BIOGRAFIA

2.5.17

MORO: RETROSCENA TRICOLORE

 il corpo senza vita di Aldo Moro a Roma in via Caetani (9 maggio 1978)

di Gianni Lannes

Una vergogna istituzionale all'italiana ormai dimenticata dagli specialisti ed ignota all'opinione pubblica. Nonostante gli altisonanti proclami renziani, le carte scottanti dopo 39 anni sono ancora un segreto di Stato, ovvero inaccessibili ai comuni mortali, in barba allo Stato di diritto. La gente comune non deve sapere la verità indicibile.

Il 25 gennaio scorso, comunque, la camera dei deputati ha approvato l’ultima relazione della commissione Moro. Purtroppo, le commissioni parlamentari, nonostante l'impegno disinteressato di alcuni onorevoli, non hanno mai accertato nulla di significativo se non l'acqua calda. Ecco comunque, gli elementi principali acclarati, comunque già noti agli addetti ai lavori ma non di pubblico dominio.
In primo luogo, lo stato di necessità invocato da Moro per la sua liberazione proponendo lo scambio 1 a 1, così come fu fatto nel 1973 fra lo Stato italiano (servizi segreti) e i Palestinesi per la liberazione degli ostaggi dell’aeroporto di Fiumicino, così come specificato da Moro stesso in 4 lettere (a Piccoli, Pennacchini, Dell’Andro e Tavani) in replica per non ricordare gli eventi, a differenza dell’onorevole Gui, che invece confermava la verità delle lettere Moro.
E poi quello relativo alla scoperta del covo di viale Giulio Cesare 29 a Roma, nella casa della professoressa Giulina Conforti (impiegata al Cnr), la quale ospitava i criminali Valerio Morucci ed Adriana Faranda (graziati dallo Stato) con tutto il bagaglio di armi e documenti delle br relative al rapimento di Moro, il quale covo veniva scoperto a seguito di un’informativa di Giorgio Conforti al questore Masone.

Indi, l’informativa per la quale veniva investito il procuratore generale Gallucci il quale conduceva, avocandoli a se le indagini , producendo atti istruttori noti solo a lui ed in seguito secretati, che portarono al blitz del 29 maggio 1979, affidato al giudice Imposimato ed al pm Rosario Priore (indicato da Cossiga nel 1990 quale nuovo giudice istruttore per la strage irrisolta di Ustica).
Il tutto ha avuto conferma successivamente (1998) attraverso le rivelazioni dell’agente sovietico Mitrokin che individuava Giorgio Conforti quale capo delle rete spionistica del Kgb in Italia.

riferimenti:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=MORO

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