BIOGRAFIA

23.5.14

VIETATO INFORMARE: 18 ORE DI OSCURAMENTO






di Gianni Lannes


Il 22 maggio 2014, a mezzogiorno in punto, ignoti hanno oscurato e disattivato il diario internautico SU LA TESTA!


Qualche giorno prima ignoti hanno recapitato nella cassetta di posta della mia abitazione un messaggio anonimo dove c’era scritto: “Lannes se ci tieni alla tua famiglia annulla l’incontro del 2 giugno a Roma sulle bombe nucleari”.

Dal 2009 ad oggi  ho subito alcuni attentati e ho vissuto quasi 2 anni sotto protezione della Polizia di Stato.

In Parlamento giacciono numerose interrogazioni ed interpellanze indirizzate a ben tre governi (Berlusconi, Monti, Letta) che non hanno mai avuto risposta dai vertici dello Stato italiano.

Ho presentato parecchie denunce circostanziate e documentate all’autorità giudiziaria, ma la magistratura brancola ancora nel buio più totale.

Strana coincidenza. A fine mese sarà pubblicato il mio prossimo libro di inchiesta che racconta i segreti e i danni inferti al nostro Paese dal nucleare militare: ITALIA: USA E GETTA. Lo Stivale è stato trasformato all’insaputa della popolazione, in un gigantesco deposito nordamericano di ordigni nucleari, in violazione della Costituzione repubblicana e del Trattato di non proliferazione nucleare. Si sono verificati alcuni gravi incidenti e le autorità non hanno rivelato nulla all'opinione pubblica. Purtroppo, a causa dell'inquinamento bellico e industriale, il belpaese detiene il record europeo di tumori che colpiscono i bambini. E se non bastasse, siamo sull’orlo di una catastrofe atomica.

E così alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti. 

Allora, la censura non è altro che il modo concreto per il sistema di potere di travestire, escludere, eludere o negare quei contenuti che rischierebbero di mettere in pericolo la sua legittimità, le sue certezze, il suo dominio.

Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere, perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare, soprattutto del potere, di ogni potere. 
L’informazione è il sale della democrazia. Su la testa!


19.5.14

I RAPPORTI DI STEFANO MONTANARI CON LA NATO



di Gianni Lannes


United States of America: è il denominatore comune di Beppe Grillo e Stefano Montanari. Prima coniugati per le piazze del Belpaese, poi separati da un microscopio pagato da quei fessi degli italidioti. Niente di personale. Ma chi deve prendermi in giro deve ancora venire al mondo. Su Grillo ho scritto, documenti alla mano e non ho più nulla da aggiungere, se non quello che ho condensato in un libro di inchiesta non ancora pubblicato, e che in minima parte si può leggere su questo diario internautico, compreso l'incontro segreto di Grillo con l'ambasciatore a stelle e strisce, propedeutico al m5s. Ma c’è un altro campione in vetrina. 

17.5.14

PUGLIA: 2.579 CAVE ABBANDONATE PREDA DELLE ECOMAFIE E 1.400 DISCARICHE FUORILEGGE. VENDOLA CHE FA?



 
di Gianni Lannes


Anche in riva all'Adriatico vanno in scena le solite sfilate "politicamente corrette" dei professionisti dell'antimafia, che in concreto non scalfiscono la criminalità e non toccano le ombre istituzionali della politica. Vero don Luigi Ciotti?

