Su La Testa!: ARSENICO E IPRITE IN ADRIATICO

Pesaro (giovedi 5 dicembre 2024): inquinamento chimico - foto Gilan

di Gianni Lannes

Adriatico: un mare di bombe speciali - imbottite di iprite e arsenico - affondate il 10 agosto 1944 dal Sonderkommando Mayer, specializzato nella guerra chimica, alla stregua del reparto italiano K dipendente all'epoca dal Centro Chimico Militare e dislocato con i suoi ingenti depositi bellici segreti tra Urbino, Verucchio e Pietracuta. Che fine ha fatto questo ingente arsenale (oltre 100 mila tra ordigni e munizioni probite) vietato dalla Convenzione di Ginevra del 1925 e dal Trattato di Parigi del 1993? Sepolto nel sottosuolo e inabissato nelle acque marine a ridosso del litorale da Cattolica e Pesaro fino a Fano.

Le prime vittime inermi sono stati i pescatori. Le prove ufficiali e i riscontri sul territorio non mentono. Gli effetti letali di questa nocività innescata durante la seconda Guerra Mondiale sono giunti fino ai nostri giorni, mietendo ancora tante vittime soprattutto in Val Marecchia. Si tratta di un luogo geografico che vanta un primato di patologie tumorali in raffronto all'intera Emilia Romagna. Perché le autorità del Belpaese fanno finta di niente e tante gente si è ormai assuefatta al peggio? Dove s'è rintanato lo spirito critico? La salvaguardia dell'ambiente è solo un proclama abusato?