meeting a Segrate ha definito IBM
“azienda tra le più virtuose d’Italia”, sorvolando sulle procedure di licenziamento in atto proprio in Italia attivate dalla stessa multinazionale.