Dalla terra dei fuochi (Campania) alla terra dei buchi e delle discariche a cielo aperto. Il caso più eclatante è la discarica del gruppo Marcegaglia a Corigliano d'Otranto, autorizzata dalla Regione Puglia - dell'ecologista Vendola - su una falda acquifera. I dati dell’università degli studi di Bari, intitolata al presidente Aldo Moro, parlano chiaro da tempo: 257 cave in attività e ben 2.579 cave dismesse, ovvero sfruttate e abbandonate. Senza contare le cave abusive in attività. Apri e chiudi: il business per le organizzazioni criminali nazionali e internazionali. La Puglia non è un’isola felice: almeno dagli anni ’80 è stata trasformata - grazie alla cronica distrazione dello Stato, della Regione, delle province e dei Comuni - nell’eldorado delle ecomafie. I numeri ufficiali appaiono inequivocabili, ma il governatore Vendola li ignora, mentre il capo pro tempore della direzione distrettuale antimafia di Bari, tale Pasquale Drago (lo stesso magistrato che dalla Procura di Trani ordinò l'inopinata distruzione dei reperti del peschereccio Francesco Padre) minimizza la portata del gigantesco fenomeno mafioso. La piovra ha esteso i suoi perversi tentacoli in terra levantina già nel 1987, quando la Delta Sogepi e la Magnesio Spa di Fabio Rella abbandonarono opportunamente in Puglia un intero convoglio ferroviario inzeppato di magnesio radioattivo proveniente dalla Germania (i relativi atti processuali sono un buon consiglio di lettura per i magistrati correnti e i giornalisti alle prime armi). 

Inoltre, in loco sia Raffaele Cutolo con la camorra (i summit all'Hotel Florio tra San Severo e Foggia) sia alcuni clan calabresi della 'ndrangheta hanno tenuto a battesimo negli anni 70 e '80 i malavitosi appuli dalla Capitanata al grande Salento e fino a Statte. Altre cifre inoppugnabili: 1.400 discariche fuorilegge, censite ufficialmente negli anni '90 e mai bonificate (fonti: ministero Ambiente, Enea, Ispra). Il buco nero dell'Europa. Infatti, anche recentemente, in seguito ad accurate indagini giornalistiche, sono stati ritrovati - e segnalati pubblicamente - ingenti giacimenti occultati, di rifiuti industriali provenienti dal nord Italia (Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna) e dall'estero: in particolare Germania, Francia, Svizzera, Belgio. Quello che viene meno è la qualità della vita, ma tanto la gente del Sud del Sud non conta niente per chi detta legge.

15.5.14

SCIE BELLICHE: UNA PROVA UFFICIALE DELL’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA

 

di Gianni Lannes


Per gli esperti di regime che se ne infischiano degli effetti collaterali, è un genocidio a "fin di bene", mentre imperversano negazionisti prezzolati e/o dementi. Dalla teoria alla pratica: «II problema della trasformazione artificiale delle condizioni meteorologiche» è il titolo che si legge negli Annali di Geofisica, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (volume 16, numero 4, datato1963).


Attenzione: l’autore non è un sovversivo, un “complottista”, uno “sciachimista”, o peggio ancora un terrorista, bensì un generale dell’Aeronautica militare italiana, tale Antonio Serra. Non uno qualunque, ma il capo per anni del Servizio Metereologico dello Stato italiano. Ecco tra l’altro cosa riferisce l’alto ufficiale:

«Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscimento quasi unanime, si sono avuti dalle cosiddette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e di colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica che delle pratiche applicazioni. Sono esposti brevemente i principali piani ili esperienza di laboratorio e campali realizzati dal 1947 al 1960 relativamente alla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche in generale e della induzione artificiale delle precipitazioni atmosferiche. Successivamente sono descritti i principi su cui sono fondate le tecniche più note sulle operazioni di induzione provocata delle precipitazioni atmosferiche. Infine sono trattati brevemente gli aspetti del suddetto problema ancora aperti alla ricerca e le varie possibilità pratiche di intervento dell’uomo sulla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche».

5.5.14

IN PIEMONTE INQUINAMENTO RADIOATTIVO DAL 1967




di Gianni Lannes


Ecomafie di Stato e multinazionali del crimine a piede libero. In questo caso il livello di criminalità impunità è marcatamente istituzionale: le scie chimiche danno la botta finale alla salute collettiva già martoriata. In un Paese civile il popolo sovrano dovrebbe come minimo insorgere a ragion veduta. Invece.

