Pesaro, 14 gennaio 2025 - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Non è neve invernale sulla spiaggia, bensì un mare che rigurgita inquinamento. Dopo le mucillagini estive, adesso è il turno delle schiume volatili a perdita d'occhio sulla variopinta battigia. Nella stagione di pace apparente sembra un campo minato come ai tempi della Linea Gotica. Ecco l'attuale biglietto da visita di Pesaro. In questo lembo delle Marche: nessuno vede, nessuno sente e nessuno parla. Insomma, omertà totale e disinteresse generale, salvo riempirsi la pancia da politicanti con l'ecologia di facciata, propinando paroloni vuoti sulla legalità. Tutti a far finta di niente, fino all'imminente collasso ambientale. Qui si misura un livello di inciviltà autodistruttiva, tarata sul profitto e sull'ignoranza, che non t'aspetti da una trapassata capitale della cultura italiana tutta lustrini, finzioni e apparenze. Non è una commedia tricolore, ma una tragedia che va in onda dall'agosto 1944, quando i tedeschi (il reparto K specializzato nella guerra chimica e batteriologica) hanno affondato ben 4.317 bombe all'iprite e barili di arsenico in quantità militare al cospetto della città, falcidiando in primo luogo la marineria locale. Gli ordigni giacciono ancora oggi su fondali di appena 10-12 metri, proprio dove insistono allevamenti di mitili e si cattura il pesce che finisce sulle tavole degli ignari abitanti. Per questa vergogna nazionale non ci sono più parole, se non l'indignazione corale. Dopo decenni di assuefazione al peggio, non è forse ora di risanare questo mirabile territorio degradato dalla guerra, ammaliato dalla storia e consegnato dalla geografia? A proposito: dov'è la cultura? Chi inquina non paga. C'è un giudice almeno a Berlino?
Pesaro, 14 gennaio 2025 - foto Gilan |
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Pesaro, 14 gennaio 2025 - foto Gilan |
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Pesaro: 14 gennaio 2025
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno. E non è tutto qui. Pesaro è anche il comune che da anni permette ai privati di Marche Multiservizi di arricchirsi con dividendi milionari alle spalle dei cittadini, gestendo i rifiuti, non investendo in manutenzione dell'acquedotto e continuando a progettare discariche (nel 2025!!) e invasi assolutamente inutili. Eppure il sindaco di Pesaro avrebbe il potere di bloccare tutto questo. Non lo hanno fatto i precedenti, non lo fa il nuovo che in campagna elettorale non perdeva una manifestazione contro le discariche ma appena eletto ha proposto di abbassare la distanza prevista di 1500 metri dalle case a 500. Escamotage, questo, che riaprirebbe la strada sbarrata da anni di lotte, ai progetti di mega discariche anche per rifiuti speciali e provenienti da altre regioni. Ma la cosa più grottesca è che il neo sindaco Biancani, ovviamente del PD, quando era consigliere regionale chiedeva che la distanza fosse aumentata a 2000 metri!! Quindi.... Italo Campagnoli, pesarese
RispondiEliminaNon immaginavo che Pesaro fosse in simili condizioni di degrado ambientale e politico!
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