BIOGRAFIA

8.4.14

TRAFFICO DI ARMI: ASSASSINATI DALLO STATO ITALIANO I GIORNALISTI GRAZIELLA DE PALO, ITALO TONI, ILARIA ALPI, MIRAN HROVATIN E I FINANZIERI GIANFRANCO DERIU E FABRIZIO SEDDA

Graziella De Palo e Italo Toni




 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin



 
I finanzieri Gianfranco Deriu e Fabrizio Sedda


di Gianni Lannes


Non è un caso: sui delitti di Stato di ben 4 giornalisti e 2 finanziari, accomunati da indagini sul traffico internazionale di armi dello Stato italiano, vige il segreto di Stato tricolore. Il filo rosso di questi omicidi su commissione porta al Sismi, il servizio segreto militare italiano, che oggi ha un'altra denominazione. O sono in errore? Graziella De Palo e Italo Toni sono stati fatti sparire in Libano nel settembre 1980. E dunque sono ampiamente trascorsi i famigerati 30 anni stabiliti dalla legge per la validità del segreto. Per Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Gianfranco Deriu e Fabrizio Sedda, sono passati soltanto (si fa per dire) 20 anni. Questi ultimi due casi emblematici sono accomunati anch'essi, non solo dall'anno 1994 e dal mese di marzo, ma anche dal fatto che la Commissione parlamentare presieduta da Taormina Carlo, ha acquisito dalla procura della Repubblica di Cagliari i faldoni sull'abbattimento dell'elicottero. Sul caso di Volpe 132  dal 2 marzo 1994 ad oggi i vari governi - da Berlusconi in poi - non hanno fornito risposte alle interrogazioni parlamentari. Ma che razza di democrazia degenerata è mai quella vigente?

Chi arma i Paesi in guerra o dove non esiste la democrazia e i diritti civili? Chi l’avrebbe mai detto o pensato. Eppure è tutto vero: la portaerei italiana Cavour viene usata per vendere armi e armamenti, anche a nazioni in guerra o che violano la democrazia, in palese violazione  delle normative italiane (legge 185/1990 e successive modifiche) che vietano l’export di armamenti. Il contorno è uno spreco di denaro pubblico: ben 33 milioni di euro buttati al vento per regalare una vetrina ai nostrani fabbricanti di morte. Il Comando generale della Guardia di Finanza che fa?

I fatti inequivocabili. La portaerei Cavour è la nave più grande ed avanzata della Marina Militare. Vanta un equipaggio fisso di 450 marinai più 200 addetti ad aerei ed elicotteri. La portaerei Cavour, dal 12 novembre 2013 ha mollato gli ormeggi lontano dall'Italia per una “missione” che ha quale obiettivo principale quello di promuovere i prodotti del cosiddetto «Made in Italy» e che, pertanto, viene impiegata per scopi prevalentemente commerciali. Infatti, come ha detto il capo di Stato maggiore della marina militare, Giuseppe De Giorgi, la Cavour, «avrà compito di vetrina dell'eccellenza italiana ma anche compiti militari con una fase di antipirateria marittima e di addestramento delle Marine dei paesi litorali africani come quella somala. ... È un'operazione che rappresenta l'Italia in tutte le sue sfaccettature».

A bordo della portaerei Cavour sono presenti stand di aziende italiane non solo del settore militare, ma anche stand dell'Expo di Milano 2015, di Fincantieri, di aziende del gruppo Finmeccanica, di Beretta, di ENI ed altre imprese come la Ferrero; pertanto, da un lato, alla luce delle imprese presenti con propri stand - come Finmeccanica e Beretta - sulla portaerei  di certo si fa promozione e, commercializzazione di materiale bellico.

Eppure il Ministro della difesa Mario Mauro, il 13 novembre 2013, aveva garantito come la predetta missione non abbia lo scopo di promuovere la vendita di elicotteri da guerra e di altro materiale bellico. Tali dichiarazioni sono state però smentite da un servizio fotografico – pubblicato dal giornale di Abu Dhabi, «The National» - dove si possono notare pistole e fucili con lanciagranate della Beretta e siluri della Wass esposti negli stand allestiti a bordo della portaerei, oltre agli elicotteri da guerra della AgustaWestland parcheggiati sul ponte di volo.

La situazione è particolarmente grave in considerazione del fatto che, la portaerei Cavour ha fatto tappa in Mozambico ed in Nigeria, Paesi interessati da guerre civili e da conflitti armati.

Questa “missione” tricolore dunque, si pone in contrasto con le vigenti convenzioni internazionali ed in particolare con il trattato ONU sul commercio di armi, recentemente ratificato dall'Italia, che vietano la vendita di armi a Paesi che si trovino in guerra.
Inoltre, in considerazione della presenza a bordo di altre aziende presenti sulla portaerei Cavour - come la Ferrero, la Pirelli, Eni, la Ferretti e Federlegno - con propri stand, si evince che la nave della Marina Militare italiana è stata, e viene, utilizzata per una operazione meramente commerciale; attraccata al porto di Dakar, in Senegal, sembra si sia addirittura svolto un concerto con tanto di interpretazione vocale, da parte della cantante Luisa Corna, del nostro inno nazionale.

Allora miter Renzi e mister Napolitano quali le ragioni di questa missione laddove si consideri che gli scopi umanitari che sulla carta dovrebbe perseguire sono smentiti da larga parte delle Ong italiane (come Focsiv, Cipsi, Cocis, Coopi Cesvi, Cosv, Amnesty, Emergency, Pax Christi, Arci, Acli, Beati i costruttori di Pace, Intersos, Oxfam, Un Ponte per, Terres des Hommes) che hanno sottoscritto una lettera al Presidente della Repubblica per protestare contro questa iniziativa della Difesa, ritenendola inaccettabile in quanto mescola una serie di attività, commerciali, militari e umanitarie.

Il costo di questa gita commerciale, che si avvia alla conclusione alla fine del mese
di aprile, dagli iniziali 20 milioni di euro costerà circa 33 milioni di euro, tenendo conto che un giorno di navigazione della Cavour costa all’ignaro contribuente circa 220 mila euro.

Mister Renzi e  mister Napolitano in che misura i costi della missione sono a carico del bilancio dello Stato italiano? Quali sono i costi complessivi della “missione”,  che sono stati e che saranno a carico del bilancio dello Stato?



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