Quasi mezzo secolo di contaminazioni nucleari nascoste alla popolazione italiana, ma certificate dall’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica). Radionuclidi dispersi nel territorio, falde acquifere comprese, incluso il fiume Po che solca appunto Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto prima di gettarsi nel mare Adriatico. Eppure le autorità negano l’evidenza, mentre la gente si ammala e muore.







2.5.14

SBARCA A ROMA LA GUERRA ROBOTICA DELLA NATO






di Gianni Lannes



Fantascienza? C’è poco da scherzare: al Darpa hanno superato la realtà da decenni. Mentre i comuni mortali più sensibili avvertono l'oggettivo pericolo per la vita manifestato dalle scie chimiche, e quindi masticano ancora i rudimenti della guerra a tutto spiano del terzo millennio, il Pentagono e le multinazionali delle armi sono avanti di anni luce - rispetto alle cognizioni di senso comune e al sapere degli esperti civili - all'unico fine di incrementare l'industria della sofferenza e del dominio sul genere umano.

Non ci credete? Bene, siete invitati all’Hotel Ergife di Roma, il 5 e 6 maggio prossimo per il Workshop Modelling Simulation for Autonomous Systems (MESAS’14), sempre che vi lascino entrare.

Ecco un esempio a portata corporea. L’esoscheletro è un’armatura robotica e interattiva che renderà i soldati dei “superuomini”. Una sorta di vestito robotico da indossare per avere una muscolatura artificiale. Le forze armate United States of America stanno dotando di simili armamenti i propri soldati. Il prototipo è Ironman, non quello dei fumetti e neanche il modello rilanciato recentemente al cinema. La super armatura da guerra è dotata di una coppia di motori per ogni arto, sensori che raccolgono gli impulsi nervosi, un potente computer interno che interpreta e stabilisce la sequenza di movimento e di combattimento, ed infine una batteria.


riferimenti:


CASSAZIONE: LO STATO HA VIOLATO IL DIRITTO ELETTORALE DEL POPOLO SOVRANO

 Napolitano & Kissinger





di Gianni Lannes


Per caso, tra una grullonata e l’altra di Renzi qualcuno rammenta cosa accadde soltanto quattro mesi fa? Dunque, la Corte Costituzionale ha sentenziato l’incostituzionalità della legge elettorale 270 del 2005 (sentenza 1/2014), quella norma illegale con cui sono stati illegittimamente imbastiti ben 5 governi e 3 legislature. Ragion per cui il parlamento e il capo dello Stato sono abusivi. Infatti, ora la sentenza 8878/14 della Cassazione Civile (sezione I) ha riconosciuto che gli elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto. Dal Porcellum all’Italicum sempre di illegalità si tratta. Già, ma chi se n’è accorto? La legge non è uguale per tutti. Il punto è che l’alta magistratura (nominata in parte dal potere politico) non trae le conseguenze. Se gli organi politici dello Stato di diritto violano la legge fondamentale della rappresentanza democratica, devono essere istantaneamente allontanati dai vertici istituzionali, non possono dettare nuove regole, non hanno l’autorità morale per farlo. L'abuso non è stato sanato, più di tutto non può essere aggiustato dagli stessi stupratori a piede libero della Costituzione. Oltre al diritto, se si fa finta di niente, si violenta la logica e la morale. E l'Italia così è passata da culla del diritto a tomba della giustizia.



Da notare che la Consulta ha impiegato ben 9 anni per accertare l’illegalità delle legge elettorale: nel frattempo sono transitate 3 legislature e sono stati imposti antidemocraticamente 5 governi. E’ pur vero che dal 1948 i governi tricolori sono decisi e stabiliti a Washington, ma da un po’ di tempo a questa parte i maggiordomi locali non salvano neanche più le apparenze. Vero Napolitano?


