BIOGRAFIA

10.3.15

MINACCE DI MORTE A MORO TARGATE KISSINGER




Kissinger & Napolitano



 di Gianni Lannes

«Se non cambi la tua linea politica la pagherai cara» parola di Henry Kissinger. Il 25 settembre 1974 il famigerato Heinz (già fautore del golpe in Chile nel 1973 contro Salvador Allende) terrorizza Moro. Grazie alla testimonianza giurata in sede processuale di Corrado Guerzoni, portavoce di Aldo Moro, si apprese che dietro l’assassinio dello statista italiano c’era lo zio Sam.




Nel giugno e luglio del 1982, la moglie di Aldo Moro, Eleonora Chiavarelli Moro, testimoniò in tribunale che l’assassinio del marito fece seguito a serie minacce di morte, esercitate da colui che lei chiamò “una figura politica americana di alto livello“. La signora Eleonora Moro ripetè la stessa frase attribuita ad Henry Kissinger nella testimonianza giurata di Guerzoni: «O tu cessi la tua linea politica oppure pagherai a caro prezzo per questo». Richiamato dai giudici, a Guerzoni fu chiesto se poteva identificare la persona di cui aveva parlato la Signora Moro. Guerzoni confermò che si trattava di Henry Kissinger come d’altra parte aveva precedentemente dichiarato. 


Guerzoni spiegò come Kissinger fece le sue minacce ad Aldo Moro in una stanza d’albergo durante una visita ufficiale di alcuni leader italiani.  Il 25 settembre 1974 Moro incontrò Kissinger. Dopo il colloquio fu colpito da un malore e venne soccorso dal suo medico personale Mario Giacovazzo e da quello del Presidente Giovanni Leone, Giuseppe Giunchi, che lo fecero rientrare in anticipo in Italia. Che cosa aveva bofonchiato Kissinger di tanto sconvolgente a Moro, perchè questi fosse colpito da un malore?  

Un avvertimento era stato mandato in onda poco prima.  Ecco la nitida testimonianza di Maria Fida Moro: «Ricordo il 3 agosto del 1974, altra data infausta della storia italiana. Papà allora era ministro degli esteri e avrebbe dovuto raggiungerci in treno a Bellamente, sulle montagne del Trentino, dove di solito trascorrevamo insieme le vacanze estive. Era già salito sulla sua carrozza, alla stazione Termini, e il treno stava per partire, quando all’ultimo momento arrivarono dei funzionari e lo fecero scendere perché doveva tornare per firmare delle carte. A causa di quell’imprevisto perse il treno e fu costretto a raggiungerci in macchina. Un ritardo provvidenziale, perché quel treno era l’Italicus. Non ho alcuna prova per dirlo con certezza, però ho avuto il sospetto che la bomba esplosa poche ore dopo nella galleria di San Benedetto Val di Sambro avesse come obiettivo proprio lui - dal 1974, dopo la strage dell’Italicus, papà volle che avessimo una scorta anche noi figli».

Esattamente il 15 marzo 1978, un giorno prima della strage della strage di via Fani, Mino Pecorelli (assassinato il 20 marzo 19179) su OP aveva previsto tutto.
Guerzoni nel suo libro intitolato Aldo Moro (Sellerio, Palermo, 2008), a pagina 159 annota: «E’ stato riconosciuto he Moro ha condotto negli anni nei quali fu ministro degli esteri una “originalissima politica” opponendosi alla regionalizzazione dell’Europa sostanzialmente perseguita da Kissinger, promuovendo l’apertura del continente all’area mediterranea, equilibrando la posizione italiana tra le due parti nel conflitto arabo-israeliano, favorendo l’ingresso della Cina all’ONU…». Insomma, un uomo libero, uno statista di caratura internazionale, indipendente e colto che guardava oltre l'orizzonte del suo tempo.

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