BIOGRAFIA

8.7.13

OMAGGIO A SACCO E VANZETTI: ASSASSINATI DAGLI STATI UNITI D'AMERICA







di Gianni Lannes

A cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti:  

«Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti». 

I due anarchici italiani furono uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham. Che dignità questi due uomini.



Dopo 86 anni chi si ricorda più di questi due grandi italiani in Italia? La mia prozia Jolanda, dopo 50 anni da emigrante negli States tornò a chiudere la sua vita terrena in Italia. E mi raccontò, visibilmente commossa la loro storia come si tramandava allora  oltre oceano, nella comunità italiana. Nel suo cuore dopo tutto quel tempo conservava il ricordo vivo di quella palese ingiustizia.

Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 - Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 - Charlestown, 23 agosto 1927) pur innocenti, furono ammazzati deliberatamente dallo Stato a stelle e strisce 86 anni fa, in una nazione (campione di eugenetica) che non si è fatta scrupolo di sterminare i nativi d’America e di rinchiudere i superstiti nei primi campi di concentramento al mondo, ben prima di quelli nazisti.




Vennero arrestati, processati e uccisi sulla sedia elettrica con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.



Sacco di professione faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, mentre Vanzetti gestiva una rivendita di pesce.  

Nicola Sacco arriva dalla Puglia negli USA nel 1909 il 12 aprile, poco prima di compiere diciotto anni, Bartolomeo Vanzetti a venti nel 1908: tra di loro non si conoscono. Vanzetti, al processo, descriverà così l'esperienza dell'immigrazione: «Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America". E in seguito scrisse: "Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra Promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me».



Sacco, nato a Torremaggiore (in Capitanata) il 22 aprile 1891 da una famiglia di coltivatori agricoli (Michele Sacco e Angela Mosmacotelli) e trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford (Massachusetts). Si sposò con Rosina Zambelli (nel 1912) andò ad abitare in una casa con giardino. Ebbe un figlio, Dante, e una figlia, Ines. Lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Nonostante ciò, partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell'epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In tali occasioni teneva spesso dei discorsi. A causa di queste attività venne arrestato nel 1916.

Vanzetti, nato a Villafalletto (in provincia di Cuneo) l'11 giugno 1888, era il secondo dei quattro figli di Giovanni Battista Vanzetti (1849-1931), modesto proprietario terriero nonché gestore di una piccola caffetteria, e Giovanna Nivello. Pur non vivendo in grandi ristrettezze economiche (il padre aveva preso in considerazione l'ipotesi di farlo studiare da avvocato) a spingerlo a emigrare furono soprattutto due fatti: la morte improvvisa e tragica dell'amata madre nel 1907, che lo portò quasi alla follia, e probabilmente la consuetudine generazionale (il padre era stato anche lui emigrante in California). Fece molti lavori, prendendo tutto ciò che gli capitava. Lavorò in varie trattorie, in una cava, in un'acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Spirito libero e indipendente, era un avido lettore, soprattutto delle opere di: Marx, Darwin, Hugo, Gorkij, Tolstoj, Zola e Dante. Nel 1916 guidò uno sciopero contro la Plymouth e per questo motivo nessuno volle più dargli un lavoro. Si mise quindi in proprio, facendo il pescivendolo.

Fu in quell'anno che Sacco e Vanzetti si conobbero ed entrarono entrambi a far parte di un gruppo anarchico italoamericano. Tutto il collettivo fuggì in Messico per evitare la chiamata alle armi, perché per un anarchico non c'era niente di peggio che uccidere o morire per uno Stato.

Nicola e Bartolomeo tornarono nel Massachusetts dopo la guerra, non sapendo di essere inclusi in una lista di sovversivi compilata dal Ministero di Giustizia, né di essere pedinati dagli agenti segreti USA. Nella stessa lista era incluso anche un amico di Vanzetti, il tipografo Andrea Salsedo. Questo, il 3 maggio 1920, venne assassinato dalla polizia, che lo fece cadere dal quattordicesimo piano di un edificio appartenente al Ministero di Giustizia. Molto prima di Pinelli a Milano.

Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio per far luce su questa vicenda, comizio che avrebbe dovuto avere luogo a Brockton il 9 maggio; i due vennero arrestati prima dell'evento, per essere stati trovati in possesso di volantini anarchici e alcune armi. Pochi giorni dopo vennero accusati anche di una rapina avvenuta a South Braintree, un sobborgo di Boston, poche settimane prima del loro arresto; in tale occasione erano stati uccisi a colpi di pistola due uomini: il cassiere della ditta (il calzaturificio «Slater and Morrill») e una guardia giurata.



Alla base del verdetto di condanna vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una politica del terrore suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni.
Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del governo. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due bastardi anarchici (li chiamava spesso "Wops", termine dispregiativo per indicare gl'individui d'etnia latina, traducibile pressappoco col nostro "terroni").

Il Governatore del Massachusetts Alvan T. Fuller, che avrebbe potuto impedire l'esecuzione rifiutò infine di farlo.