29.4.14

EFFETTO DIOSSINA: I MUTANTI DI SEVESO





 di Gianni Lannes


L’opinione pubblica italiana scopre - ma in superficie - la tossicità delle diossine soltanto il 10 luglio 1976 quando, a Seveso, scoppia un reattore adibito alla produzione di triclorofenolo e dallo stabilimento Icmesa della multinazionale svizzera Hoffmann La Roche si leva nell'aria un’enorme nube tossica che avvelena popolazione e ambiente di un vasto territorio della Lombardia.

Da parte del governo tricolore seguirono come sempre numerose menzogne, molte rassicurazioni e tanti silenzi.  




La 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, spesso indicata con l'abbreviazione TCDD o come diossina Seveso, è la più nota e pericolosa delle 200 e passa diossine attualmente note.

Sulle donne di Seveso questa famigerata diossina ha colpito più duro: da una ricerca pubblicata 20 anni fa dalla rivista scientifica The Lancet risulta che la popolazione femminile in media ha nel sangue tre volte più TCDD che i maschi. La scoperta più sorprendente è datata 1996 e getta una luce inquietante sugli effetti della diossina. Nel periodo 1977-1984 da coppie di genitori esposti alla nube tossica sono nate 48 femmine ogni 26 maschi. Troppe, se si considera che il normale rapporto tra i sessi alla nascita è di 100 femmine ogni 106 maschi. E nessuno sa perché. I biologi dell’università di Pavia, hanno cercato la diossina nei topi e hanno però trovato qualcosa di diverso. Esaminando i loro cromosomi, hanno notato che erano diversi, era nato un nuovo ibrido, un topo mutante.

27.4.14

L’EUROPA HA DECRETATO: L’ITALIA AVRA’ NON 1 MA 7 DEPOSITI DI SCORIE NUCLEARI







 di Gianni Lannes


 
Gli euroburocrati che decidono il destino del popolo italiano pensano che italiane ed italiani siano soltanto carne da macello, al massimo cavie per esperimenti non autorizzati dalla gente, ma che comunque vanno in onda sulla nostra pelle di esseri socialmente disuniti.

Dopo aver affondato impunemente per decenni centinaia di navi dei veleni e migliaia di container zeppi di scarti pericolosi delle industrie tedesche, francesi, elvetiche, olandesi  eccetera - sempre a Bruxelles si sono detti: perché scontentare Piemonte, Lazio, Campania e Basilicata, che si terranno per sempre le scorie. E non fare una sorpresa alla Sardegna?
 
«Il Deposito Nazionale sarà costituito da una struttura di superficie, progettata sulla base degli standard IAEA e delle prassi internazionali, destinata allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività».

E’ quanto è scritto a pagina 30 dell’audizione Sogin Spa, ovvero «Atto del Governo n° 58 (Gestione combustibile nucleare esaurito e rifiuti radioattivi)».


Dunque, la prima menzogna del Governo italiano è che non ci sarà un unico deposito nazionale. Infatti, per i rifiuti nucleari più pericolosi, ad alta attività o se preferite di terza categoria, è previsto un deposito di smaltimento geologico, vale a dire, nelle profondità della terra. 


23.4.14

BASILICATA, LAZIO, SARDEGNA, SICILIA, PUGLIA: IN UNA DI QUESTE REGIONI SORGERA' IL DEPOSITO UNICO DI SCORIE NUCLEARI

photo NASA

di Gianni Lannes




Siete in errore se pensate alla Corsica. Il sito è stato già prescelto. Si tratta di un'isola con queste caratteristiche: bassa densità demografica, scarsa reattività sociale, asismicità. Ecco un aiutino: il territorio è soggetto ad innumerevoli servitù militari, e gli autoctoni sono considerati arrendevoli. D'altronde è da sempre una colonia dove sono stati sperimentati armamenti di ogni genere, in barba alla protezione sanitaria e alla salvaguardia ambientale. Certo, metteranno in atto la solita manfrina, e useranno come grimaldello i cosiddetti ecologisti di facciata, quelli che tacciono sulle scie chimiche. I giochi comunque, sono già fatti, come nella migliore dittatura di un belpaese, dove senza consultazioni elettorali si sono succeduti consecutivamente - grazie all'inciucio napolitano - ben tre governi, in meno di tre anni.

Il sistema di potere nazionale si è fatto furbo dopo averle buscate nel 2003. Questa volta non sembrerà un'imposizione calata dall'alto, ma sarà peggio. A giugno, ovviamente non prima, dopo le elezioni europee verranno resi ufficiali i criteri stabiliti dall'Ispra per il deposito unico di scorie nucleari in superficie. A quanto pare, senza consultare la popolazione italiana, come sempre, facendola passare per una decisione tecnica, e dunque, apparentemente neutra, è stato già scelto il sito per ospitare il deposito unico di scorie radioattive. Così, tanto per rovinare la sorpresa al governo Renzi, anticipo quali sono le regioni candidate all’insaputa dei residenti: Basilicata, Lazio, Sardegna, Sicilia, Puglia.

photo NASA

Dal momento in cui l'Ispra pubblicherà i criteri passeranno 6 mesi, dopodiché la Sogin decreterà ufficialmente il verdetto, preconfezionato tuttavia in violazione della Convenzione europea di Aarhus, ratificata con legge statale numero 108 del 16 marzo 2001: stabilirà, appunto, il luogo fisico su cui sorgeranno i capannoni grandi quanto un campo di calcio e alti come un palazzo di 5 piani, in cui verranno ammassati 90 mila metri cubi di rifiuti nucleari. 

20.4.14

IL DIRITTO DEL BAMBINO A UN AMBIENTE NON INQUINATO



di Gianni Lannes


La vita umana nel Belpaese? Un diritto di carta. Sul sito ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri si legge: 


«Tra i compiti del Comitato c'è quello di formulare pareri e indicare soluzioni anche ai fini della predisposizione di atti legislativi. I pareri del Comitato offrono un approfondimento tematico e una riflessione sui problemi di natura etica e giuridica che emergono con il progredire delle conoscenze nel campo delle scienze della vita. Il comitato esprime pareri anche su richiesta di organismi istituzionali o su questioni di attualità di particolare rilevanza etica e sociale. Questi pareri, solitamente più sintetici, assumono la forma di comunicati o dichiarazioni ufficiali».

18.4.14

IN BASILICATA UNA FABBRICA SEGRETA DI COMBUSTIBILE NUCLEARE DELL'ENI. MARCEGAGLIA INSABBIA O BONIFICA?

Basilicata: centro nucleare - foto Gianni Lannes  (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes




Fior di magistrati l'hanno cercata, ma non l'hanno mai trovata. Forse perché era ben mascherata nel vasto ed impenetrabile - se non per l'ecomafia di Stato - centro Enea della Trisaia, ed è stata confusa con l'Itrec. La documentazione ufficiale e un'ispezione del sito ne provano l'esistenza e le ignote attività. In altri termini: un sito di produzione industriale di combustibile nucleare mimetizzato dentro un centro di ricerca. La popolazione della Lucania, ovviamente, non è stata ma informata sul conto di queste pericolose attività.

il centro nucleare dell'Enea - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


In Basilicata l'Eni ha fabbricato combustibile nucleare destinato alla centrale atomica di Latina, al fine di produrre plutonio. Infatti, il 7 ottobre 1967 fu costituita la società Combustibili Nucleari fra l’UKAEA, ente di Stato inglese per l’energia atomica, e la società Somiren del gruppo ENI con quote paritetiche del capitale sociale. Attività prevista per la società: assemblaggio e fornitura all’Enel del combustibile nucleare necessario per alimentare la centrale a sistema Magnox. La centrale di Latina fu costruita dalla società Agip Nucleare Spa del gruppo ENI e dalla società inglese NUCLEAR POWER PLANT Company, su know-how inglese. Il combustibile per alimentare centrali a grafite di quel tipo era fornito esclusivamente dall’UKAEA.