Sacco e Vanzetti erano vittime del pregiudizio sociale e politico. Vanzetti, in particolare, ebbe a dire rivolgendosi per l'ultima volta al giudice Thayer:
« Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra - non augurerei a nessuna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano...» (dal discorso di Vanzetti del 19 aprile 1927, a Dedham, Massachusetts).

Il 23 agosto 1927 alle ore 00:19, dopo sette anni di udienze, i due uomini vennero uccisi sulla sedia elettrica a distanza di sette minuti l'uno dall'altro (prima toccò a Sacco, poi a Vanzetti). La loro esecuzione innescò rivolte popolari a Londra, Parigi e in diverse città della Germania, ma non Italia dove imperava il fascismo. I corpi dei due anarchici furono cremati e oggi le loro ceneri si trovano nel cimitero di Torremaggiore, città natale di Sacco. Il Comune di Villafalletto, città natale di Vanzetti, ha dedicato una via ai due anarchici e una scuola a Bartolomeo Vanzetti.

La canzone dei titoli era The Ballad of Nick & Bart (Here's to you) di Ennio Morricone, cantata da Joan Baez. Il testo riprende le parole finali di un discorso di Bartolomeo Vanzetti:

«Here's to you Nicola and Bart. Rest forever here in our hearts. The last and final moment is yours That agony is your triumph!».       

«Vi rendo omaggio Nicola e Bart. Per sempre riposate qui nei nostri cuori Il momento estremo e finale è vostro. Questo dolore è il vostro trionfo!» (Joan Baez, The Ballad of Nick & Bart (Here's to you).

Lacreme 'e cundannate di Alfredo Bascetta, composta il 5 maggio 1927, prima della definitiva condanna a morte, è senz'altro la più famosa canzone napoletana sulla vicenda di Sacco e Vanzetti. e' stata interpretata da Daniele Sepe in Fondali notturni, dalla Contrabbanda di Luciano Russo, nell'album "Contrabbanda" 2002, e da Les Anarchistes insieme a Raiz, nell'album "Figli di origine oscura" 2002. Un'altra bella canzone napoletana, nata dalla tragedia di Sacco e Vanzetti, è a seggia elettrica con la musica di E.A. Mario che risale al 1924 e che narra della tragedia della madre che apprende dai giornali della condanna a morte del figlio e vende tutto ciò possiede per finanziare la sua difesa e muore distrutta dal dolore.

La nipote di Nicola Sacco  Fernanda Maria Sacco - ha scritto un libro, pubblicato nel luglio del 2008, intitolato I miei ricordi di una tragedia familiare (Eliotecnica Tipografica editrice).
   
Dall'epistolario di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti:

«Ricordati sempre, Dante, della felicità dei giochi non usarla tutta per te, ma conservane solo una parte (...) aiuta i deboli che gridano per avere un aiuto, aiuta i perseguitati e le vittime, perché questi sono i tuoi migliori amici; son tutti i compagni che combattono e cadono come tuo padre e Bartolo, che ieri combatté e cadde per la conquista della gioia e della libertà per tutti e per i poveri lavoratori» (Bartolomeo Vanzetti al figlio di Sacco, Dante - 1927).
 
«Mai, vivendo l'intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini»

(Bartolomeo Vanzetti, alla giuria che lo condannò alla pena di morte)

«Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire» (Nicola Sacco, al figlio Dante - 1927).


Lacreme 'e cundannate di Alfredo Bascetta:


http://www.youtube.com/watch?v=LR-reqWD5dM



Dal film di Giuliano Montaldo   SACCO E VANZETTI:

http://www.youtube.com/watch?v=a4ULmEwes7c

http://www.youtube.com/watch?v=hcyv61XZ34U


 The Ballad of Nick & Bart (Here's to you):

http://www.youtube.com/watch?v=gcgYwTnBIIQ 

http://www.youtube.com/watch?v=3qDMl8Y1jAs 

http://www.youtube.com/watch?v=5a1L1YChW4M 

http://www.youtube.com/watch?v=HNKPUuxaLRE 

http://www.youtube.com/watch?v=N0sYAU96FY0 


cinegiornali:

http://www.youtube.com/watch?v=vkUp_O1NcA8 

3 commenti:

  1. Grazie per questo ricordo, anche se doloroso perché nulla è cambiato

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  2. ....aggiungo un pensierino a John Kleeves / Stefano Anelli ....stufo di andar contro gli USA, se la prese con la sorella avvocato e riuscì a "suicidarsi" con una balestra in una 600....una vicenda limpida e pulita come i nostri mari!

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  3. infatti, nulla è cambiato, anzi, quando c'è bisogno di un capro espiatorio c'è sempre un anarchico colpevole (un altro esempio può essere Pinelli)
    gli italiani molto spesso non conoscono la Storia e molti di quelli che la conoscono, per superficialità o interesse, la dimenticano.
    e la scuola certo non la insegna, potrebbe essere pericoloso per il sistema
    buona giornata

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